RIFORMA PENSIONI, ZINGARETTI CONTRO SALVINI E DI MAIO

Continuano a far discutere il blocco parziale delle indicizzazioni e il taglio degli assegni più alti contenuti nella riforma pensioni. Nicola Zingaretti, Segretario del Partito democratico, sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Il Governo ha appena tagliato le pensioni a 6 milioni di persone. Stiamo parlando di pensioni a partire da 1500 euro lordi al mese. Salvini e Di Maio, vergognatevi!” . Il precedessore di Zingaretti, Maurizio Martina, lancia un messaggio simile su Twitter: “Lega e Cinque Stelle tagliano le pensioni da 1500 euro lordi al mese e preparano la tassa piatta per i milionari. Forti coi deboli e deboli con i forti. Prima se ne vanno e meglio è”. Lo Spi-Cgil, via social, mostra invece come si presenterà il “cedolino” della pensione di giugno con il conguaglio dovuto al recupero dell’indicizzazione non dovuta nei primi tre mesi dell’anno. “Si scrive conguaglio, si legge vi abbiamo fregato i soldi”, è il messaggio del sindacato che scenderà in piazza il 1° giugno per protestare contro questa misura.



RIFORMA PENSIONI, SALVINI RIVENDICA QUOTA 100

Nei giorni scorsi dal Movimento 5 Stelle sono arrivate diverse “frecciate” contro la Lega, tra cui quella riguardanti i provvedimenti promossi e approvati: pochi quelli del Carroccio, molti di più quelli dei pentastellati, accusati da Salvini di essere causa di immobilismo. Il Leader della Lega, intervistato dal Corriere della Sera, ci tiene però a mettere i punti sulle i per quanto riguarda almeno la riforma pensioni con Quota 100. “Quota 100 di chi era? Chi chiedeva il superamento della Fornero? A oggi abbiamo cambiato la vita a più di 200 mila persone. E si stabilizzerà il rapporto che vede un posto di lavoro ogni due persone che andranno in pensione”, evidenzia Salvini. Che aggiunge: “E poi, la legittima difesa è legge. Lei ricorda chi l’ha voluta? La Pace fiscale: lo scriva, dopo aver migliorato la situazione di tante persone, l’obiettivo è di estenderla alle società. E con la flat tax sarà un nuovo miracolo italiano. Si tornerà al boom degli anni Cinquanta, altro che questa Europa grigia e triste di precari”.



DURIGON: RISPARMI DI QUOTA 100 A RIDUZIONE DEL DEBITO

Claudio Durigon, intervistato da Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital, ha spiegato che probabilmente ci saranno dei risparmi dalle risorse stanziate per la riforma pensioni con Quota 100. “Quando si fanno delle azioni del genere, la ragioneria e l’Inps devono quantificare e trovare la copertura del 100% delle platee che vengono definite. Su quota 100 siamo di fronte a un’opzione, quindi ognuno può scegliere in base al suo stato personale di motivazione se andare o no in pensione”, ha detto il sottosegretario al Lavoro secondo quanto riporta Adnkronos. Durigon ha aggiunto che a oggi “le domande presentate sono circa 136mila, quasi 20mila di opzione donna, l’azione era prevista di 290mila quest’anno, siamo a maggio e quindi siamo in linea”. “Si arriverà a un livello di domanda del 70-80%, che era la nostra previsione, poi le coperture sono state messe al 100%, quindi dei risparmi ci saranno, non tanto quest’anno ma alla fine del triennio”, ha evidenziato, ricordando che su tali risparmi “c’è un vincolo, devono tornare in ragioneria, vanno nel calderone della diminuzione del debito”.



RIFORMA PENSIONI, I RISPARMI DI QUOTA 100

Giuliano Cazzola, in un’intervista con Adnkronos/Labitalia, parla di riforma pensioni spiegando che “in Italia, non ci sono mai state tante pensioni anticipate quante ne ha consentite la riforma Fornero. Nei flussi (le nuove pensioni) degli ultimi anni nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti, ogni 100 pensioni di vecchiaia ne venivano liquidate 220 di anzianità”. Dal suo punto di vista, poi, è facile immaginare che ci saranno dei risparmi di risorse rispetto a quelle stanziate per Quota 100: “Io trovo plausibile una stima fatta nei giorni scorsi dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil, secondo la quale a fronte di un preventivo di spesa, stanziato in bilancio, di 21 miliardi in un triennio saranno impiegati solo 13,7 miliardi. Vi sarà quindi un residuo di risorse che non verranno utilizzate, sempre nel triennio 2019-2021, pari ad oltre 7 miliardi”, evidenzia, aggiungendo che il miliardo risparmio sul reddito di cittadinanza, “dovrebbe essere destinato al taglio del cuneo fiscale, insieme alle risorse che saranno risparmiate sulle pensioni”.

