SINDACATI “GOVERNO APRE SU QUOTA 41 PER PRECOCI”
Emergono altri dettagli importanti dal vertice sulla riforma pensioni al Ministero del Lavoro: «il ministro ha manifestato la volontà di allargare l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi ai lavoratori fragili», fa sapere il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga riportando i punti salienti dell’incontro con la Ministra Nunzia Catalfo, «è stato un incontro positivo ma ancora interlocutorio perché sarà indispensabile scendere nel dettaglio delle proposte del ministro». Gli fa eco il rappresentante Uil Domenico Proietti «C’e’ stata un’apertura volta a facilitare l’accesso a quota 41 per i lavoratori precoci. C’e’ l’impegno a equiparare il part-time verticale a quello orizzontale per l’accesso alla pensione. Positiva la proposta della staffetta generazionale e la gestione delle crisi aziendali con alcuni correttivi al contratto di espansione». Il prossimo 25 settembre si terrà un nuovo vertice tra Governo e sindacati nazionali dove il confronto verrà esteso a tutte le misure da mettere in campo per la riforma pensioni post-Quota: «La Ministra ha confermato che quota 100 non verra’ toccata fino alla scadenza naturale del 2021 ne’ verranno introdotti meccanismi penalizzanti. Rispetto all’immediato, il Governo ha comunicato di voler prorogare Ape sociale e opzione donna, misure che la Cisl ha chiesto vengano invece rese strutturali da subito e su questo aspetto la Ministra ha dato la disponibilita’ a discuterne nell’ambito del ragionamento sulla riforma generale del sistema, allargando il perimetro di accesso allo strumento ai lavoratori disoccupati non coperti dalla Naspi e ai lavoratori fragili», spiega sempre Ganga in una nota al termine del vertice al Ministero del Lavoro. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, L’INCONTRO GOVERNO-SINDACATI
Secondo quanto riporta il sito di Repubblica, l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni si è concluso con la disponibilità, data dall’esecutivo, di procedere alla proroga di Opzione donna e dell’Ape social, prevedendo per quest’ultima la possibilità di ampliare la platea dei beneficiari. Stando al quotidiano romano, sarebbe stata messa sul tavolo la proposta di comprendere anche i “lavoratori fragili a rischio Covid. Ovvero quanti – seppur non invalidi al 74% – soffrono di patologie (tumori, immunodeficienze, malattie cardio-vascolari, etc) tali da essere potenzialmente esposti alle conseguenze peggiori, se infettati da Sars-Cov-2”. Come noto, questi interventi dovrebbero rientrare nella prossima Legge di bilancio e ovviamente più si amplierà la platea dell’Ape social, maggiori saranno i costi da sostenere per le casse dello Stato. Sembra anche che la proroga di Opzione donna e Ape social sia prevista per un solo ulteriore anno, arrivando quindi a scadenza a fine 2021, come Quota 100.
RIFORMA PENSIONI, SALVINI SU UE E LEGGE FORNERO
Matteo Salvini, come riporta Adnkronos, durante un comizio a Bollate, in provincia di Milano, ha detto: “Oggi c’è il dibattito a Bruxelles sui soldi dell’Europa però attenzione perché all’orizzonte si vedono le prime due fregature perché l’Europa per dare il prestito chiede la riforma delle pensioni e quindi tornare alla legge Fornero. Noi faremo le barricate perché non si torni alla legge Fornero”. Il leader della Lega ha spiegato poi che la seconda fregatura è quella relativa a una patrimoniale sui conti correnti. Ieri, invece, ospite del programma diMartedì, Elsa Fornero, come riporta secoloditalia.it, ha raccontato che le capita di incontrare persone che le dicono di essere contente di andare o di essere andata in pensione in base alla legge che porta il suo nome. “Le persone stanno comprendendo che non si ottengono benefici senza che qualcuno paghi. In questo caso i nostri figli e nipoti”. L’ex ministra del Lavoro ha anche detto di considerare Quota 100 “una scelta dettata dal consenso elettorale”.
RIFORMA PENSIONI, IL TEMA DEI LAVORI DI CURA
Oggi riprende il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni e una delle richieste delle confederazioni è quella di fare in modo che si riduca il gap di genere presente anche nel sistema previdenziale. Il Comitato Opzione donna social da tempo chiede che in questo senso si proceda alla valorizzazione dei lavori di cura ai fini pensionistici: una richiesta che è diventata parte della piattaforma unitaria sindacale. Anche per questo Orietta Armiliato, amministratrice del Cods, ricorda alle iscritte l’importanza di far sentire la propria voce in un momento in cui il Governo “apre il confronto con le parti sociali che sono gli organismi depositari del malessere delle lavoratrici e che quindi possono rappresentare al meglio le questioni che le riguardano”. Da qui l’invito a condividere un “manifestino”, con la scritta “Un post in meno ed un provvedimento in più in favore delle Donne”, sui profili social non solo privati, ma anche di parlamentari e sindacalisti per ricordare loro “la necessità di tutele, pensionistiche, salariali, familiari e lavorative, delle quali le donne hanno un grande bisogno”.
