PROIETTI: QUOTA 102 È UNA BEFFA
Lunedì prossimo il Governo incontrerà i sindacati per parlare di riforma delle pensioni e, spiega Domenico Proietti, “noi andremo certamente a sederci al tavolo con proposte concrete, utili a dare risposte immediate alle richieste dei cittadini e con un progetto di riforma che riporti l’equilibrio sociale al centro del sistema”. Il Segretario confederale della Uil, intervistato da pensionipertutti.it, evidenzia che “bisogna agire già con questa legge di bilancio aumentando le risorse destinate alle misure previdenziali. Quota 102 è una beffa per tutti, una misura che rappresenta solo un placebo politico senza alcun reale effetto e senza dare una risposta alle necessità dei lavoratori. È, poi, necessario allargare la platea dei lavori gravosi e usuranti sia per l’Ape sociale che per i Precoci, così come bisogna abbassare il requisito contributivo per accedere all’Ape sociale come addetto alle attività gravose dai 36 ai 30 anni, a partire dall’edilizia e dall’agricoltura, bisogna riconoscere ai disoccupati di lunga durata la possibilità di accedere all’Ape sociale e alla norma sui Precoci”.
ORLANDO: “CONFRONTO SU RIFORMA PENSIONI IL 20 DICEMBRE”
Dopo lo “stop” dettato dallo scontro a distanza tra Cgil-Uil e Palazzo Chigi – sfociato poi nello sciopero generale del prossimo 16 dicembre – sembra tornare un filo di schiarita all’orizzonte sulla riforma pensioni.
Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha infatti indicato una data per la ripresa del confronto serrato tra sigle e Governo in merito alla legge previdenziale che dal 2023 sostituirà le varie Quota 100 e Quota 102 (valida per il solo anno 2022). «Sulle pensioni il confronto riparte il 20 dicembre», ha detto l’esponente Pd intervenendo ad un convegno della Cgil. Il confronto con le varie ipotesi per l’suscita dal lavoro nei prossimi anni, ripartirà dalla volontà netta di Mario Draghi e del Ministro Franco di operare una svolta decisa sul sistema pensionistico contributivo.
LA POSIZIONE DAL SAVT
Anche il Sindacato autonomo valdostano travailleurs (Savt) prende posizione sulle misure di riforma pensioni messe a punto dal Governo. In una nota, riportata da aostanews.it, si legge infatti: “Tutto tace, al momento, in merito alla riforma pensionistica. L’unica operazione proposta è quella di spostare quota 100 a quota 102, nell’ottica di arrivare, progressivamente, alla piena applicazione della Fornero. Sicuramente questo non è accettabile e in tal senso riteniamo che si debba necessariamente aprire un tavolo che porti ad incrementare le possibilità, vedi ad esempio lavoratori gravosi e usuranti, di uscire dal lavoro prima di raggiungere i requisiti previsti dalla riforma Fornero, che ricordiamo essere i 42 anni e 10 mesi di contributi o, peggio ancora, i 67 anni di età”. Il Savt auspica quindi “che, anche grazie alle iniziative sindacali in essere, ci sia ancora lo spazio di dialogo per arrivare a migliorare la manovra di bilancio prima della sua approvazione in aula, con l’obiettivo di poter scongiurare lo sciopero indetto su basi corrette da Cgil e Uil per il prossimo 16 di dicembre”.
LE PAROLE DI LANDINI
Il Governo ha deciso di convocare Cgil, Cisl e Uil lunedì 20 dicembre alle 15:30 per parlare principalmente di riforma delle pensioni. Sul tavolo, come riporta Tgcom24, ci saranno però anche altri temi, come le tasse, gli ammortizzatori sociali e il contrasto alle delocalizzazioni. Resta però al momento confermato lo sciopero generale di Cgil e Uil. Maurizio Landini, intervenendo al Tg2 Post, ha detto che “da Quota 100 passeremo a Quota 0, perché con queste norme non andrà in pensione nessuno”. Il Segretario generale della Cgil, secondo quanto riporta Adnkronos, ha evidenziato che “noi stiamo chiedendo cose precise, un intervento sul fisco, una vera lotta all’evasione fiscale, il blocco della precarietà, vogliamo una riforma fiscale vera e politiche industriali che ricreino lavoro”. Sembra difficile che una convocazione per lunedì prossimo possa convincere le due confederazioni a revocare lo sciopero generale. Tuttavia non si può escludere che una scelta del genere possa essere fatta anche in ragione della richiesta avanzata nei giorni scorsi dal Garante degli scioperi di cambiare data per la mobilitazione.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MASTRAPASQUA
Tra le ragioni dello sciopero generale convocato da Cgil e Uil c’è anche l’insoddisfazione per le misure di riforma delle pensioni inserite nella Legge di bilancio. Antonio Mastrapasqua, in un articolo su Libero, ricorda che in queste settimane si è tornati a parlare della pensione di garanzia per i giovani, chiesta dai sindacati e appoggiata anche da Pasquale Tridico. Sostegno quest’ultimo che, secondo l’ex Presidente dell’Inps, non certifica la bontà della proposta. La quale ha un obiettivo importante, ma su cui Mastrapasqua avanza un dubbio. “Siamo sicuri che si tratti di un obiettivo che si possa conseguire con l’ennesimo intervento sussidiario? E pagato dalla collettività. È l’ennesimo sintomo di ‘pensionite’, come direbbe Irene Tinagli”, per cui ogni problema del mondo del lavoro si risolve intervenendo sulla previdenza.
L’ERRORE DEI SINDACATI
Mastrapasqua si chiede quindi se “i giovani di oggi non sarebbero più tutelabili se si mettesse mano a una radicale riforma del lavoro, e a efficaci politiche attive?”. Più che una pensione di garanzia, “non sarebbe meglio per i giovani di oggi favorire l’occupazione, la crescita professionale e una remunerazione collegata alla produttività? No. Per il sindacato e i suoi supporter istituzionali bisogna stendere una rete di protezione a lunga scadenza”. “Possibile che il sindacato si preoccupi dei giovani come pensionati di domani e non come risorse attive da immettere nel mercato del lavoro di oggi?”, aggiunge l’ex Presidente dell’Inps, secondo cui “mettere mano alla pensione come sussidio dovrebbe essere solo un’eccezione”.
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