RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DI BRAMBILLA

Come ha recentemente ricordato anche uno degli esperti previdenziali più “vicini” alla Lega come Alberto Brambilla – con intervento su ilpuntopensionielavoro.it – il Governo deve al più presto tornare una riforma pensioni che possa andare oltre Quota 100: per il presidente di “Itinerari Previdenziali”, urge al più presto una «flessibilità frutto di un intervento definitivo e strutturale dando ai cittadini delle certezze con regole semplici e valide per tutti». Come più volte già espresso da Brambilla anche durante lo scorso Governo Conte, ad oggi «mantenendo i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età, indicizzata all’aspettativa di vita, e almeno 20 di contribuzione, quello che si potrebbe fare è sostituire le varie Quota 100, opzione donna, Ape sociale e agevolazioni varie, da un lato, estendendo ad altre categorie professionali i fondi esubero (che, sul modello di quanto fatto già fatto da banche e assicurazioni, sarebbero completamente finanziati da imprese e lavoratori, dunque a costo zero per la collettività) e, dall’altro, consentendo un pensionamento flessibile con 64 anni di età, sempre indicizzata, con almeno 39 anni di contributi, di cui non più di 3 figurativi». (agg. di Niccolò Magnani)



M5S ESULTANO “TAGLIO PENSIONI D’ORO”

L’anno è quasi finito e il Governo è consapevole che sul fronte pensioni dovrà avvenire ben di più del rinnovo della riforma Quota 100: nel frattempo però, con Renzi che attacca i grillini sulla riforma scritta con la Lega e con il M5s che invece rivendica il successo dei provvedimenti da loro stessi incardinati, come il taglio delle pensioni d’oro. «Dopo il Reddito di Cittadinanza e Quota 100, dal 1° giugno di quest’anno è entrato a regime anche il taglio delle pensioni d’oro, una nostra promessa storica che abbiamo mantenuto appena arrivati al governo, perché la giustizia sociale sarà sempre una nostra stella polare», ha scritto l’account ufficiale del M5s sui principali social, rivendicato poi anche da vari esponenti del Governo sponda grillina, da ultimo Carlo Sibilia (Sottosegretario al Ministro dell’Interno) che su Twitter ha sostenuto questa mattina «Dal primo giugno scorso è entrato a regime il taglio delle pensioni d’oro, una delle nostre battaglie storiche, un’altra promessa realizzata per il cambiamento dell’Italia». (agg. di Niccolò Magnani)



RENZI CONTRO QUOTA 100 (E CONTRO CONTE)

Che Matteo Renzi sia l’esponente di maggior critica al Governo stando nel Governo non è certo la novità del giorno, eppure sul fronte della riforma pensioni di Quota 100 in una delle ultime interviste dell’anno arriva l’affondo contro una parte della Manovra che al leader di Italia Viva non è andata proprio giù. Al grido di «non moriremo grillini», Renzi rilancia le sfide per il prossimo anno: «Conte riferimento per Zingaretti? Non ho ragione per discutere con Nicola. E non perché sia Natale, ma perché non è utile. Io non credo che Conte sia un punto di riferimento per i progressisti. È il premier, lo rispetto ma ricordo le sue frasi sul populismo, sul giustizionalismo, sulla Diciotti, sul reddito di cittadinanza, su quota 100. Se però per Zingaretti Conte è l’uomo giusto, amici come prima. Per noi non lo è stato, non lo sarà: con lui governiamo in condizioni emergenziali». Attacchi non solo sulla riforma di Quota 100 rimasta intatta anche in questa Manovra, a Renzi non piace neanche l’ultimo Decreto Milleproroghe «torniamo all’Abc: nel mille proroghe ci vanno le proroghe, non le brillanti intuizioni di qualche demagogo». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CRIMI

Commentando sulla sua pagina Facebook la notizia, riportata dal Fatto Quotidiano, sul ricorso che l’Inpgi ha presentato al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che consente agli iscritti di poter accedere agli atti sull’alienazione degli immobili dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, Vito Crimi evidenzia che “l’unico vero nemico dell’Inpgi sono proprio i suoi amministratori, che dimostrano di volerla gestire senza rendere conto neanche ai propri iscritti delle scelte fatte, anche dalle precedenti gestioni”. Il riferimento è anche alle recenti notizie circa le norme di riforma pensioni che riguardano anche l’Ipngi, oltre che alle accuse che lo stesso ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria aveva ricevuto ai tempi del Governo Conte-1. C’è infatti chi sosteneva che volesse sopprimere l’Inpgi.

L’APPELLO AI GIORNALISTI

Crimi si appella quindi ai giornalisti, chiedendo loro, di pretendere trasparenza dall’Inpgi stessa: “Chiedete in dettaglio a quanto ammontano le pensioni erogate e se ci sono pensioni d’oro. Confrontate la pensione media erogata con le pensioni di altre casse, e con quanto potenzialmente spetterà a voi e domandatevi se ha senso tutto ciò. Chiedete quali sono gli importi spesi per stipendi e spese di funzionamento della struttura, e quanto stanno spendendo, dei vostri soldi e del vostro futuro, per difendersi in Consiglio di stato da una richiesta di accesso agli atti, di semplice trasparenza”. “Insomma, vi chiedo solo di fare il vostro lavoro di giornalisti, nel quale siete bravi, anche con l’Inpgi, nel vostro unico e principale interesse”, conclude Crimi.