LE RICHIESTE DELLA CNA

Come riporta quibrescia.it, Angelo Bregoli è stato confermato alla presidenza di CNA Pensionati Brescia. Tra le istanze di cui si farà promotore nel nuovo mandato c’è ancora quella dell’adeguamento “Istat delle pensioni, al fine di conservare una capacità di spesa in ragione dell’aumento del costo della vita e della necessità di acquisire nuovi prodotti e servizi”. Un tema condiviso anche dalla CNA Brescia, la cui Presidente Eleonora Rigotti ha ricordato l’importazione della “rivalutazione della pensione minima, in un momento in cui la difficile situazione economico-sociale ha ampliato la fascia di chi oltrepassa la soglia di povertà. E i pensionati costituiscono ancora un fulcro importante per il sostegno ai nuclei familiari”. A proposito dell’importo degli assegni pensionistici, val la pena ricordare quanto segnalato da quifinanza.it, ovvero che nel mese di agosto si procederà al conguaglio relativo alle risultanze della dichiarazione dei redditi, se effettuate entro il 31 maggio. Per quelle presentate successivamente, il conguaglio potrà arrivare anche a novembre.



IL TAGLIO DALL’UE E IL RILANCIO DEI SINDACATI

Con la presentazione del piano economico del semestre europeo, ieri la Commissione Ue ha lanciato un monito diretto all’Italia: il debito va ridotto entro il 2022, visto che poi dall’anno successivo tornerà il patto di stabilità. È dunque già allarme dato che si scrive “ridurre il debito” ma si legge “tagliare pensioni e welfare”: il Governo Draghi ne dovrà dunque tenere conto nel preparare la prossima riforma previdenziale e soprattutto la Manovra di Bilancio d’autunno: Draghi stesso ha in mente un modello diverso della mera austerità, ovvero riforma fiscale e investimenti mirati con il PNRR. Ma sulle pensioni trova il “diktat” dei sindacati che chiedono a gran voce una degna sostituta della Quota 100 in scadenza a fine anno: oggi su Repubblica il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, rivendica «E’ mancata finora una effettiva politica di concertazione ed un patto sociale che noi vogliamo si realizzi su tutte le questioni sul tappeto, dai licenziamenti alla sicurezza sul lavoro, dall’utilizzo del Recovery Plan alle riforme degli ammortizzatori e delle politiche attive, dal fisco alle pensioni. La condivisione degli obiettivi e delle responsabilità reciproche è la strada giusta oggi per far ripartire il Paese». (agg. di Niccolò Magnani)



RITA TRA LE ALTERNATIVE A QUOTA 100

Come noto, a fine anno scadrà la misura di riforma pensioni nota come Quota 100. “Questo significa che in vista di uno stop, è necessario studiare un’alternativa per i lavoratori che raggiunta la quota 100 si troveranno di fronte a uno scalone da 62 a 67 anni”, evidenzia la Fenapi di Massa Carrara. Chi è iscritto alla previdenza complementare potrà eventualmente anche valutare il ricorso alla Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata, che per i disoccupati da almeno due anni, se iscritti da almeno 5 anni al fondo pensione, consente di avere una rendita fino a 10 prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici. Come ricorda pmi.it, quindi, è possibile già a 57 anni percepire “non una indennità di prepensionamento in senso stretto, poiché non è previsto alcuno sconto sull’età pensionabile né sugli anni di contributi necessari a ritirarsi dal lavoro, ma l’erogazione anticipata di quanto accumulato presso il fondo pensione”. La cifra che si andrà a prendere sarà quindi commisurata ai versamenti effettuati.



LA RISOLUZIONE DEL PD SULL’INPGI

In una risoluzione presentata in commissione Cultura alla Camera, alcuni deputati del Partito democratico chiedono al Governo di impegnarsi per anticipare l’attuazione della Legge 58 del 28 giugno 2019, invocata come misura di riforma pensioni dallo stesso Inpgi per mettere in sicurezza la previdenza dei giornalisti. Come noto, tale legge prevede l’allargamento della platea degli iscritti all’Inpgi a partire dal 2023 con l’inserimento della categoria dei comunicatori. Nel testo della risoluzione, i deputati dem ricordano che “ogni mese le uscite per il pagamento delle pensioni sono circa una volta e mezza le entrate da contributi. La situazione è molto simile a quella della previdenza dell’Inps che però, a differenza dell’Inpgi, può contare per restare in equilibrio sulla fiscalità generale. Nel 2020 il disavanzo dell’Inpgi ha raggiunto quasi 250 milioni, per cui per raggiungere il pareggio dei conti di bilancio sarebbe necessario un aumento del 5% dei contributi o la diminuzione del 30% della spesa per le pensioni. Ipotesi evidentemente non praticabili”.

RIFORMA PENSIONI, LE CATEGORIE ESCLUSE DA QUOTA 100

In un articolo su farmacista33  viene ricordato che il dibattito sulla riforma pensioni post Quota 100 “non riguarda i farmacisti titolari o contribuenti ad una sola cassa, l’Enpaf. Lo stesso ente ha comunicato a gennaio con una circolare che la professione è esclusa dai benefici di Quota 100, in quanto i contributi versati non possono concorrere al raggiungimento dei requisiti prescritti per erogare le pensioni di questo tipo in Enpaf, né sono in parte utilizzabili per unirli ad una posizione contributiva Inps. Ciò non toglie che chi contribuisce sia in Inps sia in Enpaf possa ‘accedere al cumulo gratuito dei contributi, od alla totalizzazione parimenti gratuita, ovvero alla onerosa ricongiunzione per trasferire presso un unico ente tutti i contributi versati in più gestioni’”.

LE PAROLE DI SCHIRÒ (PD) SU RIFORMA PENSIONI

Intanto, come riporta l’agenzia Aise, Angela Schirò, sempre riguardo al dibattito sulla riforma delle pensioni, ha evidenziato che “i pensionati italiani Inps residenti in Bulgaria continuano ad essere ingiustamente e illogicamente tassati alla fonte (e cioè dall’Italia che applica una aliquota fiscale molto più elevata) per una anomalia della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Bulgaria, quando invece la stragrande maggioranza delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia prevedono la tassazione delle pensioni Inps nel Paese di residenza”.

La deputata del Pd eletta all’estero ha quindi “scritto di nuovo al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per sollecitare un interessamento e un intervento risolutivo”. Vedremo se verrà trovata un soluzione a questo problema.

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