RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI
Nell’intervista a Tiscali.it, Domenico Proietti illustra anche le proposte della Uil in tema di riforma pensioni indirizzate specificatamente alle donne e ai giovani. “Bisogna rendere strutturale Opzione donna. Intervenire riconoscendo alle donne un bonus di contribuzione figurativa ai fini previdenziali per il lavoro di cura e la maternità. A proposito dei giovani è indispensabile invece riprendere subito il tema delle loro future pensioni. A causa della precarietà imperante in questi anni, hanno avuto infatti delle carriere incredibilmente discontinue ed è compito dello stato coprire i buchi. Abbiamo una serie di proposte, molto ragionate e approfondite, che possono essere esaminate ed accolte dal Governo e dal Parlamento”. Il sindacalista esprime anche parere contrario all’ipotesi di una flessibilità pensionistica che contempli penalizzazioni, perché “c’è già una penalizzazione implicita nel meccanismo flessibile. Il lavoratore, invece di andare in pensione alcuni anni dopo e maturare più contributi, ci va prima e prende di conseguenza leggermente meno. Non ci possono essere penalizzazioni in più”.
LE RICHIESTE DELLA UIL
Il segretario nazionale della Uil Domenico Proietti lancia un appello al Governo per un urgente tavolo sulla riforma pensioni da convocare nelle prossime settimane: «la questione è di estrema importanza e c’è di mezzo l’esistenza di tanti lavoratori», spiega il sindacalista nell’intervista a Tiscali.it. La Uil propone al Governo di intervenire per sostituire la riforma in scadenza di Quota 100 con una maggiore flessibilità in uscita rispetto alla legge del Governo Lega-M5s: «occorre dare la possibilità a tutte le persone con determinati requisiti di scegliere se accedere al pensionamento. Bisogna poi riconoscere che 41 anni di contribuzione bastano e avanzano per andare in pensione a prescindere dall’età. E, nel definire la flessibilità più diffusa, occorre tener conto della gravosità e usurabilità di certi lavori». La flessibilità stessa però deve essere tarata ad alcuni lavori e con una certa età: «Con una più ampia flessibilità intendiamo l’accesso alla pensione intorno ai 63 anni. Quanto agli anni di contributi questi vanno tarati, come dicevo, ai vari settori. L’Ape social – per esempio – è stata una cosa buona, ma, come accennavo, i lavoratori dell’edilizia o dell’agricoltura purtroppo non la possono utilizzare perché a 36 anni non ci arrivano mai. Bisogna dunque abbassare l’asticella, portarla magari a 30 anni». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DELLA CGIL MARCHE
Secondo Daniela Barbaresi ed Elio Cerri, rispettivamente Segretaria generale della Cgil Marche e Segretario dello Spi Marche,” i dati dell’Inps confermano le difficoltà di migliaia di pensionati marchigiani che fanno i conti con pensioni troppo basse alle quali si accede in età sempre più avanzata. Vi è, dunque, l’urgenza di superare strutturalmente l’impianto della Legge Fornero con una vera riforma del sistema previdenziale”. Nelle Marche, infatti, 348mila prestazioni pensionistiche, paria al 64,2% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese, contro il 59,6% della media nazionale. Secondo Barbaresi, occorre una riforma pensioni che garantisca a tutti la possibilità di andare in quiescenza “a 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”, prevedendo “il riconoscimento ai fini previdenziali del lavoro di cura, soprattutto a carico delle donne”, la pensione contributiva di garanzia per i giovani e, specie dopo il Covid-19, “l’uscita anticipata dal lavoro in caso di particolare rischio di contagio correlato all’età, soprattutto in determinate attività”.
I CONGUAGLI E LE TRATTENUTE SULL’ASSEGNO DI APRILE
Come ricorda un articolo sul sito del Giornale, anche per il mese di aprile ci sono conguagli e trattenute sugli assegni dei pensionati. Infatti, “il cedolino verrà ridotto a causa dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali relative al 2020. Per le pensioni di importo elevato, invece, si prosegue col piano di recupero in caso di conguaglio negativo sul 2020. A marzo è stata recuperata la seconda rata; da qui alla fine dell’anno ne mancano altre due. Per i pensionati che percepiscono un assegno di 18mila euro su base annuale, con un ricalcolo basato sull’Irpef che dà esito a un conguaglio negativo di circa 100 euro, il prelievo a rate parte da aprile e verrà esteso fino a novembre. Per gli assegni che superano i 18mila euro annui e per quelli che hanno un debito Irpef (seppur sotto i 18mila euro annuali) inferiore a 100 euro, la trattenuta sulla pensione è scattata lo scorso primo marzo”. Non è detto ovviamente che tutti gli assegni pensionistici ne siano interessati. In caso di dubbi sull’importo percepito potrà essere utile il supporto di un professionista o di un patronato.
RIFORMA PENSIONI, LE STIME DI ANTONIETTA MUNDO
Antonietta Mundo, ex capo del Coordinamento statistico-attuariale dell’Inps, ha realizzato per Il Sole 24 Ore una stima relativa al numero di pensionati che ci saranno nei prossimi 30 anni e che contribuiranno a tenere la spesa pensionistica su Pil sopra il 16%. Tale stima prende in considerazione quei lavoratori nati tra il 1954 e il 1979, con una posizione contributiva Inps attiva nel 2019. “Si tratta di una platea, parai a più di 16 milioni di attuali ultraquarantenni, su un totale di quasi 25,5 milioni di occupati, tra lavoro dipendente e autonomo”, si legge sul quotidiano di Confindustria. Considerando solo le future pensioni previdenziali (di vecchiaia e anticipate) ed escludendo quindi quelle di reversibilità, di invalidità e assistenziali, la proiezione parla di 14,3 milioni di neo pensionati tra il 2020 e il 2049.
IL NUMERO DI BABY BOOMERS IN PENSIONE
Utilizzando la Tavola Istat ridotta della mortalità 2019, che calcola quindi le probabilità di sopravvivenza su intervalli quinquennali, si stima che alle fine del 2049 oltre 11 milioni di questi nuovi pensionati saranno ancora in vita, percependo quindi gli assegni che dovranno essere finanziati. “Calcolando con la Tavola Istat i pensionati via via deceduti negli stessi anni, Inps si troverebbe con un’eredità di 1,1 milioni di pensionati con pensione di vecchiaia/anticipata in più ala fine del periodo, nel 2049 (+11% rispetto al 2019)”. Per quanto riguarda i baby boomers, tra il 2030 e il 2034, momento di picco, ne andranno in pensione circa 618mila-613mila l’anno.