RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MANTOVANI
Mario Mantovani spiega che la Cida ha più volte sostenuto “la necessità di interventi tempestivi e selettivi per superare il vuoto normativo dopo ‘quota 100’” in tema di riforma pensioni. “Certamente, come ha rimarcato il presidente dell’Inps, va ricercata una soluzione che non dissesti il quadro finanziario. A nostro avviso dall’analisi manca il fattore ‘previdenza complementare’, quel famoso ‘secondo pilastro’ che può soddisfare le esigenze di flessibilità del lavoratore, senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici. In tal senso sarebbe utile alzare il limite della deducibilità fiscale degli investimenti in previdenza complementare, da anni fermo ad un ‘tetto’ di poco superiore ai 5mila euro”, aggiunge il Presidente della Cida commentando la relazione con cui Tridico ha presentato l’annuale Rapporto Inps.
LA SEPARAZIONE TRA PREVIDENZA E ASSISTENZA
“Più in generale, per parlare di flessibilità in uscita con una visione pragmatica, occorre partire dal lavoro, in particolare per i giovani e le donne, poi migliorare e implementare tutti gli strumenti già in essere a sostegno della vita contributiva del lavoratore e, infine, evitare formule punitive per chi ha versato contributi previdenziali rilevanti ed è costretto ad anticipare il pensionamento”, ha aggiunto Mantovani, che condivide anche l’appello di Tridico “per una celere conclusione dei lavori della Commissione tecnica” relativa alla separazione tra assistenza e previdenza, così da “mettere a tacere quelle voci allarmistiche che puntualmente si alzano per motivare e tentare di giustificare i ripetuti ‘contributi di solidarietà’ o blocchi delle perequazioni che hanno troppo spesso colpito i pensionati con redditi medio-alti”.
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