DAMIANO CONTRO L’OCSE
In tema di riforma pensioni continuano a far discutere le considerazioni dell’Ocse sull’Italia contenute nel rapporto “Pensions at a Glance 2019”. Secondo Cesare Damiano, l’organizzazione parigina “continua ad utilizzare dati fasulli sulle pensioni”. “Secondo l’organizzazione, la spesa pensionistica sarebbe il 16,2% del Prodotto interno lordo, la maggiore in Europa. Questo dato comprende, però, le spese per l’assistenza, che andrebbero scorporate, e contabilizza il costo delle pensioni al lordo”, afferma l’ex ministro del Lavoro, riproponendo di fatto quindi un’istanza che da tempo viene promossa dai sindacati. “Facciamo un esempio: una pensione lorda mensile di 1.500 euro corrisponde a 1.150 netti, perché il lavoratore ne restituisce allo Stato 350. Se questo non viene considerato si va al 16%, altrimenti saremmo circa al 12%, perfettamente allineati con il resto dell’Europa”, spiega Damiano, secondo cui “sarebbe ora di chiarire questo problema per non fornire altri alibi a chi vorrebbe nuovamente attaccare le pensioni”.
LE RICHIESTE DELLA CGIL
Per Roberto Ghiselli, “Quota 100 è una misura a termine, del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze complessive, e seppur poche le persone interessate, non è giusto eliminarla, anche perché il costo reale di tale misura, secondo le nostre stime, sarà di circa 7 miliardi inferiore a quanto preventivato”. Secondo il Segretario confederale della Cgil, nell’analisi dell’Ocse sul sistema pensionistico italiano c’è anche la richiesta di misure di riforma pensioni “a favore delle persone che svolgono lavori poveri o discontinui, che sono soprattutto giovani e donne, una richiesta che da anni abbiamo avanzato ai vari governi”. Stando a quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, per Ghiselli “la spesa previdenziale è sotto controllo, anche in prospettiva, e vi sono margini per una riforma che renda più sostenibile socialmente il sistema, e che guardi soprattutto a donne, giovani, precoci, lavori più faticosi, esodati”. Dunque non c’è da allarmarsi sulla situazione dei conti della previdenza.
LE PAROLE DI BARBAGALLO
Partecipando a un’iniziativa della Uil pensionati della Puglia tenutasi a Bari, Carmelo Barbagallo ha voluto evidenziare che “i pensionati non sono un peso, ma una risorsa: per anni, sono stati il vero ammortizzatore sociale a disposizione delle famiglie, dando il loro aiuto in tante situazioni di disagio economico e sociale. Ecco perché abbiamo rivendicato, con forza, una vera rivalutazione delle pensioni, altrimenti, se si impoveriscono, i pensionati non saranno più in grado di assolvere questo compito essenziale per la collettività”. Il Segretario generale della Uil, oltre a ricordare le istanze in tema di riforma pensioni, ha sottolineato che “peraltro, noi siamo anche fautori del principio dell’anzianità attiva, che va affermato dando ai pensionati la possibilità di esercitare lavori socialmente utili: in questo modo potranno integrare il loro magro reddito, rendendosi utili al Paese”. Per Barbagallo resta in ogni caso “necessaria una legge quadro sulla non autosufficienza: l’abbiamo chiesta al Governo e ci continueremo a battere per ottenerla”.
I NUMERI DEI FONDI RIFORMA PENSIONE
In un articolo pubblicato su Il Punto Pensioni & Lavoro Michaela Camilleri, Area Previdenza e Finanza Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, analizza l’andamento dei fondi pensione italiani, sia a livello di rendimenti che di adesioni. Dal suo punto di vista, si tratta di numeri che “dimostrano come il settore della previdenza complementare sia in grado di registrare una crescita costante (seppure non a ritmi elevatissimi) e di ottenere risultati significativi. Ma questi risultati potrebbe essere ancora più positivi per almeno due ordini di ragioni”. La prima riguarda la tassazione sui rendimenti, che è stata incrementata mentre “sarebbe utile valutare una riduzione della tassazione per riportarla almeno nei limiti previsti originariamente”, quindi dal 20% all’11%. Inoltre, sarebbe utile una semplificazione normativa per incentivare i fondi pensione a investire nell’economia reale italiana. Cosa che sicuramente avrebbe dei risvolti positivi facilmente immaginabili.
IL CONVEGNO DEI SENIORES DI FORZA ITALIA
Il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Bondi esprime soddisfazione “per la risoluzione approvata nella giornata di ieri dalle Commissioni riunite I e XI alla Camera con cui si impegna il governo a equiparare stipendi e pensioni dei Vigili del fuoco a quello delle altre Forze dell’ordine”. Come ricorda ilcapoluogo.it, il testo “dovrà essere recepito in legge di bilancio affinché, sin da subito, vengano individuate le risorse necessarie a superare questa disparità di trattamento, retributivo e contributivo”. Una disparità che da diverso tempo, specie dopo le misure di riforma pensioni degli ultimi anni, i Vigili del fuoco chiedono di cancellare. Intanto oggi, come segnala Askanews, a Roma, all’Auditorium Seraphicum, i Seniores di Forza Italia terranno il convegno: “Giù le mani dalle pensioni – Giustizia per 5,2 milioni di pensionati – Adeguamento delle pensioni all’incremento del caro vita” che vedrà la presenza del Responsabile della Regione Lazio Seniores, Andrea Fugazzotto, nella veste di moderatore. Introduce l’evento il Responsabile Nazionale Seniores, Enrico Panetta.
RIFORMA PENSIONI ALL’ARS
L’Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge che interviene sui vitalizi degli ex parlamentari regionali. Come spiega Il Giornale di Sicilia, “è prevista una riduzione lineare del 9,25%, con un ulteriore 5% che si applicherà per gli assegni da 32 a 67 mila euro e il 10% per quelli oltre i 62 mila euro”. Questa misura di riforma pensioni necessaria per adeguarsi a quanto stabilito a livello regionale, entrerà in vigore dal 1° dicembre e durerà cinque anni. Inoltre non varrà per gli assegni fino a due volte il trattamento minimo. Il Presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, spiega che con questa legge ci sarà un risparmio annuo di 2 milioni di euro. “Sfido chi ha vissuto sulla pelle dell’immagine della Sicilia a trovare una regione che abbia fatto meglio di noi”, aggiunge.
LA PROTESTA DI M5S
Protesta però il Movimento 5 Stelle, che ha votato contro il provvedimento. Il capogruppo all’Ars, Francesco Cappello parla “di un vero e proprio indecente capolavoro, si è toccata una delle pagine più buie della storia di questa Regione”. Questo perché “si dovevano tagliare i vitalizi e invece si sono aumentate le pensioni. Evidentemente, quando si toccano gli interessi di chi domani dovrà percepire il vitalizio, perché in gran parte il parlamento regionale è formato da persone che dovranno percepirlo, nessuno ha voluto dare un taglio a un privilegio personale. Quello che ha fatto questo parlamento è semplicemente produrre una legge che favorisce pochi e a spese di 5 milioni di siciliani”.