SOSPESI CONTROLLI INPS SU PENSIONATI ALL’ESTERO

L’emergenza coronavirus non rimanda solo il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, ma anche l’attività dell’Inps sull’accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati all’estero. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha infatti comunicato di aver concordato con Citybank la sospensione delle attività in merito riferite al 2019 e al 2020. La sospensione è stata decisa al fine di salvaguardare la salute dei pensionati e di tutti i soggetti coinvolti nell’attività di verifica. In un comunicato si legge che la “seconda fase del processo di verifica avrà inizio con l’invio delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita ai pensionati nel corso di agosto 2020. Tali attestazioni dovranno pervenire a Citibank entro dicembre 2020. Nel caso in cui l’attestazione non sia prodotta entro il termine sopraindicato, il pagamento della rata di gennaio 2021, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro la seconda metà di gennaio 2021, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di febbraio 2021”.



SCAGLIONI PER RITIRO ANTICIPATO PENSIONE

Il Governo, d’accordo con l’Inps, ha deciso di fare in modo che il pagamento delle pensioni per le mensilità di aprile, maggio e giugno venga spalmato su più giorni, a partire dagli ultimi di marzo, aprile e maggio. Lo Spi-Cgil, come riporta il sito di Rassegna sindacale, ricorda che tale “misura riguarda unicamente i pensionati che riscuotono la pensione negli uffici postali, ed è stata ritenuta necessaria per evitare affollamenti presso gli sportelli. Sarà possibile riscuotere la pensione in qualsiasi sportello postale in Italia, mentre non sono invece interessati tutti i pensionati che fanno riferimento al sistema bancario”. Inoltre, c’è da tenere presente che “le modalità di scaglionamento per la riscossione dei trattamenti previdenziali saranno comunicate a breve direttamente da Poste Italiane”. Dunque non ci si potrà recare liberamente agli uffici postali nei giorni che sono già stati indicati, ma bisognerà seguire delle istruzioni precise, proprio per evitare che tutti si presentino nello stesso giorno, vanificando l’obiettivo stesso del provvedimento.



QUOTA 100, SALTA DIVIETO CUMULO PER COVID-19

L’Inps, attraverso una circolare emessa nella giornata di ieri, fornisce un’informazione importante per il personale sanitario che ha usufruito di Quota 100 e che si appresta a ritornare in servizio per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Stante il fatto che nel decreto cura Italia è data facoltà di assumere per un periodo di sei mesi il personale in pensione, l’Inps fa sapere che “nei confronti del personale medico e di quello infermieristico, già titolare di trattamento pensionistico c.d. quota 100, al quale sono stati conferiti incarichi di lavoro autonomo […] per fare fronte all’emergenza COVID-19, non trovano applicazione le disposizioni in materia di incumulabilità tra la pensione e il relativo reddito da lavoro autonomo”. È infatti noto che con la riforma pensioni che ha introdotto Quota 100 era stato previsto il divieto di cumulo con redditi da lavoro. I pensionati coinvolti dovranno comunicare all’Inps “di avere ripreso l’attività lavorativa in forma autonoma per emergenza COVID-19, indicando la durata del relativo incarico”.



PENSIONI ANTICIPATE ANCHE A MAGGIO E GIUGNO

Arriva un’ulteriore novità sul fronte del pagamento delle pensioni. Nunzia Catalfo ha infatti fatto sapere che la misura già annunciata per il mese di aprile, per il pagamento degli assegni in più giorni, così da evitare assembramenti agli sportelli delle Poste, è stata estesa anche a maggio e giugno. “Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha firmato l’ordinanza con la quale, su mia proposta, per i mesi di aprile, maggio e giugno verrà anticipato e distribuito nell’arco di più giorni il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili presso gli sportelli di Poste Italiane collocati su tutto il territorio nazionale”, sono le parole della ministra del Lavoro riportate da Askanews. La mensilità di maggio verrà quindi pagato da 27 al 30 aprile, mentre quella di giugno dal 26 al 30 maggio. “A breve, Poste definirà il nuovo calendario delle convocazioni”, ha aggiunto Catalfo.

IL PROMEMORIA SULLA RITA

Attraverso una risposta fornita a un lettore del sito di Repubblica, la Fondazione studi consulenti del lavoro ricorda che tra le misure afferenti la riforma pensioni varate in passato è ancora in vigore la Rita, acronimo che sta per Rendita integrativa temporanea anticipata, per chiedere la quale occorrono, oltre ad almeno 5 anni di anzianità di iscrizione alla previdenza complementare, alternativamente: almeno 20 anni di contributi, nella cessazione del rapporto di lavoro e non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia oppure avere cessato il rapporto, svolto più di 24 mesi di inoccupazione e una distanza di non più di 10 anni dalla pensione di vecchiaia. Tra l’altro, fornendo la risposta al quesito posto, viene chiarito che l’anzianità contributiva frutto di ricorso alla rottamazione ter “non risulta di per sé ostativa ai requisiti per l’accesso alla Rita”. Ovviamente l’importo della Rita dipende da quanto si è versato nella previdenza integrativa. Occorrerà in tal senso far bene i propri calcoli, considerando anche alternativamente la possibilità di riscatto delle somme versate.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CASTELLI

A Laura Castelli, intervistata dal Corriere della Sera, è stato chiesto se di fronte alla necessità di mettere in campo quante più risorse possibili per fronteggiare l’emergenza coronavirus non fosse il caso di fermare Quota 100, la misura di riforma pensioni in vigore dallo scorso anno, visto che ha un costo di 20 miliardi in tre anni, mentre il decreto cura Italia ne mette in campo 25. Riportiamo il testo della risposta della viceministra dell’Economia: “Quando accadono  cose straordinarie guardi tutto con occhi diversi. Nel settore sanitario e delle forze dell’ordine ci è stato chiesto di lasciare libertà di rimanere in servizio e lo abbiamo fatto. Poi questo evento dovrà ritarare tutta una serie di cose mentre ci sta facendo fare passi da gigante nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Di certo non faremo come nel 2001, quando è stata tagliata la Sanità, o nel 2008, quando tutto venne scaricato sulla flessibilità del lavoro”.

LA POSIZIONE DEI SINDACATI

Sembra quindi che Quota 100 resterà in vigore. Ma non è da escludere che si possa rivedere una volta passata l’emergenza. In questo senso, secondo quanto ha dichiarato nei giorni scorsi Roberto Ghiselli, per i sindacati resta importante impostare una riforma del sistema pensionistico da far partire nel 2022, quando Quota 100 non ci sarà più. Ovviamente tenendo come punto di partenza le proposte contenute nella piattaforma unitaria sindacale che sono state già sottoposte all’esecutivo nel corso degli incontri che ci sono stati negli ultimi mesi.