SALVINI TUONA CONTRO RIFORMA FORNERO

Nel giorno in cui i sindacati si riuniranno a Roma con le imprese per discutere dei temi sul lavoro, Green Pass e pensioni, torna a tuonare contro il pericolo di un ritorno della Legge Fornero il leader della Lega Matteo Salvini. Collegato in diretta Facebook da Montevarchi (Arezzo) all’inaugurazione della sede della Lega, l’ex Ministro degli Interni sottolinea come l’intero Centrodestra dovrà fare vere e proprie barricate per evitare il ritorno della riforma previdenziale del Governo Monti.



«Nei prossimi mesi si parlerà di riforma delle pensioni, qualcuno proverà a tornare alla legge Fornero, noi faremo le barricate dentro e fuori al Parlamento per evitarlo», sottolinea Salvini certificando l’accordo ancora molto lontano tra partiti, esecutivo e sindacati. Di contro, il leader della Cgil Maurizio Landini ha ribadito come il problema delle pensioni «non è solo il superamento di quota 100, che di per sé è un problema. Ma il tema è se si introduce un sistema flessibile con cui si può uscire a partire dai 62 anni, se si riconosce la diversità dei lavori” spiega il leader della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che per i giovani “bisogna introdurre una pensione di garanzia».



PENSIONI, LANDINI “MINACCIA” IL GOVERNO

«Se la riforma del fisco non si farà, se la riforma delle pensioni non si farà, se non si lotta contro il precariato, io penso che il ruolo del sindacato sia quello di chiamare alla mobilitazione democratica perché è arrivato il momento di indirizzare il cambiamento del Paese»: con queste parole il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha lanciato un monito chiaro al Governo Draghi, impegnato nelle prossime settimane a cominciare il tavolo con i sindacati per ragionare sulla nuova riforma post-Quota 100.

Come già scrivevano le tre sigle nazionali la scorsa settimana nella lettera inviata al Premier Mario Draghi, serve un incontro immediato con l’esecutivo per impostare i piani di riforme dei prossimi mesi (come già anticipato dallo stesso Presidente del Consiglio in conferenza stampa, ndr). Le parole dette però da Landini sia alla Festa del Fatto Quotidiano che alla festa della Cgil a Forlì risuonano come una “minaccia”, un ultimatum: o l’incontro con relativi tavoli successivi per discutere a fondo della riforma da inserire in Manovra di Bilancio, o mobilitazione-sciopero nell’autunno che già si prospetta molto “caldo”.



LA RIFORMA PENSIONI DI BOERI E LA REPLICA DI DAMIANO

Sul tavolo al momento non vi sono ricette “preferite” di altre per il MEF e il Ministero del Lavoro, tranne l’estensione e ampliamento dell’Ape Sociale con il quale il Governo intende neutralizzare la richiesta della Lega di modificare ma prorogare comunque la Quota 100: come riforma pensioni restano ancora valide la Quota 41, il contratto di espansione, una riedizione della legge Fornero e pure l’ultima proposta di Boeri e Perotti sull’uscita anticipata a 63 anni di età dal mondo del lavoro con penalizzazione sull’importo mensile. All’Agenzia Dire però, Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi hanno replicato all’ex presidente dell’INPS contestando che quella proposta di riforma ricalca praticamente in tutti i passaggi la proposta di legge 857 del 2013 a prima firma Damiano, Baretta e Gnecchi. «Soddisfazione – spiegano il consigliere Inail e la vicepresidente Inps – perché il suggerimento degli autori copia esattamente la proposta di legge 857 del 2013 a prima firma Cesare Damiano, Pierpaolo Baretta e Marialuisa Gnecchi. Finalmente, dopo otto anni, c’è qualcuno che rivaluta un’idea che venne a suo tempo bocciata. Stupore, perché uno degli autori dell’articolo è quello stesso Tito Boeri che contribuì, da presidente dell’Inps, alla sua bocciatura perché ritenuta troppo costosa e, quindi, incompatibile con i conti dello Stato. Adesso pare che sia diventata compatibile».