LE PAROLE DI CAPITUMMINO

L’Assemblea regionale di Fipac Confesercenti Sicilia ha confermato Presidente Angelo Capitummino, che, come riporta siciliaunonews.com, nella sua relazione ha sottolineato come i pensionati rappresentino, oggi, un “valore aggiunto” per le loro famiglie. “Tramite i risparmi di una vita e la loro pensione sostengono, in maniera fondamentale, il loro nucleo familiare, i loro figli, i loro nipoti. Gli anziani, alle volte, si fanno carico dell’assistenza sanitaria dei familiari, assistono le persone non autosufficienti, rappresentano quindi, una risorsa fondamentale per il nostro Paese e rappresentano anche la memoria viva della storia d’Italia nelle varie generazioni e nelle comunità locali”. Tra le istanze che Capitummino intende portare sui tavoli delle istituzioni a nome degli associati c’è anche quella relativa alla rivalutazione delle pensioni, anche perché, come ha ricordato il Direttore regionale di Confesercenti, Michele Sorbera, “l’aumento dell’energia ha abbassato il potere di acquisto dei cittadini”.



AUMENTO PENSIONI E CONTRIBUTIVO: IL CASO

La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nella rubrica quotidiana su “La Repubblica” sul fronte riforma pensioni, affronta un caso particolare che potrebbe però interessare non pochi futuri pensionati italiani.

«Avrei maturato il diritto alla pensione il 30/12/2018 avendo raggiunto i famosi 42 anni e 10 mesi contributivi, ma continuo ancora a lavorare in Acea (quindi sono un ex INPDAP). Il mio ufficio del personale e un patronato UIL mi hanno detto che in questi 3 anni non avrei aumentato l’importo della mia futura pensione in quanto sarei già arrivato al massimo pensionistico», scrive un futuro pensionato alla Fondazione, lamentando la mancata crescita del proprio assegno. Gli esperti replicano che in merito alla quota contributiva, per il cittadino in questione decorrente dal 2012, avrebbe effettivamente incrementato la pensione: il problema, ravvisa la Fondazione, è che «il comma 707, art. 1 L. 190/2014 ha introdotto un principio secondo cui qualora il metodo contributivo porti a un risultato più favorevole rispetto al risultato che si sarebbe determinato con il previgente sistema di calcolo retributivo, sarà messo in pagamento l’importo inferiore determinato». Per questo motivo dunque, l’incremento della pensione con l il continuare a contribuire in questi anni «sarà decisamente marginale rispetto alle rate di pensione perse». (agg. di Niccolò Magnani)



L’ISTANZA DEL MONDO DELLA SCUOLA

Come spiega orizzontescuola.it, su Facebook è stato creato il gruppo “Ridateci il 2013 l’anno perso per l’anzianità di servizio”, che sta “diventando di fatto la principale pagina social sull’argomento riguardante la restituzione dell’anno lavorativo 2013, con oltre 37mila iscrizioni”. L’amministratore del gruppo, il docente Aldo Domenico Ficara, spiega che “il blocco degli scatti stipendiali, voluto nel 2010, fu prolungato sino al 2013. Successivamente gli anni 2010, 2011, 2012, con la legge 19 marzo 2014 n. 41, furono recuperati. Stessa sorte non è toccata al 2013. Pertanto, l’anno 2013 non può essere conteggiato ai fini della progressione stipendiale, nonostante sia stato vissuto e ‘lavorato’ da tutto il personale della scuola allora in servizio”. Una situazione che ha effetti anche dal punto di vista previdenziale, come già nei giorni scorsi aveva ricordato l’Anief, che da tempo chiede anche una misura di riforma pensioni per consentire l’accesso alla pensione a 63 anni senza penalizzazioni per il personale scolastico.



IL CONTRATTO A CHIAMATA IN VATICANO

Come spiega l’agenzia d’informazione Sir, il Papa ha introdotto il contratto di lavoro “a chiamata” in Vaticano, “per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, per esigenze tecniche, organizzative o sostitutive ovvero qualora in particolari periodi sorga la necessità di prestazioni non predeterminabili”. Tali contratti “possono essere ammessi per un periodo complessivamente non superiore a seicentosessantacinque giornate di effettivo lavoro nell’arco di cinque anni solari” e “il personale assunto con contratto a chiamata è iscritto, ai fini pensionistici, in un’apposita gestione separata istituita presso il Fondo Pensioni ed ha diritto ad una copertura sanitaria minima presso il Fondo Assistenza Sanitaria, limitatamente ai periodi di effettivo servizio”. Di fatto tali contratti sono già in vigore da ieri e nasce quindi un’apposita gestione separata previdenziale per i lavoratori che verranno assunti con tale strumento.

RIFORMA PENSIONI, I FATTORI PER DETERMINARE L’IMPORTO DELL’ASSEGNO

Rispondendo a una domanda posta da un lettore del sito di Repubblica, la Fondazione Studi Consulenti del lavoro ricorda un tema importante in merito alla questioni di riforma delle pensioni. Infatti, di fronte al quesito relativo al futuro importo dell’assegno pensionistico, viene spiegato che “il valore della pensione è influenzato, nelle quote di metodo contributivo, dal valore della retribuzione imponibile e dai corrispondenti contributi accantonati nonché dalla rivalutazione dei contributi nel montante e, ancora, dall’andamento dei coefficienti di trasformazione, per cui è purtroppo impossibile determinarlo solo sulla base della anzianità anagrafica e contributiva”. In generale è quindi davvero molto difficile, quanto meno senza un estratto conto contributivo, poter effettuare simulazioni con limitati margini di errore.

L’AGGIORNAMENTO COVIP PER GLI ISC DEI FONDI PENSIONE

Sul sito di Ipsoa, invece, Giuseppe Rocco spiega che “la Covip ha pubblicato l’aggiornamento annuale dei valori degli indicatori sintetici di costo medi, massimi e minimi delle diverse tipologie di fondi pensione. Questi dati dovranno essere ora utilizzati dalle forme pensionistiche complementari per la predisposizione del grafico contenuto nella scheda dei costi della nota informativa. Il grafico illustra l’onerosità del fondo rispetto alle altre forme pensionistiche, confrontando l’ISC a dieci anni dei singoli comparti con gli ISC medi dei comparti della stessa categoria di investimento offerti dai fondi pensione negoziali, dai fondi pensione aperti e dai PIP, e l’ISC minimo e massimo riscontrato per il complesso di questi comparti”. Tutti dati utili per quanti hanno deciso di fare ricorso alla previdenza complementare.

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