LA RIVALUTAZIONE DEGLI ASSEGNI (IN ATTESA DELLA RIFORMA PENSIONI)
Dal 2022 per effetto della Manovra di Bilancio ancora in discussione in Parlamento si tornerà ai tre “scaglioni Prodi”, con assegni più ricchi per alcune categorie di pensionati: come segnala “Today Economia”, si attua una «rivalutazione piena al 100% per le persone fino a 4 volte il minimo (ovvero 2.062 euro lordi), al 90% sulla quota di pensione tra quattro e cinque volte il minimo (fascia tra 2.062 e 2.577,90 euro) e del 75% sulle pensioni oltre cinque volte la quota minima».
Nel decreto pubblicato lo scorso 17 novembre in Gazzetta Ufficiale, si stabilisce che «a percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 sia determinata in misura pari a +1,7 dal 1° gennaio 2022, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo». Se non vi saranno correttivi nella Finanziaria, per una pensione di 1000 euro la rivalutazione sarà di circa 13 euro netti, con 1.500 potrebbe salire a 18,61 euro, 25,9 euro netti per chi invece ha un trattamento pensionistico di 2.500 euro mensili (stime del sindacato Snals Verona). (agg. di Niccolò Magnani)
L’INCERTEZZA SULLE PENSIONI DAL 2022
Tra le poche certezze sull’immenso mondo pensioni vi è la nuova riforma che partirà nel 2022 e che di fatto sostituirà la riforma Quota 100 dell’allora Governo Conte-1: dopo però resta un grande punto interrogativo, con il Governo Draghi chiamato nei primi mesi del 2022 ad assolvere al compito promesso a parti sociali e lavoratori.
Occorre infatti lavorare alla nuova legge previdenziale che dal 2023 possa da un lato riportare gli argini delle “quote” verso una più normale riforma strutturale, dall’altro evitare un ritorno tout court alla legge Fornero vista l’indisponibilità dei partiti e lo scontro serrato con l’Europa (che pure vorrebbe un ripristino delle pensioni di vecchiaia a 67 senza molte “opzioni”). Come spiega l’editoriale di ieri sul portale “Pensioni per tutti” – a cura di Mauro Marino – vi è una sostanziale incertezza che grava sul futuro previdenziale: «Nessuna notizia, nessuna dichiarazione, niente di niente. Solo documenti pubblicati, “casualmente”, proprio in questi giorni dalla Corte dei Conti, da Bankitalia, dichiarazioni della UE di riduzione della spesa che implicitamente invitano a ridurre la spessa previdenziale. Affermazioni che fanno il paio con quelle di Draghi e del Ministro Orlando di pochi giorni fa che in vista della parziale riforma che ci sarà nel 2022 alimentano un ulteriore clima di incertezza ed insicurezza nei lavoratori affermando che ci sarà una flessibilità in uscita mantenendo l’impianto contributivo». Non solo, si chiede il portale esperto di previdenza, «Si è detto tante volte che il governo non affrontava il problema previdenziale dal momento che all’attualità esiste la legge Fornero molto gradita all’Europa, ma dopo queste dichiarazioni di convergenza spedita verso il sistema contributivo, il mantenimento del sistema misto previsto dalla legge Fornero è salvaguardato?». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LANDINI
Anche ieri i sindacati sono scesi in piazza e a Roma Maurizio Landini ha mandato un chiaro messaggio al Governo anche in tema di riforma delle pensioni. “Stiamo avanzando delle richieste esplicite: hanno allargato i lavori gravosi e hanno assunto un lavoro importante fatto da varie Commissioni. Bene, ma secondo noi, si può migliorare ulteriormente perché alcune attività gravose non le hanno ancora individuate” e “allo stesso tempo c’è bisogno che questa possibilità venga estesa”, ha detto il Segretario generale della Cgil secondo quanto riporta Lapresse. Landini ha anche aggiunto: “Non pensino di prenderci in giro. Loro si sono impegnati ad aprire con noi a dicembre una trattativa per ridisegnare la legge Fornero. Noi abbiamo pazienza, sono 10 anni che aspettiamo e qualcuno di voi può dire che abbiamo aspettato fin troppo”.
LE PAROLE DI MELONI
Landini ha evidenziato che “vogliamo fare questa discussione sul serio. Se non abbiamo risposte, né su questo né sul fisco, non abbiamo nessuna intenzione di fermarci nella nostra proposta e nella nostra iniziativa perché abbiamo intenzione di portare a casa dei risultati concreti per le persone che rappresentiamo. E la nostra forza è l’unità delle organizzazioni sindacali”. Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, invece, intervenendo agli Stato generali dei consulenti del lavoro, come riporta diariodelweb.it, ha detto che “servono risorse sprecate per il Reddito di Cittadinanza per le pensioni di invalidità che sono uno scandalo, sono riconosciute come inadeguate da tutti fino ai livelli più alti delle istituzioni”.
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