CALENDA VS PD “COSA DICONO SULLA QUOTA 100”?

Dopo la lettera inviata dal Segretario Pd Nicola Zingaretti al Corriere della Sera con le tre macro-proposte del Partito Democratico per la ripresa del sistema-Italia, il leader di Azione Carlo Calenda su Facebook contesta i tanti punti non inseriti nel “piano”, a cominciare dalla riforma pensioni di Quota 100. «Queste non sono proposte ma buone intenzioni. Provo a farti qualche domanda più ficcante. Cosa farete su quota 100, reddito di cittadinanza, decreti sicurezza, legittima difesa e ius culturae (che a novembre avevate definito la priorità delle priorità)?». Nei giorni in cui la Lega propone non solo di proseguire la Quota 100 ma di arrivare alla Quota 41 precoci come maxi-piano per l’immediato futuro, Calenda sferza il Pd per richiedere quale siano le vere proposte per il Paese e non solo una «lista di buone intenzioni» ma nulla più «Queste sono le risposte che servono. Il resto è fuffa. Zingaretti dì qualcosa. Anche non di sinistra. Purché sia qualcosa Partito Democratico». (agg. di Niccolò Magnani)



CRISI PENSIONI E QUOTA 41 LEGA

«Quota 100 è solo la prima tappa, ora serve Quota 41 e la Flat Tax al 15%», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini nel presentare l’ultimo libro dei due sodali Durigon e Garaviaglia dal titolo “La libertà di andare in pensione”. Il progetto del Carroccio è semplice, per contrastare la crisi economica del coronavirus che costringerà inevitabilmente nuova riforma pensionistica ma anche rivalutazione degli assegni, occorre fare presto: «Il principio da seguire, per le famiglie e le imprese, dovrebbe essere quello del pagare meno per pagare tutti. Questa riforma è una di quelle di cui vado orgoglioso, se si pensa alla Lega si pensa sempre agli sbarchi ed agli immigrati. Con Quota 100 migliaia di italiani hanno riconquistato la speranza», ma con Quota 41 si vuole andare ancora oltre e proseguire il percorso iniziato nel Governo Conte-1. Dopo la relazione di Bankitalia anche sul tema pensioni, le sfide della crisi sembrano davvero sempre più vicine: «Nel prossimo decennio l’economia italiana – segnala la Banca d’Italia – dovrà fronteggiare una notevole riduzione della popolazione in età da lavoro», per questo si rischia un’estensione dell’età pensionabile che potrebbe portare altre polemiche e “rivolte” sociali se non si interviene in fretta. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, MINIME DA AUMENTARE

La Confederazione italiana agricoltori ha già richiesto in diverse occasioni una misura di riforma pensioni mirata ad aumentare le minime a 650 euro al mese. I dati dell’Osservatorio Inps elaborati dalla Cia Puglia mostrano in effetti che l’importo medio degli assegni erogati agli agricoltori nella regione è mediamente di 573,64 euro al mese. “Per attenerci all’attualità, non si raggiunge nemmeno la cifra del bonus autonomi erogato per la pandemia, quello a cui i pensionati con partita Iva ancora attiva non hanno avuto accesso”, spiega il Presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba, il quale evidenzia come, “nonostante l’estenuante pressing a livello nazionale, sistematicamente non si riscontra alcuna volontà di adeguare il potere d’acquisto delle pensioni al reale costo della vita. Siamo di gran lunga al di sotto della soglia di povertà assoluta indicata dall’Istat (780 euro) sulla quale è stato calcolato l’importo della pensione di cittadinanza”.



I DATI DELLA CIA PUGLIA

“Nella classifica stilata da CIA Puglia, la Bat è seguita da Taranto con un importo medio mensile delle pensioni agricole di 609,09 euro. Brindisi è al terzo posto con una media di 596,32 euro; segue Bari con 567,83 euro; media di poco inferiore rispetto al capoluogo di regione nella provincia di Foggia con 562,84 euro. È proprio la Capitanata ad annoverare il più alto numero di percettori di pensioni agricole: sono 17.712. A Bari le pensioni erogate sono 14.842; in provincia di Taranto 7.197; 5.346 in provincia di Lecce; a seguire Brindisi (3.968) e la Bat (2.206). Per un totale di 51.271 trattamenti pensionistici”, si legge tra i dati diffusi.