LE PAROLE DI FASSINA SU NOMINA FORNERO

Anche Stefano Fassina non ha gradito la nomina di Elsa Fornero tra i consulenti di palazzo Chigi. Il deputato di LeU, intervistato da affaritaliani.it spiega di non avere “nulla contro la professoressa Fornero. Non ho mai condiviso né la sua criminalizzazione e né quella dell’allora premier Mario Monti perché, è bene ricordarlo, c’è stato un Parlamento che ha votato i provvedimenti messi in campo allora. Dopodiché, Fornero ha fatto parte di una stagione politica che ha segnato molto negativamente il mondo del lavoro. Quindi, il problema non è Fornero, ma chi ha scelto una figura espressione di quella stagione politica. una stagione che ha lasciato ferite ancora aperte nel mondo del lavoro e che rischia di rendere ancora più complicato il passaggio che ci attende”. Fassina puntata quindi il dito su Draghi e Tabacci. Intervistata da Repubblica, Elsa Fornero racconta intanto che “qualcuno mi aveva anche consigliato di non accettare la proposta di entrare nella commissione, ma invece ho detto sì perché per tanto tempo sono stata considerata un’appestata e ho avuto attacchi personali”.



PENSIONI, GHISELLI DIFENDE LA RIFORMA QUOTA 41

Mentre la politica si scontra sulla presenza di Elsa Fornero tra i tecnici-consiglieri sulle pensioni, i sindacati portano avanti le proprie battaglie in merito ad una riforma ancora tutta da strutturare per il 2022. Intervistato da “PensioniPerTutti”, il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli difende la Quota 41 e lancia un messaggio al Governo: «occorre Anticipare i contributi a 41 anni per poter andare in pensione a prescindere dall’età secondo le nostre stime costerebbe al massimo circa 1,3 miliardi nel primo anno, per poi scendere progressivamente e poi annullarsi completamente attorno al 2035». A differenza di quanto emerge dagli ultimi conti INPS presentati dal Presidente Tridico, la riforma di Quota 41 sarebbe comunque sostenibile: «Negli anni passati l’Osservatorio sulla previdenza della Cgil e la Fondazione Di Vittorio avevano stimato i costi dell’Ape sociale e della norma suoi precoci, e poi di Quota 100, e ci avevamo preso in pieno. Non siamo nel campo delle scienze esatte ma a livello previsionale possiamo certamente dire che i nostri calcoli siamo più che attendibili». La Cgil nel frattempo valuta come positiva la convocazione delle parti sociali al ministero il prossimo 27 luglio, «Non c’è tempo da perdere per un confronto serio, speriamo che il Governo venga con le idee chiare e che dia risposte concrete alle nostre richieste». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI FEDRIGA

A una settimana dall’incontro tra sindacati e ministro Orlando sulla riforma pensioni si scalda il dibattito politico sul tema previdenza. Massimiliano Fedriga, come riporta today.it, ospite della trasmissione Stasera Italia, in onda su Rete 4, ha detto di essere “convinto che ipotizzare un mantenimento sul posto di lavoro per degli anni, in un momento in cui dovremmo affrontare la crisi occupazionale, sia un danno economico”. Il Presidente del Friuli-Venezia Giulia ha anche specificato che “se c’è da fare una riforma, bisogna farla tenendo conto che non possiamo pensare di riportare le persone alla riforma Fornero perché sarebbe un disastro non solo per quei soggetti, ma anche per l’economia tutta in un momento in cui bisogna favorire il ricambio generazionale”. Una posizione che è condivisa anche dai sindacati. Bisognerà quindi vedere se il ministro del Lavoro si presenterà al tavolo con una proposta o se attenderà la fine dell’estate per formularla, tenuto conto che sul tappeto ci sono diverse proposte con, ovviamente, costi differenti.



PENSIONI, LEGA PREOCCUPATA PER NOMINA FORNERO

La nomina di Elsa Fornero tra i consulenti del Dipe presso palazzo Chigi non è stata gradita dalla Lega. Secondo quanto riportato dall’Agi, infatti, il Carroccio parrebbe intenzionato a presentare un’interrogazione parlamentare al ministro Orlando per capire quale sarà il ruolo dell’ex ministra del Lavoro, perché la sua nomina non è “sinonimo di tranquillità e serenità rispetto ad eventuali interventi in materia pensionistica, anche alla luce della prossima scadenza della sperimentazione di quota 100”. Secondo quanto riporta il sito del Giornale, il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon spera che la Fornero non abbia un incarico legato alla riforma pensioni “perché andrebbe in controtendenza rispetto a quello che serve oggi al Paese. Spero cioè che non porti al ritorno della legge Fornero. Il Paese ha bisogno di scivoli pensionistici adeguati a rendere competitive le nostre aziende”. Un certo malumore per la nomina della Fornero sembra sia stato espresso anche dal Movimento 5 Stelle.

RIFORMA PENSIONI, LE STRATEGIE DELLE CASSE PREVIDENZIALI

Sembra esserci del movimento nei patrimoni delle casse previdenziali. Come spiega un recente articolo di Affari & Finanza, inserto di Repubblica, infatti, “nel 2013 la quota immobiliare sul patrimonio era del 30 per cento, oggi dieci punti in meno. La verità è che è cambiato il mondo in pochi anni. Fino al 2007 l’investimento immobiliare era considerato la logica soluzione per proteggere i pensionati. Non ci volevano grandi capacità manageriali: si investiva tranquilli sapendo che la rivalutazione in linea capitale avrebbe fatto premio su qualsiasi altra cosa”. Tuttavia, “la grande crisi del 2008 ha poi dimostrato che gran parte di queste certezze erano invece mere credenze. La crisi del Covid ha rincarato la dose creando nuovi problemi: riduzione degli spazi per gli uffici, crisi dei centri commerciali, riconfigurazione del residenziale”.

IL RUOLO DEL FINTECH

Viene inoltre segnalato che “ha cominciato a farsi strada una più moderna concezione dell’asset allocation, in cui il mattone, nella più liquidabile forma dei fondi, continua sì ad avere un ruolo ma non preponderante”. Il sito di Repubblica, in un altro articolo, parlava invece di come “il trend di digitalizzazione dei servizi finanziari” sta “progressivamente coinvolgendo anche il mondo delle pensioni, tradizionalmente poco impattato dal digitale e governato da dinamiche e meccanismi che hanno poca diffusione e comprensione al di fuori del ristretto circolo di addetti ai lavori. Per limare queste asimmetrie informative e dare più potere al cliente, alcune fintech stanno intervenendo con soluzioni ad hoc, verticali e innovative”.

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