ASCANI CONTRO IL GOVERNO

Continuano a far discutere le misure di riforma pensioni che vanno a incidere sugli importi degli assegni dei pensionati, che a giugno rischiano di avere, in taluni casi, delle decurtazioni che potranno farsi sentire non poco. Motivo per cui i sindacati saranno in piazza il 1° giugno a Roma con una manifestazione unitaria. “Non solo gli 80 euro: Salvini e Di Maio mettono le mani anche nelle tasche dei pensionati. Ma lo faranno solo dopo le Europee. Sono i signori della truffa elettorale. Lo stop alle rivalutazioni degli assegni medi è stato deciso 6 mesi fa, ma il taglio scatta solo dopo le elezioni. Quasi 6 milioni di pensionati avranno a giugno un assegno più leggero. Grazie a M5s e Lega”, scrive sulla sua pagina Facebook Anna Ascani. La deputata del Pd, in un altro post scrive: “Alzano l’Iva e tolgono gli 80 euro. Ecco cosa significa #governodelcambiamento.  Impoveriscono gli italiani mentre sperperano i nostri soldi tra staff e aerei di Stato e occupano tutte le poltrone possibili. Mandiamoli a casa!”.

RIFORMA PENSIONI, IL MESSAGGIO DI BERLUSCONI A SALVINI

In un’intervista a Il Gazzettino, Silvio Berlusconi lancia un messaggio a Matteo Salvini e parla anche di riforma pensioni. “Se la Lega continuerà a tenere in vita un governo che aumenta le tasse, fa calare l’occupazione, blocca le grandi opere, aumenta la burocrazia, indebita ancora di più l’Italia, viola i diritti in materia di giustizia, non capisco come possa pensare che gli elettori di centro-destra continuino a dargli fiducia”, spiega l’ex Premier, secondo cui un nuovo esecutivo guidato dal centrodestra non potrebbe che eliminare il reddito di cittadinanza, anche perché gli stessi italiani non sembrano gradirlo. “Molti dei possibili beneficiari si stanno accorgendo che è una presa in giro, tanto è vero che sono in parecchi a rinunciare. Noi daremo risposte serie, a cominciare dall’aumento delle pensioni minime a 1000 euro a tutti, anche alle casalinghe, per arrivare ai provvedimenti per dare un lavoro vero ai giovani: aboliremo per diversi anni ogni tassazione e contributo a carico alle aziende che assumono, finanziando la spesa con i fondi europei attualmente male utilizzati”, aggiunge Berlusconi.

RIFORMA PENSIONI, L’ALLARME DELL’ANAP

In questi giorni sono arrivati nuovi dati, oltre che sulle domande presentate all’Inps per Quota 100, anche su quelle relative a reddito e pensioni di cittadinanza. L’Anap esprime una certa preoccupazione per il fatto che finora per le pensioni di cittadinanza sono state presentate meno di 150.000 domande e che “se la percentuale di quelle respinte dall’Inps si confermerà, come sembra, del 25%, avremmo solo circa 100.000 pensionati che avranno avuto un qualche beneficio da questa osannata e propagandata legge per ridurre la povertà, quando invece sono ben 2.200.000 i pensionati che non superano il trattamento minimo di pensione”.

I PALETTI DA CAMBIARE

“La realtà è che, a causa dei numerosi paletti imposti dalla Legge 26/2019 di conversione del Decreto-legge 4/2019 sul Reddito di cittadinanza, quali gli stringenti limiti reddituali e patrimoniali, nonché quelli anagrafici, la stragrande maggioranza dei pensionati poveri, che sono cioè sotto la soglia di povertà, non avranno diritto ad alcuna integrazione della pensione”, fa sapere l’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato. Che cita poi alcuni di questa paletti, come quello riguardante il requisito anagrafico di 67 anni per i beneficiari che pone “una seria discriminazione tra nuclei familiari di pensionati ugualmente poveri che si differenziano solo perché, ad esempio, in uno di essi c’è una coppia di anziani ultrasessantasettenni e nell’altro una coppia in cui uno solo è di età inferiore a 67 anni”. Oppure l’impossibilità di avere più di 8.000 euro a coppia come risparmio che può servire in caso di “un’emergenza, quale un problema di salute”.