SPESA SOTTO QUOTA 100
A proposito del confronto aperto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, Carmelo Barbagallo torna a ribadire l’importanza di “capire quante sono le risorse disponibili e i tempi di attuazione. Noi continuiamo a ritenere che sia possibile sottoscrivere un buon accordo se strutturato su più Finanziarie, così come già accaduto in precedenti occasioni su altre questioni”. Per il Segretario generale della Uil, “bisogna ricordare che, con riferimento al tema delle pensioni in essere, occorre affrontare le questioni dell’indicizzazione, della modifica del paniere Istat per i pensionati, della riduzione delle tasse, dell’ampliamento della 14a mensilità, oltreché del varo di una legge sulla non autosufficienza”. Sul tema delle risorse che potranno essere messe sul piatto, Tgcom24 spiega che Marco Leonardi, consulente del Governo, ha indicato che si dovrà spendere meno di quanto messo sul piatto per Quota 100. E che per avere un quadro completo, dopo una verifica politica che dovrebbe tenersi a marzo, “bisognerà arrivare all’estate”.
LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano trova “assolutamente condivisibile” la richiesta avanzata dai sindacati “di innalzare a 1.500 euro lordi mensili il tetto dell’assegno pensionistico che dà diritto alla quattordicesima da pagare con una tantum nel mese di luglio di ogni anno”, avanzata nel corso dell’ultimo incontro tra Governo e sindacati in tema di riforma pensioni. L’ex deputato ricorda che “l’istituto è nato nel 2007, con il secondo Governo Prodi, quando ero ministro del Lavoro. Il tetto iniziale era di 700 euro, portato successivamente a 1.000. Un ulteriore innalzamento a 1.500 euro andrebbe incontro alla perdita di potere d’acquisto subito dalle pensioni più basse in questi anni. Sarebbe anche importante confermare il fatto che l’importo erogato rimanga suddiviso in tre scaglioni in relazione ai contributi versati. Questa misura, oggi all’incirca di 500 euro all’anno, andrebbe estesa anche ai cosiddetti incapienti”. Secondo Damiano, “la fase 2 del Governo, dedicata alla revisione dell’Irpef, potrebbe essere la sede adatta per adottare questo provvedimento”.
CHIESTO AMPLIAMENTO QUATTORDICESIME
Anche la Cgil ha preso parte al tavolo tra Governo e sindacati sulla rivalutazione degli assegni in essere nell’ambito del confronto aperto sulla riforma pensioni. “Quelle che abbiamo messo sul tavolo sono proposte serie e di buon senso per rispondere ai bisogni di milioni di pensionati che sono stati a lungo inascoltati. Ci prendiamo il tempo necessario per far lavorare bene questo tavolo, ma è del tutto evidente che servono dei risultati o la disillusione sarà molto alta, come avvenuto con l’ultima legge di bilancio”, fa sapere il Segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti, lasciando capire che le aspettative sono piuttosto alte. In un post sulla pagina Facebook della Cgil, viene spiegato che oltre al ripristino della piena rivalutazione delle pensioni, il sindacato di corso d’Italia ha chiesto “che la quattordicesima sia ampliata e rafforzata”. “Dall’esecutivo abbiamo ottenuto un impegno ad arrivare al prossimo incontro con una serie di ipotesi sui costi e sulle risorse che occorrono”, aggiunge la Cgil.
LE RICHIESTE DELLA CISL
Ieri è proseguito il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, con un approfondimento riguardante la rivalutazione delle pensioni in essere. Ignazio Ganga ha spiegato che Cisl e Fnp-Cisl “sono tornate a chiedere che venga attribuita la rivalutazione piena e corretta a tutte le pensioni. Questo non porterebbe vantaggio solo al titolare della pensione ma anche delle famiglie e del sistema paese se è vero quanto certificato recentemente dall’Istat che la presenza di un pensionato nel nucleo famigliare riduce il rischio povertà di quel nucleo”. Per il Segretario confederale della Cisl, questa è una ragione importante per far sì che venga restituito “subito ai pensionati quanto perduto in questi anni”. Il neo Segretario generale della Fnp-Cisl, Piero Ragazzini, ha evidenziato l’importanza di “recuperare immediatamente il sistema che attribuisce in modo progressivo, come previsto nella legge 388 del 2000 la rivalutazione delle pensioni”. I sindacati hanno anche sollecitato al Governo un intervento per ampliare la quattordicesima dei pensionati.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PERFETTO
Al centro del confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni di inizio settimana c’è stato il futuro previdenziale dei giovani. Secondo Claudio Maria Perfetto, intervistato da Adnkronos/Labitalia, “la pensione di garanzia per i giovani è una soluzione da fondare sul lavoro”. L’autore del libro l’Economista in camice evidenzia che “la precarietà e la discontinuità lavorativa sono determinate dall’uso massivo delle tecnologie digitali”. Dunque, “la soluzione che consente di avere la pensione di garanzia per i giovani va trovata nel lavoro, perché è il lavoro che produce la pensione. E quindi occorrerà agire sulla riforma del lavoro al tempo stesso in cui si interviene sulla riforma delle pensioni, e non in tempi differiti”.
LE RISORSE PER LA PENSIONE DI GARANZIA PER I GIOVANI
Secondo Perfetto, “occorrerà garantire ai giovani un lavoro, ancor prima di una pensione: ciò si otterrà favorendo il pensionamento dei lavoratori vicini alla pensione ai quali subentreranno quelli più giovani”. Ci vorrà anche un salario minimo e bisognerà “tassare le piattaforme digitali (macchine, automi, intelligenza artificiale) con una digital tax” che serva “a coprire i vuoti contributivi dei lavoratori che attraverseranno un periodo di disoccupazione a causa dell’automazione”. In definitiva, “la pensione di garanzia per i giovani dovrà essere una soluzione fornita dallo stesso sistema che genera il problema: dalle piattaforme digitali, dagli automi, dai robot, dai sistemi basati sull’intelligenza artificiale. La pensione di garanzia andrà fondata sul lavoro: tanto dell’uomo quanto delle macchine”.