FORNERO: QUOTA 100 HA CONSEGUENZE GRAVI
Non ci va leggera Elsa Fornero nel dare un giudizio sul sistema pensionistico attuale, a margine di un incontro cui ha partecipato a Ravenna. Ai microfoni di ravennawebtv.it ha infatti detto: “Penso che il sistema pensionistico sia sostenibile grazie alle riforme che sono state fatte, e non includo in queste Quota 100, perché ritengo che sia stata un errore”, in quanto c’erano altre priorità, come il lavoro dei giovani “su cui si potevano mettere delle risorse”. L’ex ministra del Lavoro ha aggiunto di reputare in particolar modo gravi “anche le conseguenze di Quota 100 in termini di aspettative per una riduzione dell’età di pensionamento che si vorrà o si dovrà in qualche modo continuare” a portare avanti. Quindi, “questo vorrà dire anche mettere a rischio i nostri conti”. Elsa Fornero ha anche ricordato che le riforme hanno sempre un costo immediato a fronte di benefici che si vedono nel futuro e che sono quindi più difficili da percepire da parte dei cittadini, i quali possono quindi arrivare a rifiutare le riforme, spinti magari da qualche politico.
RIVALUTAZIONE ALL’1,1% PER IL 2020
Dal 1° gennaio 2020, come ricorda Il Sole 24 Ore, scatterà il nuovo tasso di rivalutazione per le pensioni, che sarà pari all’1,1%, in linea con il tasso di inflazione ufficiale confermato dall’Istat. Le prime previsioni sul 2021 indicano invece una rivalutazione dello 0,4%. Il decreto ministeriale in materia, spiega il quotidiano di Confindustria, sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Va detto che per effetto delle misure di riforma pensioni dello scorso anno (che hanno comunque ripreso i blocchi delle indicizzazioni già presenti in precedenza), la rivalutazione al 100% sarà garantita fino ai 2.000 euro (stando a quanto previsto dalla Legge di bilancio in discussione al Senato). All’aumentare dell’assegno, l’indicizzazione scenderà fino al 40%. Il Sole 24 Ore ricorda anche che al momento non c’è alcuna proroga dell’Ape volontario, che dovrebbe quindi non esserci più dalla fine dell’anno. Nei giorni scorsi Tommaso Nannicini aveva però annunciato la volontà di presentare un emendamento per la proroga.
SINISTRA E LAVORO PER PENSIONE A 62 ANNI
In questi giorni in cui si parla di riforma pensioni, anche a seguito della manifestazione dei sindacati dei pensionati di sabato scorso a Roma, Tino De Capitani, del coordinamento provinciale Sinistra e Lavoro di Lecco fa sapere: “Noi siamo per lottare ed impegnarci a fianco dei pensionati e dei lavoratori per i necessari aumenti salariali, che consentano poi con il sistema contributivo una pensione dignitosa; per una rivalutazione delle pensioni in grado di recuperare il potere d’acquisto perso in questi ultimi vent’anni; per il diritto alla pensione con 40 anni di contributi indipendentemente dall’età; per una pensione di vecchiaia a 62 anni per tutti con l’introduzione di benefici annuali per i lavori gravosi e per le donne in relazione al lavoro di cura svolto nel tempo”, si legge in una nota diffusa da lecconotizie.com, nella quale si evidenzia che con un innalzamento delle tasse sulle fasce della popolazione più ricche e con una patrimoniale sopra il milione di euro si avrebbero le risorse per le pensioni e la sanità.
L’AUSPICIO DEL CODS PER LA MANOVRA
Ora che si sta entrando nel vivo dell’iter parlamentare della manovra, con la presentazione degli emendamenti al Senato, Orietta Armiliato non nasconde di sperare che i risparmi che si avranno dalla riforma pensioni con Quota 100 possano essere utilizzati per misure a favore della platea femminile. “Il fatto che finalmente sia emersa l’ampiezza e la portata del tangibile divario esistente tra il genere maschile e femminile, così come il palesare l’esistenza di preconcetti e consuetudini pesantemente radicati rispetto al ruolo delle donne nella società, così come assumere che le cure familiari restano prevalentemente di pertinenza delle stesse, ci fa ben sperare che nel prossimo futuro (cioè da domani…) si provveda con adeguate scelte e proposte concrete trovando e mettendo in campo, in primo luogo, soluzioni politico-culturali, le minori opportunità lavorative e di conseguenza di guadagno e di conseguenza di opportunità pensionistiche, si traducano in norme di legge a favore delle Donne, perché è stato acclarato ed è conclamato che #ledonnesonoincredito”, scrive Armiliato in un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social.
