CAMPANIA CERCA SOLUZIONE PER PENSIONI INVALIDITÀ

Come noto, nel suo piano approvato per fronteggiare l’emergenza coronavirus, la Regione Campania ha previsto anche di integrare per i prossimi due mesi le pensioni minime in modo da portarle a 1.000 euro. Secondo quanto riporta il sito del Fatto Quotidiano, il Governatore Vincenzo De Luca ha spiegato che la Regione è al lavoro “con l’Inps da una settimana per evitare di portare a 1000 euro le pensioni di chi già riceve il reddito di cittadinanza. Abbiamo mandato le informazioni all’Inps, che a sua volta le inoltrerà all’autorità di controllo della privacy. L’ira di Dio. L’Italia è questa”. In questo modo, dunque, si cercherà di far arrivare le risorse a chi ha effettivamente bisogno. Il consigliere regionale della Campania, Giovanni Chianese, come riporta cronachedi.it, ha invece evidenziato che “l’aumento a 1.000 euro non riguarda le pensioni di invalidità, ma stiamo lavorando di concerto con l’ufficio Politiche sociali per trovare una soluzione”. Potrebbero quindi esserci novità in materia nei prossimi giorni.



LE RENDITE AI SUPERSTITI PER COVID-19

Come spiega l’edizione genovese di Repubblica, “un tecnico impiantista di Savona e un infermiere di una casa di riposo a Pontedecimo. Sono le prime vittime del coronavirus in Liguria cui l’Inail ha riconosciuto la morte sul lavoro e quindi la ‘rendita ai superstiti’, ovvero la pensione per i familiari. Altre tre morti sul lavoro saranno riconosciute nei prossimi giorni, e il numero è destinato ad aumentare. Si stanno infatti moltiplicando le procedure davanti all’Inail da parte di chi si è ammalato di covid- 19 o ha perso la vita facendo il proprio mestiere: sono quasi mille le pratiche avviate in Liguria (la metà a Genova) e il 90 percento di queste riguarda operatori sanitari”. Non si conoscono i numeri relativi alle altre regioni, ma è probabile che, soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, siano state presentate analoghe istanze che porteranno quindi all’erogazione futura di diverse pensioni per i familiari dei morti sul lavoro per coronavirus. Un tema di cui sicuramente si parlerà ancora nei prossimi mesi.



SALLUSTI “DEFAULT PENSIONI SE NON SOSTIENI PRIVATI”

In un lungo editoriale apparso su “Il Giornale” il direttore Alessandro Sallusti sferra una fortissima critica al Governo Conte sul fronte degli aiuti economici stabiliti tanto nel Decreto Cura Italia quanto nell’imminente Decreto Aprile “Sblocca Paese” (come definito ieri in conferenza stampa dal premier Conte): «i privati versano circa 600 miliardi l’anno nelle casse dello Stato; di questi circa 300 vanno in pensioni e welfare (al netto delle trattenute fiscali sulle pensioni stesse), 120 nella sanità, 60 nell’istruzione, 50 nell’ordine pubblico, 50 negli interessi sul debito pubblico». Il concetto di Sallusti è netto: senza i privati e senza il sostegno per la produzione del Pil, lo Stato non riuscirebbe a pagare quasi nulla e l’idea stessa di Welfare verrebbe meno. Parlare dunque di taglio delle pensioni o cancellazioni della riforma Quota 100 non è in realtà il vero problema al momento (come ha più volte ribadito anche il Governo): il rischio per Sallusti è un altro, «L’azione ridistributiva dello Stato dovrà focalizzarsi sul recupero dell’evasione fiscale e contributiva, sull’efficientamento della spesa, sulla rimodulazione del welfare sostenibile, soprattutto sulla difesa della base imponibile. Avremo bisogno di amministratori bravi, non di cialtroni che prendono merito di avere speso i nostri soldi. Altrimenti il condominio fallisce (default o uscita dall’euro, che sono eventi simili) e se questo succederà le pensioni, la sanità e i risparmi degli italiani verranno spazzati via con gravissimo pregiudizio delle classi più deboli in nome delle quali sono stati fatti i peggiori scempi degli ultimi 30 anni (dal reddito di cittadinanza a quota 100 per citare i più recenti)». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, L’ATTESA PER IL DECRETO APRILE

C’è attesa per il varo del decreto aprile da parte del Governo. Mariastella Gelmini ritiene che “la sospensione dei pignoramenti sugli stipendi e sulle pensioni per i debiti col fisco da sola non basta. In un momento come questo di piena emergenza sanitaria, economica e sociale, imprenditori e famiglie non possono vivere con l’angoscia di ricevere accertamenti fiscali”. La capogruppo di Forza Italia alla Camera chiede quindi all’esecutivo di inserire nel decreto “lo stop immediato all’invio degli avvisi”. Un’altra misura chiesta che ha a che fare coi temi di riforma pensioni è la possibilità di avere l’indennità riconosciuta a lavoratori autonomi, professionisti e partite Iva anche nel caso si percepisca una pensione di reversibilità o di invalidità non assistenziale.

LE PAROLE DI CATALFO

Intanto su Facebook Nunzia Catalfo ricorda che “sul fronte pensioni, anche per il mese di maggio il pagamento sarà anticipato al 27 aprile per i titolari di un Conto BancoPosta, di un Libretto di Risparmio o di una Postepay Evolution mentre chi riscuote l’importo in contanti, al fine di contrastare il diffondersi del contagio da Coronavirus, dovrà recarsi presso gli uffici postali seguendo questo calendario: lunedì 27 aprile dalla A alla B; martedì 28 aprile dalla C alla D; mercoledì 29 aprile dalla E alla K; giovedì 30 aprile dalla L alla P e sabato 2 maggio (mattina) dalla Q alla Z”. Le cose andranno diversamente per chi ha l’accredito della pensione in banca: al momento, infatti, la data del pagamento è quella del 4 maggio.