L’INTERVENTO NECESSARIO PER I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

In un articolo pubblicato su lavoce.info, Valentina Montalto evidenzia la necessità, per il settore dei lavoratori dello spettacolo, di riforme che riguardino anche gli aspetti previdenziali. Infatti, ricorda l’autrice, un’indagine condotta dalle commissioni Cultura e Lavoro della Camera dei Deputati mostra che “gli attuali requisiti minimi per accedere alla pensione hanno fatto sì che nel tempo si sia accumulato un ‘tesoretto’ che non è stato liquidato ai lavoratori dello spettacolo. Concretamente, nel biennio 2016-2017 il Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (Fpls) ha registrato un avanzo di 754 milioni di euro, un ammontare ben superiore agli stessi stanziamenti del Fondo unico dello spettacolo (Fus, 680 milioni di euro). In totale, l’Inps stima che, in meno di due decenni, siano state drenate dal settore dello spettacolo, per spostarle verso altri comparti economici, oltre 4,8 miliardi di euro”. Se si riducesse il requisito di giornate di lavoro da considerare per poter aver conteggiato un anno di contributi, si aiuterebbero i lavoratori a raggiungere i requisiti minimi per l’accesso alla quiescenza e si contrasterebbe il lavoro nero.



CAZZOLA CRITICA SINDACATI E TRIDICO

Nel suo intervento oggi sul “Sussidiario.net”, l’esperto di politiche del lavoro ed ex sindacalista Giuliano Cazzola non giudica positivamente le richieste ultime fatte dai sindacati sulla riforma pensioni, ma contesta anche il “silenzio” del Governo finora e pure la proposta del Presidente Inps Pasquale Tridico. «I sindacati vorrebbero arrivare alla resa dei conti con la riforma Fornero, riportando indietro le lancette della storia e cestinando un ventennio di riforme magari venute avanti con il passo del gambero», scrive Cazzola contestando l’azione delle sigle nazionali, «se la suonano e se la cantano da soli […] Il solo merito che può essere loro attribuito è quello di aver negoziato nella XVII legislatura, nel settembre 2016 in vista della Legge di bilancio per l’anno successivo, il pacchetto Ape con annessi e connessi. Una serie di interventi che avevano delle finalità diverse da quelle bellicose di oggi, perché servirono a salvaguardare la disciplina della riforma Fornero, che non subì modifiche di rilievo, assicurando nel contempo uscite di sicurezza per i casi di effettiva necessità di consentire l’anticipo della pensione». Critiche anche alla proposta Tridico, su cui Cazzola rilancia «atteggiandosi a re Salomone, colui che minacciò di tagliare a metà il bambino conteso da due madri allo scopo di individuare quella vera. Il Presidente dell’Inps ha inventato un sorta di pensionamento a rate […] Sarebbe utile che Tridico corredasse la sua proposta con l’indicazione di qualche ulteriore requisito e un po’ di dati sui costi, stimando in primo luogo la maggiore spesa derivante dalla proposta dei sindacati e detraendo il risparmio che produrrebbe la sua “variante”». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI TRIDICO

Con la circolare diffusa nei giorni scorsi dall’Inps entra nel vivo l’applicazione della misura di riforma pensioni contenuta nella Legge di bilancio 2021 per il conteggio dell’anzianità contributiva di chi ha contratti con part-time verticale. il sito dell’Avanti riporta le parole di Pasquale Tridico, secondo cui “si tratta di una riforma attesa e quanto mai giusta, soprattutto per le donne che devono affrontare periodi di attività ridotta per motivi legati alla maternità o per tutti coloro che abbiano altre esigenze di conciliazione lavoro-famiglia”. “Inps si è fatto parte attiva per il superamento dell’iniqua sperequazione tra lavoratori rispetto al loro futuro pensionistico anche al fine di agevolare le possibili scelte degli individui nelle diverse fasi della propria vita”, aggiunge il Presidente dell’Inps. Su blitzquotidiano.it viene intanto ricordato il problema demografico che pesa anche sul sistema previdenziale, come pure viene evidenziato nel libro di Piero Angela dall’eloquente titolo “Perché dobbiamo fare più figli. Le impensabili conseguenze del crollo delle nascite”.



L’INCONTRO TRA CEI E SINDACATI

Ieri il Presidente della Conferenza episcopale italiana Gualtiero Bassetti ha incontrato Maurizio Landini e Luigi Sbarra, Segretari generali di Cgil e Cisl, oltre che il Segretario organizzativo della Uil Emanuele Ronzoni. Come si legge in un comunicato della Cei, “nel contesto di attuale incertezza, dovuto alla pandemia, e guardando a possibili nuove fratture che potrebbero nascere dalla fine del blocco dei licenziamenti e dalla riforma delle pensioni, i tre Segretari con il Cardinale hanno ribadito la necessità di ‘prorogare il blocco dei licenziamenti’, di ‘disegnare strumenti e soluzioni sostenibili e innovative dal punto di vista sociale’ e di ‘mettere in campo azioni di prossimità alle situazioni di fragilità economico-finanziaria’”. È stato inoltre espresso l’auspicio che il Pnrr possa favorire “un cambio culturale al servizio del bene comune. La qualità del lavoro, la stabilità del lavoro e le tutele per il lavoro sono il campo d’impegno fondamentale per garantire giustizia sociale e per ascoltare e far crescere le future generazioni”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI NICOLAI

Commentando i dati relativi agli assegni pensionistici erogati nella provincia, Barbara Nicolai, Segretaria generale della Cgil di Ascoli Piceno, come riporta picusonline.it, ha evidenziato che “è necessaria e urgente una vera riforma della previdenza che preveda la possibilità di accesso flessibile alla pensione, che tenga conto del riconoscimento del lavoro di cura, soprattutto delle donne, del lavoro manuale e gravoso. Una particolare attenzione deve essere rivolta alle future pensioni, soprattutto dei giovani e di tutti quei lavoratori che hanno carriere discontinue con basse retribuzioni affinché sia garantita, anche da pensionati, una vita dignitosa. Occorre inoltre un nuovo strumento a sostegno di tutti coloro che potrebbero essere espulsi dal lavoro quando terminerà il blocco dei licenziamenti per accompagnarli dal lavoro alla pensione”.

LE DICHIARAZIONI DI RIVA

Di riforma pensioni ha parlato anche Diego Riva, Segretario generale della Cgil di Lecco. “Oggi la legge Fornero deve essere sostituita con una nuova riforma. Andando in pensione prima con un meccanismo contributivo e non retributivo si ottiene una pensione più bassa, quindi quando si dice che mancano le risorse bisogna invece pensare che in realtà le casse dell’Inps non sono in una situazione disastrosa, proprio in base a questo meccanismo che è stato a suo tempo costituito. Ora c’è necessità di una riforma complessiva, anche perché nella legge Fornero non c’è risposta concreta per i giovani i quali se andassero in pensione con i contributi versati attraverso i lavoro discontinui avranno assegni da fame”, sono le sue parole riportate dalla Provincia di Lecco.