GHISELLI CONTRO CANCELLAZIONE QUOTA 100

In questi giorni non mancano richieste per bloccare Quota 100 in modo da destinare le risorse di questa misura di riforma pensioni al contrasto della crisi determinata dal coronavirus. Per Roberto Ghiselli, una mossa del genere sarebbe “una sciocchezza, che aggiungerebbe problemi a problemi. Quota 100 non è la riforma della Fornero e quindi non è la soluzione strutturale al tema previdenziale, soprattutto per le fasce più deboli del mondo del lavoro. Ma, in attesa di una vera riforma, obiettivo a cui noi non vogliamo rinunciare, non possiamo modificare le legittime aspettative di chi il prossimo anno potrebbe utilizzare questo strumento che è già in essere. Stiamo parlando di poche decine di migliaia di lavoratori, poco più di 50.000, che hanno lavorato almeno 38 anni ed hanno comunque superato i 62 anni di età”. Intervistato da ultimora.news, il Segretario confederale della Cgil evidenzia oltretutto che “il risparmio sarebbe del tutto irrilevante, meno di un miliardo nel medio termine, rispetto alla portata dei problemi che dobbiamo affrontare”.



AMPLIATO IL PIANO ANTI-CORONAVIRUS DELLA CAMPANIA

Vincenzo De Luca, in una nota, fa sapere che “con un ulteriore straordinario sforzo nel reperimento di risorse, il fondo per il Piano Socio Economico della Regione Campania è stato portato a 900 milioni di euro. L’incremento di altri 300 milioni in aggiunta ai 600 già stanziati, consentirà di aumentare tutte le pensioni al minimo e gli assegni sociali”. Stando a quanto riporta Askanews, il Governatore della Campania evidenzia che “è in fase di ultimazione “il lavoro per la definizione della platea dei beneficiari di tutte le misure di sostegno”. Sempre in Campania, a Cava de’ Tirreni, come riporta puntoagronews.it, i partiti dei centrodestra chiedono all’amministrazione di rivedere i criteri per l’assegnazione dei buoni spesa a favore di persone e/o famiglie in condizioni di disagio economico. Infatti, sebbene venga data priorità ai nuclei familiari con persone over 65, vengono esclusi quanti percepiscono sostegni pubblici superiori a 800 euro mensili, comprese le pensioni: disposizioni che sembrano quindi essere tra loro contraddittorie.



IL RISCHIO CON L’AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO

L’ex Senatore del Pci Vidmer Mercatali, in un post sulla sua pagina Facebook fa presente che occorre far ripartire subito l’Italia. “Quando questo maledetto virus mollerà la presa so perché ho avuto il privilegio di lavorare in parlamento che i nostri debiti saranno aumentati del 20/30% e le entrate calate a picco come non era mai successo dal dopoguerra il nostro sarà un paese in ginocchio, da ricostruire, rimettere in piedi”, scrive Mercatali, ricordando che  “fra un po’, qualche mese, dovremo cominciare a capire come pagare pensioni, reddito di cittadinanza e stipendi pubblici”. Dal suo punto di vista serve quindi uno Stato più forte e presente in economia, una moratoria sulla burocrazia, un piano Marshall per il turismo e l’avvio dei cantieri per le opere pubbliche già finanziate. “Se smettiamo di fare polemiche e ci concentriamo sulle cose da fare tutti assieme ce la possiamo fare”, aggiunge l’ex Senatore, sottolineando come il fattore tempo sia cruciale in questo frangente in cui occorre sostenere l’economia.



L’EMERGENZA IN TEMPI DI CORONAVIRUS

“L’emergenza assoluta è la guerra al coronavirus. L’emergenza prioritaria è salvare l’economia. Salvare la vita delle imprese ed il lavoro. Sanità, scuola, pensioni, stato sociale, università, ricerca, polizia, esercito, tutela del territorio non sarebbero garantiti con una lunga recessione a due cifre, il cui sbocco sarebbe la grande depressione degli anni 20. Altro che vincoli per il debito pubblico che si presume andrà velocemente al 150% con un Pil fortemente negativo. Con le imprese morte e la disoccupazione conseguente il Bilancio dello Stato non avrebbe le entrate necessarie per il suo funzionamento. Neppure i Comuni e le Regioni potrebbero reggere i loro Bilanci. Ecco cosa è in gioco. Occorre subito grande liquidità per salvare l’economia e con essa la coesione sociale e la democrazia”. È questo l’incipit di un’analisi sulla situazione economica italiana e sulle misure necessarie a rilanciare del Direttore Provinciale Confesercenti Pistoia, Riccardo Bruzzani, il cui testo è stato pubblicato sul blog presente nel sito della Confesercenti nazionale.

LA SOSPENSIONE DEI TERMINI DI DECADENZA

In un articolo su Avvenire viene ricordato che il decreto cura Italia “interviene su numerosi ambiti della previdenza. In particolare, il decreto (art. 34) sospende fino al prossimo 1° giugno la decorrenza dei termini di decadenza in corso per diverse pratiche di contributi e di pensioni”. Il quotidiano della Cei specifica che “il settore religioso (parroci, insegnanti di religione, cappellani ecc.) è interessato ad alcuni effetti della sospensione di natura contributiva e pensionistica presso le diverse gestioni dell’Inps, compreso il Fondo Clero sebbene questo non sia citato nella circolare” dell’Inps dello scorso 4 aprile. “Pur in un costante silenzio dell’Inps riguardo al Fondo Clero, anche la previdenza per i ministri di culto è interessata, come proprio diritto, alla decadenza per eventuali pratiche di contributi, in particolare per riscatti (laurea ecc.) e per ricongiunzioni in corso o da attivare”, viene specificato ricordando che il Fondo “recepisce in maniera automatica e diretta tutte le disposizioni di legge che costituiscono un beneficio per gli assicurati alla previdenza generale obbligatoria (Ago)”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SCHIRÒ

Angela Schirò fa presente che, oltre all’emergenza coronavirus, ne esiste una relativa alle pensioni basse. “Mentre infatti il Governo giustamente introduce tutta una serie di misure economiche e fiscali a favore dei lavoratori e delle imprese per fronteggiare la crisi innescata dalla pandemia, il grave problema dei pensionati in difficoltà economiche non sembra essere ancora una priorità”, scrive in una nota la deputata del Pd eletta all’estero. Dal suo punto di vista il sistema previdenziale italiano è “da sempre caratterizzato da privilegi e da iniquità, da un sistema di calcolo ingiusto, da un’evasione contributiva diffusa e ignorata”, anche se fortunatamente negli ultimi anni misure di riforma pensioni hanno rimediato ad alcuni di questi difetti.

IL PROBLEMA DELLE PENSIONI BASSE

Per Schirò le pensioni erogate agli italiani all’estero hanno spesso importi “irrisori, come sono irrisori gli importi di milioni di pensione erogate agli italiani in Italia”, dato che “la maggioranza dei pensionati italiani non riesce a condurre una vita dignitosa e può considerarsi a tutti gli effetti ‘povera’”. Per questo, “una volta risolto – auspichiamo tutti al più presto – il problema del coronavirus bisognerà occuparsi delle categorie più svantaggiate tra le quali, come i sindacati stanno facendo notare da diverse settimane, rientrano sicuramente i pensionati che percepiscono assegni minimi, per i quali si continua a chiedere a gran voce una riforma, e lo dovremo fare anche noi per le pensioni degli italiani all’estero”.