CAZZOLA “QUOTA 100 DEVE FINIRE AL PIÙ PRESTO”

A commento dei dati degli scorsi giorni del Sole 24 ore – su fonte Inps – del drastico calo degli aderenti alla riforma pensioni di Quota 100 nel 2020, il giuslavorista Giuliano Cazzola sul Riformista del 16 agosto rilancia la sua personale, netta avversione alle legge approvata dal Governo Lega-M5s. «Nessuno pensa seriamente di modificare o abrogare questa norma: la si lasci morire di morte naturale, se ne faccia un bel falò e si spargano le ceneri nella sorgente del Po dove Umberto Bossi raccoglieva con l’ampolla l’acqua del battesimo del Nord», attacca sarcasticamente Cazzola mostrando come sia ingannevole considerare solo il numero degli anni di contribuzione senza invece dare la dovuta importanza all’età anagrafica, «fondamentale nello stabilire il coefficiente di trasformazione, ovvero il moltiplicatore, per la quota soggetta al calcolo contributivo». Da ultimo, Cazzola ribadisce come gli effetti di quota 100 siano ormai destinati – alla scadenza della deroga alla fine del 2021 – «a confluire verso l’utilizzo del pensionamento anticipato ordinario, bloccato fino a tutto il 2026, a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne». (agg. di Niccolò Magnani)



FORUM AMBROSETTI: IL CONFRONTO TRA PENSIONI E SANITÀ

Mentre il Governo sembra ormai indirizzato a considerare nel 2021 una riforma pensioni che “ritorni” all’antico, con una sorta di “nuova” Fornero che lasci però nuova flessibilità in uscita, nel pieno della crisi economica Covid-19 il Forum Ambrosetti ha diffuso una infografica dove si riporta la ripartizione della spesa nel welfare italiano a raffronto con quello europeo. L’European House si chiede se con la crisi dei prossimi mesi sarà ancora possibile sostenere costi come il 16,3% della spesa totale welfare per le pensioni: l’Italia è la prima in Europa per questo tipo di spesa con la media Eurozona che resta al 13,1%, addirittura più del doppio la spesa previdenziale italiana rispetta a quella per la sanità (6,5%, media Ue 8,4%). Ancora più bassa la quota destinata alle Politiche sociali, con il 5,3% che è ben di sotto ala media dell’Eurozona ferma al 6,9%. Se l’Italia è prima per la spesa sulle pensioni, è ottava per la sanità e ottava ancora per le politiche sociali.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CICCHITTO

In una lettera al direttore di Libero, Fabrizio Cicchitto evidenzia come il comportamento dei giovani in queste settimane in cui emerge un loro diffuso non rispetto delle regole di distanziamento sociale e sicurezza durante le serate nei locali e in discoteca sia collegato anche a un problema intergenerazionale che finisce per riguardare anche le pensioni. “Sulla base delle cifre sulla mortalità riguardanti i mesi cruciali da marzo a maggio, molti giovani hanno tratto la convinzione che durante il cosiddetto lockdown essi hanno dovuto sacrificare alcuni mesi della loro esistenza sia per ciò che riguarda la scuola, sia per ciò che riguarda gli aspetti più divertenti della vita, per proteggere gli anziani dagli anni Sessanta in su che già si sono preso tanto nel passato per ciò che riguardala spesa pubblica, sia dal punto di vista delle pensioni, sia dal punto di vista dell’occupazione”, scrive il Presidente di Riformismo e Libertà.



L’ATTACCO DI TRAVAGLIO

Marco Travaglio invece si scaglia contro i deputati che criticano Pasquale Tridico e ne chiedono le dimissioni dopo che è emerso lo scandalo dei cosiddetti “furbetti del bonus”. Sul Fatto Quotidiano scrive infatti che “la scenda dei deputati che chiedono le dimissioni del Presidente Inps perché difende i pensionati onesti dai ladri che minacciano le loro pensioni resterà, a imperitura memoria, nel museo degli orrori della politica, anzi dell’antipolitica”. Travaglio critica però anche Tridico perché forse intimorito non ha ancora fornito i nomi dei politici che hanno chiesto il bonus per le partite Iva.