I 7 MILIARDI DA USARE PER LE PENSIONI

La Cgil ricorda che saranno circa 7 i miliardi di minor spesa rispetto alle risorse stanziate per la riforma pensioni con Quota 100 e le altre misure previdenziali varate lo scorso anno. Risorse che, come “dovranno essere necessariamente ridestinate al capitolo pensioni”. Il sito di Rassegna sindacale riporta le dichiarazioni del Segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, secondo cui, “tenendo conto sia delle proposte contenute nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil, sia della disponibilità del governo a una riforma complessiva del sistema, chiediamo che venga realizzata una riforma previdenziale volta a garantire flessibilità in uscita per tutti dopo i 62 anni, con interventi che tengano conto della condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavoratori gravosi e usuranti, del lavoro di cura, e degli esodati. Chiediamo infine che venga introdotta una pensione contributiva di garanzia per i più giovani”. Vedremo come saranno accolte le richieste della Cgil da parte dell’esecutivo.



CALENDA CONTRO QUOTA 100

Non solo Italia Viva, anche Siamo Europei si schiera contro la riforma pensioni con Quota 100. E anche contro il Reddito di cittadinanza. Secondo quanto riporta quotidianosanita.it, il movimento di Carlo Calenda spiega che “per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sono stati stanziati 43,6 miliardi in 3 anni. Questi soldi devono essere spesi diversamente. In Italia, spendiamo meno degli altri grandi paesi europei nei due capitoli di spesa più importanti: sanità e scuola. Per cosa invece spendiamo di più? Per le pensioni: 16,1% del Pil contro una media euro di 13,3%. Invece di correggere questa situazione, il Governo ha deciso di aggravarla con Quota 100, un provvedimento iniquo e costoso, che serve a mandare in pensione anticipatamente persone con un lavoro e una pensione garantita. Per questo andrebbe cancellata. Subito. Il Reddito di Cittadinanza va riformato”. Le risorse risparmiate andrebbe quindi usate per: scuola, sanità. ambiente e giovani. Vedremo se anche questa proposta, come nel caso di Italia Viva, si tradurrà in un emendamento.



QUOTA 100 E IL LAVORO A 70 ANNI

Francesco Seghezzi, ai microfoni di Radio Radicale, ha parlato di riforma pensioni e dell’idea di cancellare Quota 100. Secondo il Presidente della Fondazione Adapt, “bisogna rendere sostenibile il lavoro fino a settanta anni, pensare delle cose nuove, pensare alla flessibilità organizzativa, pensare come far sì che le persone più anziane possano avere dei ruoli meno faticosi e più diciamo di trasferimento di competenze ed esperienza rispetto ai più giovani. Bisogna anche pensare come mettere in pratica delle forme di assessment periodico delle proprie competenze, così da non trovare a 70 anni con ancora degli anni davanti e con conoscenze completamente obsolete”. Per Seghezzi, “insomma, non basta dire eliminiamo quota cento e lavoriamo tutti perché è giusto così. Come principio possiamo accettarlo, ma dobbiamo mettere in pratica delle soluzioni per rendere sostenibile il lavoro”. Il Governo sembra in ogni caso intenzionato a confermare la misura pensionistica varata l’anno scorso, pensando a eventuali modifiche solo per il 2021.



GLI OBIETTIVI DELLA CGIL

Per quanto riguarda la Legge di bilancio che a breve verrà trasmessa alle Camere, per Roberto Ghiselli non ci sono dubbi: “In materia previdenziale c’è ancora molto da fare”. Intervistato da pensionipertutti.it, il Segretario confederale della Cgil spiega che nel confronto tra Governo e sindacati “la partita si giocherà soprattutto sul tavolo per la riforma della Fornero, ma vi sono alcune cose urgenti che vanno fatte prima, con la Legge di bilancio. Mi riferisco all’ampliamento della platea dell’Ape sociale e dei precoci, oggi troppo limitata soprattutto per i lavori gravosi e per le donne, al tema gravissimo della piena copertura previdenziale dei lavoratori part time verticale e ciclico, la prescrizione dei contributi nel settore pubblico, la risoluzione definitiva della questione esodati. Lavoreremo affinché su queste cose le risposte arrivino nel percorso parlamentare della Legge di bilancio. Rimane inoltra ancora del tutto aperto il tema della rivalutazione delle pensioni, ad iniziare da quelle medie e basse”.

