I DATI DELL’OSSERVATORIO INPS
I dati dell’Osservatorio Inps sulle prestazioni pensionistiche, riferiti al 2020, evidenziano, come riporta Lapresse, che “il 59,9% delle pensioni ha un importo mensile inferiore ai mille euro. La quota di pensionati con reddito al di sotto di questa soglia scende al 33,4%, per la possibilità di cumulo di più trattamenti pensionistici. La spesa pensionistica sostenuta per l’erogazione delle pensioni sotto i mille euro è il 27,4% del totale, mentre la quota dei redditi pensionistici che appartengono alla stessa classe di importo si dimezza al 12%, sempre a causa del cumulo di più trattamenti”. Dai dati emerge anche che “le prestazioni del sistema pensionistico italiano al 31 dicembre 2020 erano 22.717.120, per 307,69 miliardi complessivi di euro” e che “il gruppo più numeroso di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: sono 11.168.031. Tra questi il 27,9% è anche titolare di trattamenti appartenenti ad altri tipi”. Inoltre, spiega l’Ansa, “le donne sono il 52% dei 16.041.202 pensionati. Hanno percepito però in media nel 2020 16.233 euro a fronte dei 22.351 medi degli uomini con una differenza del 27%”.
RIFORMA QUOTA 102, IN COSA CONSISTE
Mentre si attende il varo della Manovra e la successiva conferenza stampa di Draghi con Franco per capire come sarà strutturata ufficialmente la nuova riforma pensioni, è ormai elemento certo che l’accordo di mediazione interno al Governo produrrà una Quota 102 solo per l’anno 2022.
In attesa di una riforma complessiva – a questo punto rimandata al prossimo anno per evitare il ritorno diretto della Fornero – la soluzione trovata in Cabina di regia (con il plauso della Lega) prevede un’uscita con 64 anni di età e 38 di contributi, ma solo per il prossimo anno. «‘Quota 102′ darebbe il medesimo diritto di anticipo a chi avrà 64 anni nel 2022, ovvero i nati nel 1958. In sintesi, dunque, ‘Quota 102’ non prevede l’entrata di nuove generazioni tra quelle beneficiarie del provvedimento, rispetto a “Quota 100”», ben spiega un’analisi del quotidiano lavoce.info sulla nuova riforma pensioni. Assieme alla Quota 102, ci sarà l’Ape Sociale allargata a nuovi lavori gravosi e il rinnovo dell’Opzione Donna: su invito della Lega, troverà spazio un fondo da mezzo miliardo per accompagnare tutti quei lavoratori penalizzati dall’inasprimento dei requisiti, il cosiddetto “scalone”. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI BRAMBILLA
Intervistato dal Corriere della Sera, Alberto Brambilla spiega che Quota 102 gli “sembra una proposta di buona flessibilità”, anche se aggiungerebbe “un superbonus per chi volontariamente sceglie di lavorare fino a 70 anni e oltre”. “Quanto ai lavoratori più deboli vanno creati fondi di categoria per gli esuberi, soprattutto nelle piccole imprese”, usando “i contributi dello 0,33% che si versavano per l’indennità di mobilità”, aggiunge il Presidente di Itinerari previdenziali, secondo cui sarebbe invece un errore ampliare la platea dei lavori gravosi che accedono all’Ape social, “perché un conto sono i lavori usuranti, che esistono in tutti i Paesi e trovano riscontro nella letteratura medico-scientifica, un altro i lavori gravosi che ci siamo inventati noi, col rischio di tornare alla giungla dei regimi previdenziali precedente il ciclo delle riforme, dove ogni categoria andava in pensione con regole diverse”. Brambilla dice anche che per Opzione donna si potrebbe alzare “il requisito d’età a 60-61 anni e dall’altro lasciando il calcolo contributivo non sull’intero assegno ma solo sui versamenti successivi al 1995”.
L’ACCORDO RAGGIUNTO NEL GOVERNO
Sembra essere stata raggiunta la quadra nel Governo sulle misure di riforma pensioni da inserire nella Legge di bilancio. Ape social e Opzione donna, come spiega Repubblica, dovrebbero diventare strutturali, prevedendo anche un allargamento dei lavori gravosi che hanno accesso all’Anticipo pensionistico a 63 anni. Confermato lo stop a Quota 100, si passerebbe a Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) per un solo anno. A partire dall’inizio del 2022 partirebbe quindi un confronto per una riforma più organica del sistema previdenziale che scatterebbe dal 2023. Dovrebbe anche essere stanziato un fondo da 500 milioni di euro per consentire una via di accesso al pensionamento anticipato agevolato, rispetto a Quota 102, per alcune categorie. Non si conoscono però molti dettagli in merito. Sembra che queste risorse siano destinate alle piccole imprese che non avrebbero possibilità di utilizzare il contratto di espansione. Probabile che questa soluzione di compromesso possa evitare lo scontro coi sindacati dando la garanzia di un confronto che inizierebbe entro circa 3 mesi.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI ANTONIO PALMA
In un’intervista a gazzettinodelchianti.it, Antonio Palma, ex funzionario Inps de ex direttore dell’Agenzia di Empoli, spiega che “nell’ambito delle problematiche delle pensioni e in particolare nella valutazione della propria situazione previdenziale, non serve stare dietro alle inutili e illusorie proposte di riforma delle pensioni che ogni giorno politici, sindacalisti, giornalisti e presunti esperti propongono all’opinione pubblica alla ricerca solo di facile notorietà. Sarà necessario attendere la prima bozza di riforma che il Governo presenterà per capire cosa aspettarsi nel 2022. Nel frattempo sarà importante valutare la propria situazione con un’attenta verifica dell’estratto conto contributivo da stampare dal sito Inps con lo Spid o rivolgendosi a uno dei molti patronati presenti nel territorio”.
IL CONTROLLO DEI CONTRIBUTI VERSATI
Palma evidenzia infatti che “solo con questa verifica il cittadino potrà valutare, con le norme in vigore oggi, le varie ipotesi di pensionamento e, nello stesso tempo, verificare l’esattezza della posizione assicurativa ed eventualmente provvedere alle necessarie integrazioni”. In tal senso consiglia alle donne di chiedere “il riconoscimento della maternità se avuta prima di iniziare a lavorare” e agli uomini di verificare “se il periodo di servizio militare sia stato già inserito o se vi sono periodi di lavoro anche lontani nel tempo che risultano nel libretto di lavoro ma non nell’estratto conto”. Queste azioni possono essere utili anche “per essere certi di aver acquisito il diritto ad andare in pensione con Quota 100 entro il 31 dicembre 2021”, sapendo di poter anche continuare a lavorare senza perdere la possibilità di andare in quiescenza in anticipo.
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