DI MAIO: DIFENDEREMO QUOTA 100
Con un post sulla sua pagina Facebook, Luigi Di Maio cerca di difendere le scelte fatte dal Governo in tema di riforma pensioni. “C’è qualcuno che deve avercela con i pensionati e con l’ambiente. Continuo a sentire provocazioni di ogni genere sull’abolizione di Quota 100 e sulla plastic tax. Oggi ne è arrivata un’altra che lascia il tempo che trova. Intanto vorrei rassicurare tutti che Quota 100 non si tocca. Il MoVimento 5 Stelle l’ha difesa una volta e lo farà di nuovo”, ha scritto il ministro degli Esteri, forse rivolto all’alleato di governo Matteo Renzi. “Se qualcuno pensa di riportare la Fornero, ha capito male. Ma poi ditemi voi se una persona che ha lavorato tutta la vita, dopo quasi 40 anni di lavoro e contributi versati non può nemmeno andare in pensione? Lasciamo che i nonni possano fare i nonni, lasciamo vivere le famiglie e rispettiamo i lavoratori”, ha aggiunto Di Maio. Vedremo quindi al momento del voto sugli emendamenti alla manovra se ci saranno fibrillazioni nella maggioranza.
POSTALI ANCORA IN ATTESA DOPO QUOTA 100
Della riforma pensioni con Quota 100 hanno approfittato anche alcuni lavoratori di Poste italiane di Pavia, che però non sono ancora riusciti ad avere il primo assegno pensionistico. Del loro caso scrive l’edizione locale de Il Giorno, spiegando che si è tenuta una protesta in piazza davanti alla sede dell’Inps. Oltre a chi ha utilizzato Quota 100 ci sono persone che hanno fatto domanda per la pensione nel 2018 e hanno lasciato già il lavoro e si trovano ora in difficoltà. Soprattutto i single, come spiega Maurizio Dassù della Slp-Cisl. A quanto pare ci sono troppe pratiche giacenti rispetto ai dipendenti Inps che se ne possono occupare, anche se ora la situazione dovrebbe migliorare grazie a delle assunzioni effettuate. “In tutta la Lombardia sono 1.300 le pratiche giacenti, effetto di una carenza di personale accusato dall’Inps, che dopo la soppressione di Ipost, l’Istituto postelegrafonici soppresso nel 2010, deve occuparsi anche degli ex dipendenti delle Poste”, si legge sul quotidiano lombardo.
LA RICHIESTA DELLA CNA
In tema di riforma pensioni va segnalato che la Cna di Reggio Emilia propone di insediare un tavolo permanente d’incontro tra istituzioni e corpi intermedi in modo da fornire delle indicazioni al mondo politico. Come riporta reggiosera.it, il Presidente Cna Pensionati reggiano Giuliano Tamagnini evidenzia che “il rischio che decenni di attività lavorativa, coperti dal versamento di contributi previdenziali, non permettano di arrivare ad una pensione dignitosa è reale. Diseguaglianze territoriali, generazionali e fiscali sono i fronti sui quali chiediamo alle forze politiche e ai parlamentari di intervenire in vista della legge di bilancio 2020”. Secondo Tamagnini, “le risorse da trovare andrebbero concentrate per l’innalzamento della no tax area, per il superamento dell’anacronistica suddivisione tra pensionati del lavoro dipendente e del lavoro autonomo previsto per la quattordicesima, per allargare la platea dei fruitori rendendo strutturali provvedimenti come Opzione Donna, ma soprattutto l’Ape sociale”.
RIFORMA PENSIONI, M5S DIFENDE LA MANOVRA
Il Movimento 5 Stelle difende le misure di riforma pensioni introdotte nella manovra. In un post pubblicato sul Blog delle Stelle viene infatti ricordato che è stata sventata “la minaccia di chi voleva (e vuole ancora) eliminare Quota 100 e lasciando intatto il Reddito di Cittadinanza. Anche Opzione Donna e l’Ape sociale non sono in discussione”. I pentastellati si dicono in particolare orgogliosi di aver mantenuto senza modifiche Quota 100 in modo che “i lavoratori prossimi alla pensione continueranno ad avere questa possibilità di pensionamento senza preoccuparsi di cambiamenti nelle finestre di accesso. Per noi è davvero un’ottima notizia anche perché ci consentirà di valutare l’efficacia di questa misura che ha già permesso a quasi 185.000 persone di andare in pensione, dopo averla vista sfumare per anni”.
LA PROROGA DI APE SOCIAL E OPZIONE DONNA
Dal loro punto di vista è poi importante la conferma dell’Ape social, in modo che “chi ha compiuto almeno 63 anni di età e ha versato contributi per 30 anni potrà andare in pensione con l’anticipo pensionistico. Una proroga di un anno che consentirà a tante persone che sono rimaste bloccate a causa della riforma Fornero di ritirarsi dal lavoro se lo desiderano. Sulla stessa scia anche la proroga di Opzione donna. Lavoratrici che hanno lavorato per 35 anni e che al 31 dicembre 2019 hanno compiuto 58 anni (se sono dipendenti) o 59 anni (se autonome) potranno andare in pensione. Una possibilità fondamentale per la componente femminile della nostra forza lavoro che in media ancora oggi trova più tardi un impiego rispetto ai colleghi uomini a causa di un gap di genere che vogliamo e dobbiamo colmare”.