DAMIANO “SMONTA” QUOTA 100
Il Governo è arrivato a un anno di attività e, secondo Cesare Damiano, “quello che emerge, rispetto alle promesse della campagna elettorale e ai contenuti del contratto di governo è la capacità dei gialloverdi di rimaneggiare le misure sociali mantenendone l’etichetta, ma cambiandone la sostanza”. L’ex ministro del Lavoro prende come esempio la riforma pensioni con Quota 100, che “doveva superare la legge Fornero, ma dura solo tre anni, al termine dei quali la ‘Fornero’ torna in piena salute. Doveva essere una quota, ma è una ‘finestra’ riservata a chi ha il privilegio di poter totalizzare almeno 38 anni di contributi entro il 2021: una platea ben individuata. Se poi non si prolunga l’Ape sociale, dal primo gennaio del 2020 saranno penalizzati disoccupati, donne e lavoratori discontinui”. L’ex deputato del Partito democratico evidenzia quindi che “per il governo quello che conta è la comunicazione, anche se è ingannevole: il contenuto passa decisamente in secondo piano”. Dal suo punto di vista è quello che si nota anche in tema di flat tax.
FORNERO CONTRO LA RIFORMA PENSIONI DI SALVINI
Elsa Fornero ha presentato alla Fiera del libro di Imperia il suo “Chi ha paura delle riforme”, che domani presenterà anche a Lecce. Secondo quanto riporta imperiapost.it, l’ex ministra del Lavoro ha detto che “la nostra riforma delle Pensioni fatta dal nostro Governo è ancora lì. Salvini ha pensato per tre anni, per poi concedere a chi ha il requisito 100, 62+38, di uscire. È una temporanea sospensione di una parte della pensione, è una visione a corto raggio, di breve termine, fatto per avere consenso”. Fornero ha criticato il leader della Lega, evidenziando che “Salvini dice sempre di comportarsi come buon padre di famiglia, io rispondo che la nostra riforma guardava anche ai bambini come suo figlio, ai più giovani e a quelli che devono ancora nascere, la sua essenzialmente alle persone meno giovani che sono la maggioranza, che forse hanno delle paure sulle quali è facile soffiare”. “Io so di aver lavorato per il mio Paese, non so se lui sta facendo altrettanto, perché è molto più facile soffiare sul fuoco, ma è molto più facile spegnere gli incendi”, ha aggiunto.
LE PRECISAZIONI SUI TAGLI DELLA RIFORMA PENSIONI
Sabrina De Carlo e Luca Sut cercano di fare ancora chiarezza sulla misura di riforma pensioni che riguarda il blocco parziale delle indicizzazioni. “Ancora una volta ci troviamo a dover smentire bufale divulgate da chi ha invece causato molti dei problemi in Italia che noi stiamo risolvendo”, dicono in una nota i due deputati del Movimento 5 Stelle, ricordando che “fu il governo Letta ad approvare nel 2014 un meccanismo di rivalutazione a cinque scaglioni, dopo che la Corte Costituzionale aveva bocciato il precedente schema del governo Monti. Il successivo governo Renzi prorogò fino al 31 dicembre 2018 il meccanismo di Letta, mentre con la Manovra di quest’anno siamo intervenuti noi, aumentando la percentuale di rivalutazione applicata dai governi precedenti”. “Soltanto oltre i 4.500 euro lordi chiederemo un contributo maggiore rispetto agli anni passati e permetteteci di dire che ne siamo orgogliosi. Togliere a chi ha troppo per dare a chi ha poco per noi è un dovere morale”, aggiungo De Carlo e Sut secondo quanto riporta triesteallnews.it.
IL PUNTO SULLE DOMANDE PER QUOTA 100 NELLA SCUOLA
Dai dati emersi nei giorni scorsi, l’Inps ha acquisito circa il 36% delle domande per Quota 100 presentate dal personale della scuola. Per Marcello Pacifico “non è tollerabile questo procedere a rilento, perché le domande sono state presentate da mesi e i posti che si libereranno a settembre è bene che siano da subito disponibili sia per mobilità del personale di ruolo che per le assunzioni dei precari”. Il Presidente nazionale del sindacato autonomo ricorda che i posti che si libereranno con la novità della riforma pensioni “devono essere tutti utilizzabili sia per le operazioni di mobilità, ad iniziare dagli imminenti trasferimenti, passando per utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie, sia per le immissioni in ruolo”. Dal suo punto di vista, “è bene che nei prossimi giorni il Miur si convinca a riaprire da subito le GaE, in modo da utilizzare i tanti docenti abilitati ma che invece, relegati come sono oggi nelle graduatorie di una manciata di istituti, rischiano di rimanere al palo, perdendo supplenze annuali e anche la possibilità di essere immessi in ruolo”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI RAMPINI
Anche quest’anno Federico Rampini è stato chiamato al Festival dell’Economia di Trento, dove, secondo quanto riporta ladigetto.it, ha parlato anche di riforma pensioni. Il giornalista di Repubblica, ha infatti detto: “Per quanto riguarda le pensioni, l’immigrato non sta pagando le nostre pensioni, se è regolare sta alimentando il nostro sistema pensionistico, di cui dovrebbe beneficiare anche lui, se rimarrà qui, se un giorno andrà in pensione nel Paese che lo ha accolto”. In questo modo ha quindi trattato un tema che da tempo è piuttosto dibattuto, dando un giudizio equilibrato. Del resto, i servizi sociali, compresi quelli previdenziali, non sono preclusi agli immigrati regolari che sono quelli che versano contributi all’Inps. Rampini ha poi aggiunto che “se guardiamo al tema delle pensioni sul lungo periodo, le immigrazioni non risolvono il problema. A meno di non continuare ad alimentare per sempre l’immigrazione. E non è detto che il popolo sia d’accordo nel fare questo”. Anche questa pare un’analisi difficilmente contestabile.
RIFORMA PENSIONI, LA CRITICA DI REPUBBLICA
Non fa sconti al Governo, anche in tema di riforma pensioni, Repubblica. In un articolo di Valentina Conte si parla non solo dei tagli sugli assegni dei pensionati, ma anche delle misure per accedere alla quiescenza. “Le donne sono le più maltrattate. Emarginate da quotiste, anche la rinnovata Opzione donna è residuale. Chi ha 37 anni di contributi? Nessuno sconto per figli e anziani accuditi, i cosiddetti ‘lavori di cura’. O per i part-time involontari. Senza pensare poi agli imbuti burocratici. Gli aspiranti pensionati sono indignati con l’Inps e le sue corsie preferenziali concesse prima delle elezioni a quota 100 (liquidata anche in un paio d’ore) e reddito di cittadinanza. Pratiche rallentate in tutta Italia – giacenti anche da 12-18 mesi – comprese reversibilità a vedove e vedovi molto anziani”, si legge sul quotidiano romano, in cui si ricorda anche che “nessuno pensa più al tavolo per differenziare le età d’uscita a seconda dei lavori più o meno usuranti. E ai giovani che una pensione se la sognano. La pensione di cittadinanza nessuno sa veramente a quanti è andata. Di certo le minime e le invalidità non sono salite a 780 euro”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BARBAGALLO
Intanto dai sindacati, tramite Carmelo Barbagallo, arriva anche la richiesta di attivare concretamente le due Commissioni, ottenute grazie all’accordo con il precedente Governo, per separare la previdenza dall’assistenza e per individuare altri lavori gravosi. “I pensionati non vogliono essere un peso, ma vogliono dare una mano a risolvere i problemi del Paese e noi non ci fermeremo fino a quando non ci daranno retta”, aggiunge il Segretario generale della Uil.