RIFORMA PENSIONI, L’ALLARME DI VISCO

Oggi si sono svolti gli “Stati generali delle pensioni”, evento organizzato dall’Università Bocconi e Duetsche Bank, cui ha preso parte anche Ignazio Visco. Il Governatore della Banca d’Italia, come riporta Teleborsa, ha detto che la pandemia da Covid-19 e le misure adottate per cercare di contenerla, “hanno ‘esacerbato’ i problemi del debito pubblico, che ‘è aumentato ovunque’ in Europa, e di sostenibilità dei sistemi pensionistici”. In particolare, su quest’ultimo fronte, Visco ha spiegato che “l’aumento della disoccupazione si rifletterà almeno nel breve periodo, in più alti tassi di pensionamento e in minori entrate contributive”. Un elemento di cui tenere conto in questo periodo in cui si sta anche discutendo di misure di riforma pensioni con un confronto aperto tra Governo e sindacati. Secondo il numero uno di Bankitalia, di fronte a questa situazione “la priorità è tornare a più alti, equilibrati e durevoli tassi di crescita economica”.



I DATI SULLA SPESA PER PROTEZIONE SOCIALE

In un articolo dell’agenzia d’informazione Sir viene ricordato che, secondo i dati Eurostat, “tra gli Stati membri per i quali sono disponibili stime per il 2019, la spesa più elevata per prestazioni di protezione sociale come percentuale del Pil è quella registrata in Francia (31% del Pil), seguita da Danimarca (30%), Germania (29%), Italia (28%), mentre è stata la più bassa è a Malta e Lettonia (entrambi 15%) così come in Lituania, Bulgaria e Ungheria (tutti Paesi al 16%). Si tratta di assistenza sanitaria e sociale, sostegno alla vecchiaia, spese per la disabilità, ma anche per disoccupazione e alloggi pubblici”. Tra i dati, interessanti quando si parla di riforma pensioni, specie per la richiesta di separazione delle spese assistenziali da quelle previdenziali, anche quello relativo alla “quota di prestazioni per gli anziani e le ‘pensioni sociali’ (fatte salve le differenti tipologie nei servizi erogati fra uno Stato e l’altro)”, che “vanno dal 38% in Germania al 58% in Italia”.



LE CRITICITÀ SOLLEVATE DALL’INPS

Con la Manovra che si avvicina nel prossimo mese, ha fatto discutere e creato dibattiti il “piano” Inps formulato per sistemare e strutturare la riforma pensioni nel post Quota 100. La criticità maggiore rilevata dall’Istituto riguarda la flessibilità in uscita, specie dopo l’emergenza Covid che ha evidenziato una crisi economica non indifferente: «riduzione dell’età di accesso e attribuzione di un coefficiente più favorevole per i lavoratori impegnati in attività usuranti o gravose; divisione della pensione in quota retributiva e contributiva», è la “proposta” formulata dall’Inps. L’importo soglia rimarrebbe 62 anni con 20 di contributi e una minima penalizzazione; tra le altri criticità però restano le vite lavorative con bassi salari e carriere discontinue che verrebbero penalizzate. In più, l’Inps rileva le criticità tra l’alto tasso di disoccupazione tra i giovani, il gender gap e l’aumento del requisito di accesso alla pensione anticipata (per via della speranza di vita aumentata). (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONI ARS, MICCICHÈ REPLICA A M5S

Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, definisce “indegne” le azioni del Movimento 5 Stelle dell’Ars. “Non è vero che ci siamo aumentati lo stipendio né la pensione. Con queste cose non si scherza specialmente in un momento così difficile per tutti. Non consento a nessuno questo gioco sporco. Questo è terrorismo. Dichiarazioni di questo tipo sono delinquenziali”, spiega Miccichè, come riportato da siciliaogginotizie.it. “Non c’è dubbio che tutto ciò viene fatto nel vano tentativo di riconquistare il consenso che i 5 stelle hanno irrimediabilmente perso. Una simile vergogna non l’avevo mai vista. Ho conosciuto tanti politici ma mai di un livello così basso”, aggiunge. “Non c’è nessun aumento di stipendio o di pensioni all’Ars. Tutto è alla luce del sole, secondo quanto previsto dalla legge. Ai colleghi del M5S ricordo che i deputati si limitano esclusivamente a osservarla”, sono invece le parole di Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, riportate da campobellonews.com.

ALLARME M5S SULLE PENSIONI ARS

Dal capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, Giorgio Pasqua, arriva un allarme: “In piena pandemia, mentre ai siciliani si chiedono sacrifici enormi, i deputati dell’Ars si aumentano le pensioni e il trattamento di fine mandato. È l’ultima vergogna a cui il M5S, ovviamente, si è sottratto. Faremo di tutto perché si possa tornare indietro e per questo abbiamo presentato due disegni di legge”. Come ricorda l’Ansa, l’anno scorso “l’Ars aveva approvato una legge che prevede il calcolo della pensione non soltanto sui contributi versati per l’indennità, ma anche per la diaria”. Pasqua spiega che “in questi giorni hanno dato il via libera agli uffici, secondo quanto previsto dalla legge, per procedere ai calcoli”, che porteranno a “un auto aumento degli assegni”. “È uno scandalo aumentarsi la pensione in un momento storico in cui parecchi siciliani non riescono a mettere assieme il pranzo con la cena, considerato che nemmeno un euro si è finora visto della Finanziaria regionale, la cosiddetta Finanziaria di guerra”, aggiunge il pentastellato.

RIFORMA PENSIONI, L’IMPORTANZA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Durante la recente presentazione del position paper “Il ruolo dei Fondi Negoziali per la crescita del sistema Paese”, realizzato con il supporto di The European House-Ambrosetti, il Presidente del Fondo Perseo Sirio, Wladimiro Boccali, ha ricordato che “il primo pilastro della previdenza, da solo, non è sufficiente a garantire un sistema pensionistico sostenibile ed adeguato. L’investimento nella previdenza complementare di secondo pilastro è quindi strategico e indispensabile all’interno della legislazione che conosciamo”. “Avevamo bisogno di una visione organica del sistema pensionistico, e ci siamo riusciti grazie a questo studio”, ha aggiunto Boccali. Il tema della previdenza complementare è del resto anche sul tavolo del confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni.

GLI STATI GENERALI DELLE PENSIONI

Resta da capire se verranno prese misure per incentivarla che vadano oltre il semestre di consenso-assenso sul Tfr chiesto dai sindacati, arrivando magari a varare interventi fiscali a favore del comparto. Ovviamente in questo caso bisognerebbe anche mettere sul piatto delle risorse finanziarie. Intanto oggi pomeriggio si terranno “Gli Stati Generali delle Pensioni – Covid shock, debito pensionistico e debito pubblico”, un appuntamento organizzato dall’Università Bocconi e da Deutsche Bank che vedrà protagonisti diversi ospiti illustri tra cui Elsa Fornero, Ignazio Visco, Maria Bianca Farina, Pasquale Tridico, Gianmario Verona, Davide Iacovoni, Roberto Parazzini e Francesco Giavazzi. Con l’evento si cercheranno di mettere in luce le implicazioni di medio-lungo periodo dello shock determinato dalla pandemia anche per la dinamica del debito pensionistico.