SALVINI VS CONTE: “MILIONI ITALIANI SENZA FUTURO”

Postando un video-appello di una signora anziana di Firenze – mostrata a “Diritto e Rovescio” – Matteo Salvini attacca direttamente il Governo Conte, responsabile secondo il leader della Lega della messa in povertà di milioni di persone dopo l’emergenza Covid-19. «Altro che sanatorie, sono queste le persone da aiutare: milioni di Italiani in difficoltà, alla ricerca di un Futuro. Ma dov’è il governo? Dov’è la “potenza di fuoco”? Tante chiacchiere e litigi, ma servono fatti». Dopo aver rilanciato nei giorni scorsi della necessità di uno piano “shock” per invertire la rotta della povertà su pensioni, lavoratori pubblici, privati e autonomi, è il leader del Carroccio a sottolineare l’assoluta necessità di una riforma pensionistica e di interventi specifici per contrastare la fortissima crisi economica che già si affaccia sul nostro Paese in questa inizio estate. A diretta replica di Salvini arrivano tanti messaggi social che si schierano pro/contro le richieste dell’ex Ministro: in particolare, un utente sottolinea «Strano perchè con il TUO alleato di governo avevate abolito la povertà… Forse invece di mandare in pensione gli statali a duemila euro al mese con quota100 era meglio se alzavi le pensioni minime..». (agg. di Niccolò Magnani)



LO SCIVOLO PENSIONE CON LA LEGGE FORNERO

Nella rubrica curata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su Repubblica nei giorni scorsi si è affrontato un tema non così insolito come quello dello “scivolo” creato dalle aziende per permettere una anticipata entrata nel mondo pensioni: una lavoratrice, 59enne e lavorante dal gennaio 1982 ha chiesto il riscatto non agevolato di un anno di università per potersi avvicinare alla pensione con la legge Fornero (41 anni di lavoro e 10 mesi) ma «non posso utilizzare l’opzione donna avendo lavorato per i primi anni come autonoma. L’azienda dove lavoro mi propone uno scivolo di 2 anni con accordo sindacale di licenziamento entro Giugno 2020», scrive la lettrice chiedendo dunque se sia possibile usufruire ancora della riforma Fornero. I Consulenti del Lavoro replicano in poche righe che è assai probabile che quei requisiti vengano cambiati nei prossimi mesi, con il perdurare della crisi economica: «Se vi saranno degli interventi, questi potranno piuttosto riguardare nuovi ingressi derogatori. Rimane tuttavia da sottolineare che il percorso di prepensionamento ipotizzato non offre una garanzia sicura di mantenere la data previsionale di accesso, così come una garanzia non è prevista nemmeno per prepensionamenti più lunghi e istituzionalizzati come l’assegno del settore del credito o la isopensione Fornero». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, I DATI DEL GLOBAL PENSION REPORT

Nei giorni scorsi, Italia Oggi ha riportato i dati del Global pension report realizzato da Allianz, contenente un’analisi della situazione dei sistemi previdenziali nei principali Paesi del mondo. I migliori, secondo il report, sono quelli di Svezia, Belgio e Danimarca. “Il sistema italiano si posiziona al diciottesimo posto, battendo diversi Paesi europei come la Germania e la Francia. L’Italia ha comunque un punteggio superiore alla media in termini sia di adeguatezza che di sostenibilità, piazzandosi nella top ten”. Secondo l’analisi, le misure di riforma pensioni hanno dato i loro frutti stabilizzando il sistema e ora “non ci sono molte leve su cui agire per migliorare ulteriormente il risultato dell’Italia, dove peraltro le aliquote di contribuzione e i benefit ratio sono relativamente alti”.



I PROBLEMI DA AFFRONTARE PER L’ITALIA

I problemi che l’Italia deve affrontare sono però il rapido invecchiamento della popolazione e la mancanza di spazi di manovra finanziaria. “Alla luce di questo scenario, probabilmente il modo più efficace per mettere in sicurezza il sistema dal punto di vista demografico non è modificarlo ulteriormente, quanto migliorare le opportunità di lavoro per le persone meno giovani”. Un obiettivo non facile da raggiungere in tempi brevi, ma su cui forse conviene cominciare a investire, tenendo però sempre a mente che vi sono delle attività che non possono essere svolte da persone sopra una certa età e che dopo un certo numero di anni di lavoro sarebbe giusto poter andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica.