MEGLIO NON RINVIARE L’INGRESSO IN PENSIONE

Come già è stato evidenziato nei giorni scorsi, con i nuovi coefficienti di trasformazione approvati con decreto del ministero del Lavoro le pensioni future saranno più basse. Daniele Cirioli, dalle pagine di Italia Oggi, sottolinea che questa non è una buona notizia “per chi andrà a riposo a partire dal prossimo anno: avrà una pensione annua inferiore, in media, rispetto a chi ci è andato e o ci andrà quest’anno. La novità va tenuta presente anche da chi voleva rimanere qualche mese o anno in più al lavoro; infatti, rinviando il pensionamento da quest’anno al prossimo, anche di un mese, da dicembre a gennaio, costerà in termini di minore pensione annua, danno che poi conserverà per tutta la vita da pensionato”. Oltretutto l’autore ricorda che tutte le revisioni dei coefficienti di trasformazione sono state al ribasso e quindi per i prossimi anni la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare. Meglio dunque non rinviare la decisione di andare in pensione, se non ci si vuole trovare con il rischio di un assegno più basso.



IN ARRIVO RINCARO CONTRIBUTI COMMERCIANTI

Come riporta Avvenire, per i commercianti è in arrivo un rincaro dei contributi Inps. “L’Istituto di previdenza spiega che l’indennizzo che segue la cessazione dell’attività commerciale – aggravata oggi dal Covid – è concesso nei limiti delle disponibilità finanziarie del Fondo per la razionalizzazione della rete commerciale. L’ultimo monitoraggio sulle prestazioni in corso, tenuto anche delle domande di indennizzo ancora da liquidare, fa prevedere uno squilibrio contabile nel pagamento delle prestazioni. Di fatto si presenta l’eventualità di interrompere il pagamento di nuovi indennizzi fino al tempo della maturazione della normale pensione. A fronte di questa evenienza è in preparazione presso il ministero del Lavoro un decreto per adeguare ‘nella misura necessaria’ l’aliquota aggiuntiva a carico degli iscritti alla Gestione commercianti”, attualmente fissata allo 0,09%. “Nel frattempo è sospesa la liquidazione di nuovi indennizzi”, ma resta possibile presentare domanda “con le consuete modalità telematiche”.



PENSIONI COMMERCIANTI: L’INDENNIZZO

Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, sarà possibile ricevere l’indennizzo per i commercianti fino alla prima decorrenza delle pensioni di vecchiaia: la sentenza, riporta “Pensioni Oggi”, accoglie ricorso di una ex commerciante a cui era stata negata la corresponsione dell’indennizzo nel periodo di slittamento tra maturazione del diritto e decorrenza della pensione. Come riporta ancora il portale esperto di riforma pensioni e mondo previdenziale, «quando la pensione di vecchiaia non coincide con il primo giorno del mese successivo al compimento dell’età pensionabile, pertanto, l’indennizzo copre anche il periodo di differimento nell’erogazione del primo rateo pensionistico (cd. finestra mobile o finestra d’accesso)». Questo significa che l’indennizzo ai commercianti deve essere corrisposto fino al raggiungimento dell’età pensionabile (67 anni per uomini e donne) anche se con le dovute eccezioni normate e garantite dalla Riforma Fornero. (agg. di Niccolò Magnani)



QUOTA 100, ALLARGAMENTO CUMULO IN SANITÀ

Ci sono delle novità per quanto riguarda il divieto di cumulo per Quota 100, introdotto ai tempi della riforma pensioni del Governo Conte-1 e sospeso per il personale medico e sanitario in quiescenza che avesse scelto di ritornare in servizio per aiutare a contrastare il coronavirus. Come spiega pensionioggi.it, infatti, con una circolare pubblicata ieri l’Inps ha fatto sapere che la norma, che sospende il divieto di cumulo per sei mesi, potrà essere applicata non solo a personale medico e infermieristico, ma anche “ai dirigenti medici, veterinari e sanitari, nonché il personale del ruolo sanitario del comparto sanità e gli operatori socio-sanitari a cui sia stato conferito un incarico di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa a partire dal 30 aprile 2020”. Da tenere presente un unico limite, “la durata dell’incarico non deve essere superiore ai sei mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza”. In questo modo, quindi, i soggetti interessati potranno continuare a percepire la pensione.

L’OPPORTUNITÀ DELLA FLAT TAX

Come noto, oltre alla riforma pensioni con Quota 100, il Governo Conte-1 aveva introdotto una flat tax al 7% riservata a coloro che, residenti all’estero, avessero scelto “di trasferirsi in una Regione del Sud e in un paese a bassa densità abitativa; appartenenti al territorio di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20mila abitanti”. Come evidenzia madoniepress.it, si tratta di “un’occasione d’oro per i comuni delle Madonie, che rientrano perfettamente nella ‘tipologia’ di destinazioni previste dalla flat tax. Se a ciò aggiungiamo la possibilità di acquistare casa con un solo euro, come avviene ad esempio a Gangi, l’occasione da ghiotta diventa imperdibile per i pensionati di mezza Europa che, con una adeguata campagna di comunicazione, potrebbe individuare proprio nei piccoli e tranquilli borghi Madoniti la destinazione ideale per vivere al meglio gli anni del meritato riposo”. Vedremo quanti opteranno per questa opportunità fiscale.

RIFORMA PENSIONI, LA PAROLE DI NOJA E PARENTE

Lisa Noja e Annamaria Parente, parlamentari di Italia Viva, apprezzano l’intenzione espressa da Giuseppe Conte per un intervento di riforma pensioni mirato all’aumento degli assegni di invalidità. Dal loro punto di vista occorre però “che nel frattempo si metta in campo un intervento urgente per sostenere le persone con disabilità che stanno soffrendo l’impatto della pandemia in modo catastrofico”. Le due parlamentari ricordano, come riportato da ecodaipalazzi.it, di aver in tal senso “proposto di inserire subito nel DL Rilancio un raddoppio immediato, fino al 31 dicembre, delle pensioni di invalidità, quanto meno per gli inoccupati. La nostra proposta è pronta e potrebbe essere fatta propria dal Governo domani stesso”.

LE PAROLE DI GIUSY VERSACE

Per Noja e Parente si dovrebbe nel frattempo “lavorare subito non solo all’aumento stabile delle pensioni di invalidità ma a un pacchetto di misure per sostenere complessivamente le persone con disabilità, che hanno sofferto terribilmente per la pandemia e che spesso vivono oggi più isolate di prima, per promuovere un progetto di vita autonoma e per tutelare il loro lavoro, ora più a rischio che mai. Insomma, è il momento di un intervento di visione a lungo termine atteso da tempo. Se non ora, quando?”. Anche Giusy Versace, deputata di Forza Italia, ha commentato le parole del Premier, ricordando che da due anni la sua maggioranza boccia i suoi emendamenti sul tema. “Ancora oggi la maggior parte delle pensioni d’invalidità ammonta a circa 280 euro, perché l’aumento non rappresenti un’elemosina servirebbe portarle almeno ad un minimo di 514 euro”, sono le sue parole riportate dal Secolo d’Italia.