PENSIONI ITALIANI ALL’ESTERO, VERSO LA RIFORMA?
La riforma pensioni per il prossimo anno è attesa su più fronti, compresa la situazione degli italiani all’estero: in attesa però di capire quali potranno essere le decisioni da prendere in sede di discussione Ministero-sindacati, per il biennio 2022-2023 vi saranno diverse verifiche per accertare l’esistenza dei beneficiari del trattamento previdenziale.
Come specificato dall’INPS prima di Natale, chiunque risieda attualmente in America, nei Paesi scandinavi, negli Stati dell’Est Europa, in Asia e in Medio ed Estremo Oriente, a partire dal prossimo 7 febbraio 2022, riceverà da Citibank Na (l’istituto che si occupa di effettuare i pagamenti al di fuori del territorio nazionale per conto dell’Inps) gli specifici moduli di richiesta di attestazione dell’esistenza in vita. Se tale documentazione non sarà compilata e restituita entro il 7 giugno 2022, allora il pagamento della pensione di luglio potrà essere effettuato solo in contanti presso le agenzie Western Union. «Nel caso in cui al mancato invio dell’attestazione in vita si aggiunga anche la non riscossione della pensione, il pagamento della stessa sarà sospeso a partire dalla successiva rata, ovvero quella di agosto 2022», specifica “Il Giornale” citando il documento INPS. (agg. di Niccolò Magnani)
AUMENTO ETÀ PENSIONI: I LIMITI
Mentre si discuterà e non poco nei primi mesi del 2022 per la messa in costruzione del “cantiere” della nuova riforma pensioni, alcuni punti base sono stati chiariti nella formulazione finale della Manovra di Bilancio.
Misure per la pensione dell’anno 2022, “base” per il futuro (ritorno al pieno contributivo) e limiti sull’aumento dell’età pensionabile: con un decreto targato 27 ottobre il Ministro dell’Economia Daniele Franco ha stabilito che non vi sarà alcun aumento dell’età pensionabile almeno fino al 31 dicembre 2024. Non solo, il Governo ha anche stabilito che «le future modifiche all’età pensionabile si legheranno all’aumento della “speranza di vita”, che verrà calcolata solo dal 1° gennaio 2023». Pensione di vecchiaia e assegno sociale rimarranno con età “invariata” fino almeno a fine 2024, con 67 anni come soglia limite. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, L’ATTESA PER IL FONDO PREPENSIONAMENTI PMI
Tra le misure di riforma pensioni inserite nella Legge di bilancio, come ricorda il sito del Sole 24 Ore, c’è l’istituzione di un fondo di 550 milioni (in tre anni) a disposizione delle Pmi “per avviare prepensionamenti di lavoratori con almeno 62 anni di età. I criteri saranno ufficializzati con un Dm da pubblicare entro marzo 2022”.
Pmi.it evidenzia che il fondo vale 150 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023 e altri 200 milioni per il 2024. “Il prepensionamento avviene ‘su base convenzionale’ senza prevedere modalità di accompagnamento alla pensione (eventuale accredito di contributi figurativi o assegno economico in stile Ape Sociale). Per quanto concerne i requisiti della Pmi in crisi, non vengono specificati criteri di identificazione, definizioni o dimensione, lasciando ipotizzare che si tratti di aziende fino a 50 lavoratori”.
RIFORMA PENSIONI, IL CONTEGGIO DEI CONTRIBUTI PER OPZIONE DONNA
Stando sempre sul tema della riforma pensioni, per quanto riguarda la proroga annuale di Opzione donna, sottolinea il sito di Ipsoa citando la circolare della Fondazione Studi consulenti dei lavoro sulle novità previdenziali della manovra, restano “confermate le finestre di attesa di 12 e 18 mesi” e non bisogna dimenticare che i 35 anni di contributi necessari all’accesso devono essre “‘effettivi’, escludendo cioè la contribuzione figurativa della disoccupazione (Aspi, Mini-Aspi e Naspi) e della malattia non integrata dal datore di lavoro. L’accesso a Opzione Donna in tutti i settori potrà essere richiesto anche dopo il 2022, sempre a condizione che i requisiti siano però maturati entro la scadenza fissata al 31.12.2021”.
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