RIFORMA PENSIONI, LO SCIOPERO DELL’USB

L’Usb fa sapere che “crescono le adesioni allo sciopero nazionale del 22 aprile di tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori coinvolti nella raccolta, produzione, logistica, trasporto, distribuzione e commercializzazione delle merci, lanciato lo scorso febbraio da un gruppo di delegate e delegati operai. Lo sciopero sarà accompagnato da un corteo nazionale operaio che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 14, ‘contro il Governo del carovita e della Guerra è l’ora della variante operaia, senza lavoratori non c’è vera ripresa’”. Secondo il sindacato di base, “i costi di questa guerra stanno già ricadendo pesantemente sui lavoratori. Molte aziende stanno aprendo procedure di licenziamento e di CIG, giustificandole con lo scoppio del conflitto”.



LE RIVENDICAZIONI SULLE PENSIONI

Problemi ci sono anche per i pensionati, visto che “l’aumento generalizzato dei prezzi sta falcidiando drammaticamente salari e pensioni”. Per questo, secondo l’Usb, “stare fuori dalla guerra non è solo una scelta di civiltà, ma una vera necessità”. Tre le motivazioni dello sciopero si legge anche che è stato indetto “per l’aumento di salari e pensioni a tutela di lavoratori e pensionati dalla speculazione e dall’inflazione divenute ancora più aggressive con l’avvio del conflitto in Ucraina”. Il sindacato evidenzia che “il Paese e le classi popolari già oggi pagano un prezzo molto alto per la crisi economica che la guerra ora sta aggravando. Serve un reale processo di pace e non una guerra che porti distruzioni, morti e miseria”. Per questo chiedono: “Alzate i salari, abbassate le armi”.



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