LA RACCOLTA FIRME DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Come spiega cuneodice.it, sabato “in tutta Italia, il Partito della Rifondazione Comunista volantinerà contro la manovra di bilancio del governo Draghi e due misure definite ‘emblema del carattere antipopolare delle sue politiche’: l’aumento delle bollette e il ripristino della legge Fornero sulle pensioni con l’abolizione immediata di quota cento”. “Sulle pensioni il governo Draghi continua sulla linea seguita da decenni dai governi che l’hanno preceduto: pur di non colpire le rendite e le grandi ricchezze, si bastonano i pensionati con allungamento continuo della vita lavorativa, pensioni bassissime, tasse anche dieci volte superiori ad altri paesi europei e, per moltissimi, adeguamento solo parziale all’inflazione”, si legge ancora. A Cuneo ci sarà una raccolta firme anche per “cassare l’imbroglio di quota 102; per gli uomini la pensione a 60 anni o con 40 di contributi; per le donne la pensione a 55 anni o 35 di contributi” per mettere fine “alle pensioni sotto i mille euro e l’adeguamento integrale delle pensioni all’inflazione”.
PENSIONI ANTICIPATE: LA RICHIESTA SU INFERMIERI E OSS
I sindacati di settore chiedono al Governo (e non è la prima volta) di inserire infermieri e Oss (operatori socio sanitari) nei lavori usuranti che possono così accedere alla riforma pensioni dell’Ape Sociale.
Lo scorso 8 febbraio hanno parlato dell’ipotesi di pensioni anticipate per Oss e infermieri alla 11esima Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato, discutendo la proposta di legge n. 2347 a prima firma dei senatori Guidolin e Matrisciano presentata lo scorso 21 Agosto. La Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) assieme ai tre sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al Governo di intervenire al più presto per allargare la platea degli usuranti ai lavoratori delle professioni sanitarie. Richiesta ancora più rafforzata da quanto emerso negli ultimi due anni di pandemia: non solo medici, ma anche infermieri e Oss hanno pagato con turni massacranti, malattie e purtroppo anche con il prezzo della vita in alcuni casi. «Il Covid ha portato una quantità di stress tale su questi operatori che una percentuale tra il 30 e il 50% ne mostra delle sintomatologie», spiega la Fnopi inserendo la carenza di personale come uno dei motivi dell’ampio stress per questi ordini di professioni. Si chiede insomma che la riforma Fornero e l’assetto dell’Ape Sociale vengano modificate nella prossima legge strutturale sulle pensioni. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI BRAMBILLA
Martedì verrà presentato il Nono Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale Italiano elaborato dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali e, come ricorda finanza.com, al suo interno vi sono dati importanti per il dibattito sulla riforma delle pensioni, perché ci sono “in pagamento a inizio 2021 ben 423.009 pensioni previdenziali per il settore privato e 53.270 per il settore pubblico con durata di ben 41 e più anni”. “Si tratta di un dato molto importante e che deve far riflettere i decisori politici e i rappresentanti dei lavoratori che chiedono, come la recente Commissione guidata da Cesare Damiano, continue riduzioni delle età di pensionamento”, spiega Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali secondo cui “affinché il sistema resti in equilibrio, è necessario un giusto rapporto tra il periodo della vita lavorativa e la durata della pensione per evitare eccessive durate o scarsi periodi di vita attiva che penalizzerebbero i lavoratori che oggi con i loro contributi, giovani in testa, consentono il pagamento delle pensioni all’attuale generazione di pensionati”.
I DATI SULL’ACCESSO AL SITO INPS
Come spiega Il Sole 24 Ore, un dossier elaborato dalla direzione studi e ricerche dell’Inps ha analizzato gli utilizzi dell’App Mobile e del sito istituzionale da parte degli italiani nell’arco dell’ultimo triennio, nel quale, lo scoppio della pandemia ha contribuito ad aumentare l’utilizzo dei servizi a distanza. Dai dati emerge che i volumi di accesso al sito dell’Inps “sono risultati cinque volte più intensi rispetto all’App e sono saliti dagli oltre 555milioni del 2019 ai 912,9 milioni del novembre dello scorso anno, con una media giornaliera lievitata da 1,52 milioni a 2,5 milioni. Le visite autenticate attraverso l’uso di credenziali è stato di 243,8 milioni nel 2019, 392,1 milioni nel 2020 e 330,2 milioni fino a inizio novembre 2021. E in questo caso i servizi più richiesti sono stati il fascicolo previdenziale (dai 67,7 milioni di accessi del 2019 ai 126,2 milioni l’anno successivo e ai 107,5 milioni del novembre 2021) e il cedolino della pensione. Al terzo posto della graduatoria il reddito e la pensione di cittadinanza (le 13 milioni di visite del 2019 sono lievitate a 27milioni a novembre dello scorso anno)”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CIGNA (CGIL)
Come spiega collettiva.it, al Senato si è tenuta un’audizione riguardante l’inserimento degli infermieri e degli assistenti sociosanitari nella lista dei lavoratori che svolgono mansioni usuranti e per cui deve essere resa possibile un’uscita anticipata dal lavoro nell’ambito delle misure di riforma delle pensioni. Per la Cgil, come ha evidenziato il suo responsabile delle politiche previdenziali Ezio Cigna, è importante “il riconoscimento della diversità dei lavori, attraverso l’individuazione dei lavori gravosi o usuranti” e “ovviamente la proposta d’inserire gli operatori della sanità che svolgono i lavori più pesanti e usuranti (in particolare infermieri e operatori sociosanitari) è sicuramente da accogliere e inserire nel quadro generale”.
LA PLATEA DI LAVORATORI INTERESSATI
“Le proposte di legge n. 934 e n. 2347 oggi in esame, intervengono specificatamente su professioni lavorative decisamente rilevanti – soprattutto in questa fase di pandemia – come il personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari. Una platea di lavoratori importante, complessivamente circa 700.000 lavoratori, di cui 330.000 operatori socio-sanitari e 371.000 persone che esercitano la professione infermieristica, entrambe figure centrali nel sistema sanitario e ospedaliero che rivestono una rilevanza sociale nel Paese”, ha aggiunto il sindacalista, insieme all’auspicio “che il lavoro della Commissione tecnica di studio del lavoro gravoso e del lavoro usurante, possa ricomprendere tutti questi aspetti anche quelli evidenziati nelle proposte di legge in esame”.
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