IL CAMBIAMENTO DI PRIORITÀ

Ospite della puntata di Otto e mezzo di ieri sera, Giovanni Floris ha commentato le misure prese dal Governo per fronteggiare l’impatto economico del coronavirus, evidenziando come sia presto per capire se 7,5 miliardi di euro possano rivelarsi sufficienti. Molto dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia. Tuttavia il conduttore della trasmissione diMartedì, in onda sempre su La7, non ha potuto fare a meno di far notare a Lilli Gruber come ci sia stato un cambiamento delle priorità nell’arco di poche settimane, visto che il focus del dibattito sembrava essere sulle misure di riforma pensioni da adottare per il post-Quota 100. “Stavamo discutendo se continuare a dare alle persone anziane la possibilità di andare via dal lavoro un po’ prima di quello che pensavano, adesso la priorità è diventata aiutare le famiglie giovani che non possono contare sui nonni, che devono rimanere isolati, ma devono lasciare i ragazzi a casa. In due settimane si è capovolto il mondo della visione della politica”.



MANIFESTAZIONE ROMA ANNULLATA

Il 25 marzo era in programma a Roma una manifestazione per chiedere delle specifiche misure di riforma pensioni. In particolare per i lavoratori precoci, gli esodati, i disoccupati, gli invalidi, con istanze che vanno da Quota 41 a Opzione donna strutturale. Tuttavia l’altro giorno è arrivata la notizia del rinvio di tale manifestazione. “Come sapete, il governo, causa coronavirus, ha vietato manifestazioni, concerti e qualsiasi assembramento di persone. Questo ci costringe a rinviare il presidio a Roma in Piazza Montecitorio, fissato per il 25 marzo. Siamo dispiaciuti per la manifestazione che dobbiamo annullare temporaneamente, perché siamo convinti che sarebbe stata una grande giornata che avrebbe smosso le coscienze della politica, del sindacato e di tutte le categorie interessate, però in questo momento la salute pubblica ha la priorità”, hanno fatto sapere gli organizzatori via Facebook. Dunque le istanze restano valide e si attende una nuova data perché si possa effettivamente svolgere la manifestazione nella Capitale.



LA REPUBBLICA FONDATA SUI NONNI

Mentre si continuano a ipotizzare interventi di riforma pensioni, sull’Huffington Post Claudia Pratelli, Assessora nel III Municipio di Roma, evidenzia che “l’Italia è una Repubblica fondata sui nonni. Perché in un Paese affaticato da crescita zero e lunga crisi economica, organizzazione del lavoro vetusta anche quando sembra ipermoderna e stato sociale spesso inadeguato è il welfare familiare a tenere in piedi i nuclei. Tradotto: i nonni, per chi li ha, per chi li ha vicini, per chi li ha in salute. Vale per la tenuta economica delle famiglie e dei giovani adulti, nativi della precarietà del lavoro, spesso sostenuti dalle pensioni dei genitori. Vale per l’organizzazione familiare e la cura dei figli, dato che gli orari di uscita da lavoro e da scuola raramente combaciano; che il trasporto pubblico scolastico non è sempre garantito; che in caso di malattia dei bimbi, anche se piccoli, non sempre è garantito un congedo per i genitori”. Considerazioni che risultano calzanti anche rispetto alla stretta attualità di questi giorni.



IL PROBLEMA DELLE RISORSE

In un periodo un cui la riforma pensioni resta presente nel dibattito, su ecodisavona.it Carlo Colla esprime rabbia di fronte al fatto che “il Governo non riesce a mettere da parte somme destinate alla sanità pubblica o verso altri settori di assoluta e basilare importanza come la scuola o pensare ad aumentare le retribuzioni dei suoi dipendenti e le pensioni dei lavoratori che non sanno letteralmente come arrivare alla fine del mese. Pensionati che vivono con grandissime difficoltà e con somme che non permettono loro di campare degnamente e decorosamente: pensionati che non riescono nemmeno a mangiare perché senza denti dal momento che la nostra sanità non prevede loro di metterli. Per non parlare dell’assistenza ai malati, agli anziani, ai disabili che, da anni, è stata tagliata fino ad essere diventata quasi inesistente con i ‘servizi sociali’ che annaspano senza fondi ed incapaci, quindi, di espletare quelle che dovrebbero essere le loro prime finalità istituzionali”. Parole più che mai attuali pensando alla situazione particolare di questi giorni.

LA PROPOSTA DI PALMIERI PER INARCASSA

Una riforma pensioni riguardante Inarcassa viene sollecitata da Antonio Palmieri, candidato per elezioni per il rinnovo dei consiglieri delegati dell’istituto previdenziale di ingegneri e architetti. Ilfaroonline.it riporta alcune sue dichiarazioni in cui evidenzia come tra i compiti di Inarcassa “dovrebbe esserci quello della solidarietà professionale ovvero di forme di erogazioni pensionistiche minime che rispettino la dignità della persona e garantiscano livelli economici di sussistenza”. Infatti, sembrano esserci diversi trattamenti pensionistici che sono inferiori alla pensione di cittadinanza e alla minima dell’Inps. Come per esempio l’assegno di 56,28 al mese percepito da un pensionato di 89 anni. “Anche se l’importo corrisposto fosse il risultato di un calcolo privo di errori dovrebbe essere fissata una base minima di decenza per dei professionisti che hanno speso una vita nella professione per poi vedersi trattati in quiescenza ben al di sotto del cosiddetto reddito di cittadinanza, ampiamente dispensato oggi, senza una base economica logica”, dice Palmieri.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI NANNICINI

Tommaso Nannicini chiede che la riforma pensioni con Quota 100 venga superata. Intervistato da La Stampa, il Senatore del Partito democratico indica cinque misure per affrontare l’emergenza legata al coronavirus. “La prima: gli acconti Irap, Irpef e Ires di giugno vanno rinviati a novembre sulla base del reddito nel 2020, non del 2019. Secondo: una riduzione forte dell’Iva per sostenere i consumi. Terzo: aumentare ecobonus e incentivi all’innovazione di chi investe. Tutti ciò che può anticipare gli investimenti è importante. Quarto: la cassa integrazione va estesa a tutti e senza costi o vincoli, a livello nazionale. Quinto: gli ammortizzatori sociali vanno estesi anche a precari e autonomi. Ce ne sono moltissimi in quattro settori che soffriranno: trasporti, turismo, spettacolo, istruzione”. Misure che sembrerebbero essere molto costose.

IL SUPERAMENTO DI QUOTA 100

Tuttavia, Nannicini evidenzia che “le conseguenze dell’inazione sarebbero peggiori. Nella mia ipotesi occorre investire almeno una ventina di miliardi”. E ci tiene a sottolineare che “lo choc deve essere temporaneo, con un piano di rientro credibile. Si sale al tre per cento di deficit, ma per evitare la recessione, non prepensionamenti a pioggia. Quota 100 va superata: in pensione vanno disoccupati, persone con disabilità e chi fa lavori gravosi. Il resto delle risorse si usa per i giovani e la crescita”. Posizione che l’esponente dem aveva già espresso prima del varo dell’ultima Legge di bilancio, assieme alla proposta di una Quota 92 (62 anni e 30 di contributi) destinata a quattro categorie (i caregiver oltre a quelle citate nell’intervista a La Stampa).