PENSIONI SCUOLA, COSA CAMBIERÀ

A settembre sono circa 42mila le richieste di pensioni giunte all’Inps dal solo mondo scuola: in attesa di una riforma che porti l’intero mondo previdenziale “fuori” dalla Quota 100, per l’ultima volta i dipendenti del Miur potranno accedere alla riforma del primo Governo Conte per poter uscire in maniera anticipata dal proprio lavoro. Si tratta di 31.873 richieste per il corpo docenti, personale ATA (9.235), insegnanti di Religione (581), dirigenti scolastici (406) e personale educativo (109): oltre 40mila posti liberi che andranno rimpiazzati con concorsi, stabilizzazione precari e messe a disposizione. Al di là della Quota 100, vi sono ulteriori casi da considerare per l’uscita agevolata in caso di invalidità “pari o superiore” al 74%, come previsto dal Governo: in tal caso infatti e due misure utili per il pensionamento sono l’Ape Sociale (63 anni di età e contribuzione minima di 30 anni) o la Quota 41 (41 anni di contributi di cui almeno 12 mesi versati prima dei 19 anni). (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LA VICENDA ESODATI

La vicenda esodati, iniziata dopo la riforma pensioni targata Fornero, non sembra destinata a terminare nemmeno dopo la nona salvaguardia varata con l’ultima Legge di bilancio. Come spiega Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della Cgil, “sono solo 1050 le domande di pensione presentate dagli esodati che sono state accolte, su un totale di 2821, mentre quelle respinte 1264 e 507 ancora giacenti. Un numero esiguo che dimostra quanto sia limitata la platea di Esodati e quanto fosse giusta la richiesta sindacale di procedere ad una nuova salvaguardia. Ora occorre capire le ragioni di tante reiezioni”. Colpisce, in effetti, il numero di domande respinte che risulta superiore a quelle accolte. Posto che ancora ve n’è un buon numero giacenti.



LE PAROLE DI GHISELLI

Secondo Roberto Ghiselli, “è necessario adottare misure strutturali per consentire l’accesso alla pensione ai disoccupati di lunga durata che hanno un’età avanzata, e a coloro che non sono potuti rientrare nella nona salvaguardia per i vincoli troppo rigidi previsti dalla normativa”. Il Segretario confederale della Cgil evidenzia che “il fatto che le domande accolte siano di gran lunga inferiori alle 2400 previste dalla legge di bilancio consentirebbe di fare questo intervento potendo contare su delle risorse già disponibili”. Ghiselli auspica quindi che “il Governo si decida ad avviare il confronto sulla previdenza con le organizzazioni sindacali per poter discutere di questi ed altri importanti argomenti che riguardano le condizioni previdenziali di milioni di lavoratrici e lavoratori. Se ciò non dovesse avvenire metteremmo in campo le iniziative conseguenti”.



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