CIGNA CGIL SUL MAXI SCIVOLO DI 5 ANNI
Mentre si discute ancora delle parole di Pasquale Tridico della relazione annuale Inps, in tema di riforma pensioni vanno registrate anche le parole di Ezio Cigna, riportate dal sito di Donna Moderna, in relazione al contratto di espansione, il maxi scivolo che consente un pensionamento anticipato fino a 5 anni. Il responsabile previdenza pubblica della Cgil evidenzia anzitutto che questo scivolo non potrà essere richiesto dal lavoratore, ma solamente dall’imprese, che tra l’altro deve avere più di 1.000 dipendenti. Nel caso l’azienda dovrà stipulare un accordo con sindacati e ministero del Lavoro. “Se un lavoratore accetta lo scivolo, dopo la risoluzione del contratto scatta la Naspi, cioè l’indennità di disoccupazione, per un massimo di 2 anni: durante questo periodo l’Inps accredita i contributi per la pensione”, spiega Cigna, aggiungendo che poi sarà il datore di lavoro a versare all’ex dipendente una somma mensile pari alla pensione maturata al momento dell’uscita dall’azienda. Solo però nel caso di chi usa lo scivolo per raggiungere la pensione di anzianità.
L’INTERROGAZIONE DI TRAVERSI (M5S)
Dei dati emersi dal Rapporto Inps si sta parlando molto in queste ore e Maurizio Landini non nasconde una certa soddisfazione per il fatto che “su Quota 100 finalmente anche l’Inps riconosce che la platea coinvolta è di molto inferiore a quella prevista, così come la Cgil ha stimato per prima”. Secondo il sindacalista, considerando anche che c’è “il riconoscimento che la spesa previdenziale italiana non solo non è fuori controllo, ma si colloca al di sotto della media europea”, c’è la conferma dell’esigenza e e della sostenibilità “di una vera riforma previdenziale che superi la legge Fornero, e che dia una risposta vera a tutti i lavoratori, ad iniziare dai giovani, dalle donne, da chi fa lavori poveri, discontinui o gravosi, dai precoci e risolva definitivamente la questione esodati”. Al di là del tema riforma pensioni, per il Segretario generale della Cgil dai dati Inps emerge “quanto siano gravi le disuguaglianze nel nostro Paese”. Per questo, come chiedono i sindacati, bisogna “ridurre le tasse sui redditi dei lavoratori e dei pensionati, coloro che in questi anni sono stati i più penalizzati, e una vera lotta all’evasione fiscale”.
L’INTERROGAZIONE DI TRAVERSI (M5S)
In tema di riforma pensioni non si parla solo di Quota 100. Per esempio, Roberto Traversi, deputato del Movimento 5 Stelle, in un’interrogazione al ministro del Lavoro Luigi Di Maio chiede come mai “la Fondazione Enasarco non riconosce la pensione integrativa a chi ha versato fino a 19 anni? Nessun altro ente di previdenza complementare è obbligatorio tranne l’Enasarco e così i rappresentati e gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi verso due enti, l’Inps e l’Enasarco senza però avere garanzie da quest’ultima. Infatti servono 20 anni di versamenti per maturare il diritto alla pensione assieme al raggiungimento dell’età pensionabile, se raggiunti ad esempio 15 anni di versamenti l’unica possibilità di ricevere una pensione integrativa è quella di procedere a contributi volontari”. Come spiega thedailycases.com, il pentastellato chiede quindi a Da Maio “se intende mettere in atto tutte le iniziative di competenza per fare in modo che i contributi versati a Enasarco vengano ricongiunti a quelli dell’Inps e sia garantito che i versamenti effettuati dagli agenti di commercio vengano riconosciuti a prescindere dagli anni di versamento”.
LA RICHIESTA DI RENATA POLVERINI
I dati contenuti nell’ultimo rapporto Inps presentato ieri, come ci si aspettava, sono stati fonte per chiedere degli interventi di riforma pensioni. Secondo Renata Polverini, “il sistema previdenziale tiene, ma il livello delle erogazioni è ancora troppo basso per milioni di italiani; serve urgentemente un intervento come quello che fece Silvio Berlusconi nel 2001, per innalzare le pensioni almeno a mille euro”. La deputata di Forza Italia ha colto infatti nella relazione di Pasquale Tridico “un allarmante dato sulla esiguità delle prestazioni che deve essere affrontata come una priorità da parte del governo e della maggioranza e mi sembra condivisibile il richiamo ad un maggior impegno dell’Istituto, anche in termini organizzativi, nella lotta al caporalato ed al lavoro nero”. Dal suo punto di vista è anche positiva “la proposta di creare un fondo previdenziale integrativo pubblico che offra garanzie e solidità ai partecipanti e rappresenti, al tempo stesso, uno strumento potente di investimenti a scopo sociale e non solo. Meno apprezzabile, invece, il sostanziale appoggio del Presidente Tridico al salario minimo”.
NUOVI CHIARIMENTI SU QUOTA 100
Dalle risposte fornite dagli esperti ai dubbi dei potenziali pensionandi si riescono ad avere spesso importanti chiarimenti sulla riforma pensioni con Quota 100. Un lettore del sito di Repubblica, infatti, ha poco più di 60 anni, ma già 38 anni di anzianità contributiva. Per arrivare al traguardo pensionistico gli mancherebbe quindi un anno e mezzo. Essendo disoccupato, il lettore chiede se potrà comunque presentare domanda per accedere a Quota 100 di modo che poi la pensione possa partire al compimento dei 62 anni di età. La risposta a cura della Fondazione studi Consulenti del lavoro è la seguente: “Potrà inviare la domanda anche con largo anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti, difatti il sistema Inps richiede un anticipo massimo di 3 mesi solo per la presentazione delle pensioni di anzianità e di vecchiaia. Presentando la domanda con così largo anticipo, d’altro canto, non è possibile escludere che Inps respinga la domanda anche in una fase successiva o in seguito ad aggiornamenti del sistema telematico”.
RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA DI ASSOPREVIDENZA
La riforma pensioni non è intervenuta sulla previdenza integrativa, materia sulla quale, grazie a uno studio realizzato da ElipsLife con Prometeia e con il contributo di Itinerari Previdenziali emerge che i versamenti automatici a carico esclusivo del lavoratore danno l’illusione al lavoratore di poter costruire un fondo effettivamente utile per la quiescenza: cosa impossibile se al fondo non viene conferito anche il Tfr. Ragione per cui, come riporta simplybiz.ue, Assoprevidenza propone di realizzare assicurazioni diffuse di carattere collettivo. Chi lavora come secondo pilastro previdenziale, per gli agenti e i rappresentanti di commercio, è anche Enasarco, il cui Presidente Gianroberto Costa evidenzia anche l’attività svolta dall’ente nel campo del “welfare innovativo”.
LE PAROLE DI COSTA
“Stiamo investendo molte risorse su cose che sembrano naturali, che sono necessarie nella vita di una persona, dalle risorse per la cura dei figli disabili alla tenuta degli studi. O anche la formazione, che è centrale per restare sul mercato”, sono le parole di Costa riportate da Adnkronos. “Riteniamo che il problema del mantenimento dei contribuenti, di una professionalità che rimanga fissa nel tempo è uno dei nostri obiettivi principali perché per pagare le pensioni bisogna avere un patto tra generazioni per cui le nuove generazioni pagano i contributi degli anziani”, ha aggiunto Costa, secondo cui è importante sostenere l’economia, come fa Enasarco, per poter assicurare che in futuro ci siano ancora agenti e rappresentanti di commercio.