RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAZZOLA

In un articolo pubblicato su firstonline.info, Giuliano Cazzola commenta l’analisi sui cambiamenti concernenti la spesa pensionistica dell’Ufficio parlamentare di bilancio, le cui proiezioni arrivano fino al 2070. L’ex deputato evidenzia che si tratta di proiezioni piuttosto sensibili “alle diverse ipotesi macroeconomiche di medio-lungo periodo, la cui fissazione è resa complessa dall’ampiezza dell’orizzonte temporale e dalla capacità di valutare adeguatamente gli effetti di lungo periodo delle scelte di policy sul quadro macroeconomico”. In effetti è molto difficile poter fare delle stime sull’andamento dell’economia per i prossimi decenni, soprattutto per “l’incertezza sulle conseguenze della crisi da Covid-19 e sulla efficacia delle politiche di rilancio sia nazionali che coordinate a livello europeo”.



IL LIMITE DELLE STIME SULLA SPESA PENSIONISTICA

Cazzola evidenzia anche che in questo senso “le proiezioni sinora disponibili non hanno potuto ancora tenere pienamente conto delle misure del Pnrr e del loro impatto su mercato del lavoro, produttività e crescita (anche perché non ci sono ancora state)”. Dal suo punto di vista, “è ovvio che gli scenari indicati sono elaborati, ognuno con le sue variabili, a legislazione vigente. Ovvero presuppongono la cessazione di quota 100 alla fine dell’anno in corso, mentre il congelamento dei requisiti del pensionamento di anzianità resterà operativo fino a tutto il 2026. Non sono prese in considerazione variazioni normative allo stato inesistenti oppure ritenute verosimilmente impraticabili come le proposte avanzate dai sindacati”. Dunque si vi fossero particolari misure di riforma pensioni, le stime diventerebbero meno attendibili.



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