FURLAN: NON TOCCARE QUOTA 100 ALMENO PER IL 2020

Annamaria Furlan è critica rispetto ai dissidi all’interno della maggioranza di Governo sulla manovra, che comprendono anche la riforma pensioni. “Se il confronto diventa una gara al peggio per un minuto di notorietà, alla continua ricerca di consensi e in una logica elettorale non si fa certo il bene del Paese. Prendiamo la sfida all’ok Corral lanciata da Renzi per abolire quota 100. Cambiare di continuo la vita previdenziale delle persone porta solo a nuovi esodati. Ricordo che con il governo abbiamo concordato di non toccare quota 100 almeno per il 2020”, dice la Segretaria generale della Cisl in un’intervista a Repubblica. Ospite di Non è l’Arena, invece, Nunzia De Girolamo ha attaccato Elsa Fornero, dicendo che “non la si può sentire” “fare la maestrina” perché “quello che ha combinato lei sulle pensioni non lo avevamo mai visto”. L’ex ministra ha ricordato che Quota 100 è facoltativa e consentirà di avere un minimo di ricambio nella Pa se partiranno i concorsi per sostituire quanti stanno andando in quiescenza.

L’IMPORTANZA DELLA QUOTA 100 ROSA

A proposito di chi chiede di cancellare la riforma pensioni con Quota 100, Orietta Armiliato evidenzia che “una legge non si può cancellare come fosse un tratto di matita”. Diverso è però il caso della proposta di cambiare Quota 100 per farla diventare Quota 100 rosa, dando così “la possibilità alle donne che non possono accedere causa carriere discontinue, con requisiti pari a 62 anni di età e 36 (in luogo dei 38) di contribuzione, riconoscendo in questi due minori anni, il valore del lavoro di cura domestico che le donne si sobbarcano ma che mai è stato riconosciuto tangibilmente”. Per l’amministratrice del Comitato Opzione donna social, che ha avanzato tale proposta, “sarebbe un primo passo nel percorso di valorizzazione del welfare gratuito che le donne italiane elargiscono riconosciuto da tutti, ma solo virtualmente, utilizzando quanto stanziato a copertura lo scorso marzo e che, numeri Inps e RgS alla mano, risulta essere sovrastimato”. Dunque si tratterebbe di utilizzare i risparmi di Quota 100 per ampliarne la possibilità di utilizzo da parte delle donne.

QUOTA 100, LA PROTESTA DELLA SICILIA

Per Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana, è “inaccettabile che il Consiglio dei ministri impugni il provvedimento di recepimento della quota cento per il personale regionale”. In una nota riportata da palermotoday.iy, il leader del Movimento Cambiamo la Sicilia evidenzia che “mentre nelle altre regioni del Paese si garantisce il diritto previdenziale del personale regionale e la dismissione ai sensi della legge nazionale, in Sicilia si assiste all’ennesimo spaccato che discrimina e affligge un intero popolo in un momento storico nel quale, serve un ricambio generazionale, serve assicurare gli oneri contributivi che i dipendenti per un’intera carriera hanno versato. Il governo ha già dichiarato che resisterà innanzi alla corte costituzionale, ma già da adesso presenterò un’interrogazione per cogliere gli intendimenti reali dell’esecutivo e gli effetti della deliberazione assembleare sino a giudizio della consulta. I dipendenti non possono patire da Roma l’ennesima spada di Damocle che li lascia piombare nell’incertezza più totale”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BOSCHI

Maria Elena Boschi, come riporta alanews.it, durante uno dei tavoli di lavoro della Leopolda, ha ricordato cos’era stato fatto in tema di riforma pensioni nella precedente legislatura: “Abbiamo cercato da un lato di introdurre la quattordicesima mensilità per le pensioni più basse. E poi il tema dell’Ape social, cioè di dire chi ha fatto lavori usuranti, magari precoci di andare in pensione prima. È ovvio che fare l’avvocato non ha lo stesso tipo di impegno fisico di chi sta alla catena di montaggio o di altre professioni. Allo stesso tempo avevamo previsto una norma per cui per esempio le donne con figli venga considerato ai fini della pensione perché c’è un periodo in cui stanno in maternità che va compensato se lo consideriamo un valore per tutti”. Il Movimento 5 Stelle intanto fa quadrato su Quota 100.

M5S DIFENDE QUOTA 100

In un post sul blog delle Stelle si legge infatti: “Qualcuno oggi continua a sperare nell’abolizione di Quota 100. Presentassero pure emendamenti, tanto i voti in parlamento non ci sono”, chiaro riferimento all’intenzione di Italia Viva di presentare un emendamento per cancellare Quota 100. Cesare Damiano, invece, plaude a Giuseppe Conte che ha detto di considerare Quota 100 un pilastro della manovra. “Condividiamo totalmente il fatto che questa misura non vada toccata, al di là dei suoi limiti che abbiamo evidenziato in varie occasioni, perché non possiamo di nuovo tradire il patto previdenziale stipulato dallo Stato con i cittadini. Lo abbiamo già fatto, con gravi conseguenze sociali, al tempo del Governo Monti”, ha detto l’ex ministro del Lavoro.