RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA

Martedì prossimo verrà presentato il Nono Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Alberto Brambilla, in un articolo pubblicato sul Messaggero, anticipa alcuni dati dello stesso, spiegando, per esempio, che per il 2021 si prevede “un deficit Inps intorno ai 24 miliardi per effetto dell’incremento degli attivi che dovrebbero raggiungere il livello di fine 2019 intorno ad aprile di quest’anno e del flusso di contributi per poi attestarsi a 20,8 miliardi entro il 2024. Nel 2021 il numero delle pensioni liquidate è stato di 815.400, circa 50mila in meno rispetto al 2020 nonostante Quota 100 e le altre anticipazioni; pertanto, grazie all’aumento dell’occupazione dovrebbe attestarsi a circa 1,45 attivi per pensionato, in linea con il 2019”.



LE SCELTE PER LA SOSTENIBILITÀ

Brambilla aggiunge che “alla luce di questi dati il Rapporto conferma la sostenibilità del nostro sistema pensionistico attuale e nel prossimo futuro, a patto 1) di spostare sui fondi bilaterali e sui contratti di espansione tutte le forme di anticipazione compresi i Gravosi di cui non c’è traccia nella letteratura scientifica; 2) mantenere la correlazione tra le età di pensionamento e la speranza di vita (la cosiddetta Quota 102, 64 di età e 38 di contributi è un buon punto di equilibrio); 3) riformare l’organizzazione del lavoro prevedendo un sistema di invecchiamento attivo; 4) rinforzare le politiche attive riducendo le politiche passive che assorbono la quasi totalità degli sforzi pubblici creando disincentivi all’occupazione e aumentando la formazione professionale; 5) puntare sulla prevenzione per aumentare non solo l’aspettativa di vita ma soprattutto quella in buona salute”.



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