RIFORMA PENSIONI, LA CORSA VERSO QUOTA 100
In un’intervista a Repubblica, Carlo Cottarelli spiega che “il fisco è solo uno strumento redistributivo che consente di fornire servizi pubblici che a loro volta danno possibilità simili a tutti. È proprio quello che accade con gli asili nido”. Asili nido che però non vengono realizzati “perché per essere eletti i politici hanno trovato più conveniente promettere Quota 100 invece che più asili nido. E questo dipende da motivi demografici in un Paese dove, anche elettoralmente, i vecchi pesano più dei giovani”. La misura di riforma pensioni varata dal Governo Conte-1 sembra però poter attirare molti lavoratori in questo suo ultimo anno di vigenza. Su Il Giorno, infatti, si legge che “secondo gli ultimi dati sul tavolo dell’Inps di Milano, fra il 2020 e il 2021 si registra una crescita del 29% dei pensionamenti quota 100 nelle scuole, a fronte di una lieve flessione (-4%) delle pensioni ‘Fornero’”. L’edizione di Lucca del Tirreno segnala che anche tra i dipendenti delle Poste c’è la volontà di cercare di andare in pensione entro l’anno, sfruttando anche Quota 100.
BRAMBILLA SU QUOTA 100
Nel Rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano curato da Itinerari Previdenziali, il direttore Alberto Brambilla oggi sul Messaggero ha provato a trarre i principali punti di discussione da mettere in evidenza al Governo Draghi: «la spesa per le pensioni è aumentata del 9%, compresa la riforma di Quota 100 contro il 7% di incremento dell’inflazione e pari dunque a 230miliardi, il 12,9% del PIl», scrive l’ex consigliere economico della Lega. «La questione di Quota 100 va però risolta una volta per tutte entro la scadenza di fine anno», avverte Brambilla lanciando un appello ai Ministri competenti e al Premier Draghi: se non si interviene subito, si rischia un maxi scalone di oltre 5 anni e a quel punto si renderebbe necessaria una Fornero-bis con salvaguardia e anticipazioni per poter sopperire allo stesso scalone. 4 i passaggi necessari per uscire dalla riforma pensioni Lega-M5s: equiparazione delle regole per modelli retributivi-misti-contributivi; fondo di equità per i contributivi da aumentare; blocco dell’adeguamento alla speranza di vita a 42 anni e 10mesi; fondi esubero per lavoratori; riduzione del cuneo fiscale. I costi di tutti questi interventi, chiude Brambilla sul Messaggero, «sarebbero inferiori a quelli accantonati per Quota 100 e per le pensioni di cittadinanza dando però più valore al lavoro e riducendo assistenzialismo, vero freno per lo sviluppo».
BARBAGALLO (UILP) CHIEDE SBLOCCO ADEGUAMENTO
Carmelo Barbagallo, Segretario generale della Uil Pensionati, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di Stampa Italpress evidenzia la necessità di una misura di riforma pensioni che badi all’importo degli assegni erogati a chi è in quiescenza. “Se sono anni che non si fa l’adeguamento, anche le migliori pensioni perdono potere d’acquisto e le diseguaglianze aumentano. Abbiamo pensioni che sono mediamente il doppio al nord rispetto al sud. Se viene bloccato l’adeguamento, questa distanza continuerà ad aumentare e staranno male sia quelli che prendono il doppio sia quelli che prendono la metà”, ha detto il sindacalista, secondo cui “si cerca di mettere i giovani contro gli anziani, ma “i giovani corrono veloci e gli anziani conoscono la strada. Solo assieme possono arrivare prima dove devono andare. Stiamo tentando in tutti i modi di metterci nelle condizioni di discutere su come salvaguardare gli anziani e rendere produttivi anche i giovani rispetto ad alcune nuove fasce di servizi che devono essere erogati”.
IL RISCHIO PER GLI OVER 70 IN ATTIVITÀ
Come spiega Pierantonio Genestrone, Presidente di 50&Più della Valle d’Aosta, associazione alla quale aderiscono oltre 1000 commercianti in pensione, sarebbe importante che la regione prenda in considerazione di vaccinare “anche gli anziani che ancora lavorano che possono essere contagiati e, a loro insaputa, potrebbero contagiare”. Come spiega valledaostaglocal.it, infatti per l’esiguità dell’assegno pensionistico tanti commercianti in pensione devono continuare la loro attività e rischiano quindi di poter essere contagiati. Intanto, come riporta gazzettamatin.it, sabato ad Aosta si è svolta una manifestazione del Partito Comunista contro il Governo Draghi, ricordando anche che il Recovery fund “è un debito che pagheranno le generazioni future. Abbiamo visto cosa sta ancora accadendo in Grecia per colpa della Troika che Draghi ha voluto”. I manifestanti temono anche misure di riforma pensioni con tagli assegni, oltre che alle politiche sociali e ai posti di lavoro, con effetti negativi abbastanza immaginabili.
RIFORMA PENSIONI, LA STAFFETTA GENERAZIONALE IN DUCATI E LAMBORGHINI
Come scrive Repubblica, nei giorni scorsi “Lamborghini e Ducati (gruppo Volkswagen- Audi) hanno firmato contratti con il sindacato (Fim-Cisl e Fiom-Cgil) che introducono la staffetta generazionale vera e propria, araba fenice vagheggiata dagli anni Settanta del secolo scorso in buona parte d’Europa. Gli accordi, che si stima coinvolgano una trentina di lavoratori in ciascuna delle due fabbriche (che ne occupano complessivamente oltre 3000), prevedono la possibilità per un operaio di anticipare la pensione senza perdere un euro rispetto all’attuale stipendio, e la contestuale assunzione a tempo indeterminato di un operaio presente in azienda con contratto precario. Lamborghini e Ducati si impegnano a pagare per due anni al lavoratore che esce la differenza tra l’assegno di disoccupazione (la Naspi) e il salario percepito, comprensiva di tutte le voci retributive come, ad esempio, la polizza sanitaria integrativa”.
IL TENTATIVO DEL CONTRATTO DI ESPANSIONE
Il quotidiano romano evidenzia che quello della staffetta generazionale è stato un obiettivo perseguito da diverse misure di riforma pensioni, ultima delle quali Quota 100, senza però essere centrato. Va anche ricordato che in altre importanti aziende già negli anni scorsi si sono realizzati accordi simili a quelli di Lamborghini e Ducati e che con il contratto di espansione da poco esteso, tramite la Legge di bilancio, anche alle imprese oltre i 250 dipendenti si intende incentivarne di nuovi. Si spera con esiti positivi per le prospettive lavorative dei giovani da cui dipende poi la sostenibilità del sistema pensionistico.