LA PROPOSTA DI QUOTA 41
La controproposta dei sindacati, riuniti con il Governo nel vertice sul futuro della riforma pensioni post-Quota 100, potrebbe convergere sull’ipotesi di Quota 41 come da giorni ormai viene raccontata anche qui sulle nostre pagine. Permettere a chi ha versato 41 anni di contributi di andare in pensione è l’obiettivo che Cgil, Cisl e Uil vorrebbe inseguire, indipendentemente dall’età anagrafica del futuro pensionato. Ad oggi la Quota 41, va ricordato, esiste già ma prende in considerazione solo l’età del lavoratore restringendo così di molto la platea coinvolta: il nodo resta lo stesso, il finanziare tale riforma dato che sul Recovery Fund difficilmente potrebbero essere permessi utilizzi per “nuove” Quota 100, invise a Bruxelles. L’idea dei sindacati è comunque quella di rendere “sostenibile” la Quota 41 con un taglio all’assegno di almeno il 3% (una penalizzazione) per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, GOVERNO SMENTISCE QUOTA 102
Come riporta Askanews, fonti del ministero del Lavoro, alla vigilia dell’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, spiegano che le ipotesi di interventi sulla previdenza “che circolano in queste ore su alcuni organi di stampa sono prive di fondamento”. Tali fonti ricordano che il ministro Catalfo ha già spiegato che solo dopo il confronto coi sindacati e il parere delle commissioni preposte, compresa quella istituita presso il ministero, “si delineeranno i contorni dell’intervento”. Una smentita, dunque, sull’ipotesi di Quota 102 o di Quota 41 con ricalcolo contributivo per il post-Quota 100. In un editoriale su Brescia Oggi sul tema della riforma pensioni, Antonio Troise ricorda comunque che “per garantire la sostenibilità delle pensioni bisognerà fare in modo che ci sia un numero sufficiente di lavoratori attivi. Pensare di fare l’ennesima riforma della previdenza, dimenticando di mettere mano alle dinamiche del mercato del lavoro, significherebbe condannarci a nuovi tagli trasformando le pensioni nell’eterno ‘bancomat’ dei nostri conti pubblici”.
GANGA (CISL): FARE CHIAREZZA SU PREVIDENZA
Ignazio Ganga ricorda che “la Cisl, insieme a Cgil e Uil, negli incontri precedenti ha ampiamente spiegato al Governo le istanze contenute nella piattaforma” sindacale relativa alla riforma pensioni. Il Segretario confederale della Cisl, come riporta Askanews, ricorda i punti essenziali di questa piattaforma, “dal recupero di flessibilità per andare in pensione, all’attivazione delle Commissioni per lo studio della spesa previdenziale e dei lavori gravosi, alla pensione contributiva di garanzia per i giovani, alla tutela del potere di acquisto dei pensionati ed al sostegno previdenziale delle donne, fino all’importanza di promuovere lo sviluppo della pensione complementare, e molti altri temi”. Per Ganga, quindi, “ora la parola passa al Governo” ed “è urgente che si faccia chiarezza sulla previdenza, perché lo chiedono da tempo lavoratori e pensionati e perché negli ultimi giorni abbiamo visto sulla stampa molte, e forse troppe, proposte che se fossero reali non sono state mai discusse con il sindacato”.
RIFORMA PENSIONI, L’INCONTRO GOVERNO-SINDACATI
Oggi è un giorno certamente importante in tema di riforma pensioni, dato che riprende il confronto tra Governo e sindacati con l’obiettivo, nell’incontro di oggi, di individuare delle misure da inserire già nella prossima Legge di bilancio. I rumors e le indiscrezioni in materia sono comunque più orientate a capire quale sarà la misura che sostituirà Quota 100 dal 2022: un tema che verrà affrontato nel prossimo incontro tra le parti. Il Giornale ricorda però che nel caso si intenda introdurre Quota 41, come vorrebbe Cgil, Cisl e Uil, bisognerebbe mettere in conto un costo di circa 12 miliardi di euro l’anno. Anche per questo forse negli ultimi giorni si parla sì della possibilità di prevedere l’accesso anticipato alla quiescenza con 41 anni di contribuzione, ma con delle penalizzazioni. Non resta che attendere novità su questi temi.
LA RIPRESA DEI VERSAMENTI CONTRIBUTI ALL’INPS
Oltre che per questo importante confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, sul fronte previdenziale la data odierna è altresì importante perché, come ricorda Avvenire, riprendono i versamenti dei contributi previdenziali che erano stati sospesi con lo scoppio della pandemia. Per molte imprese si tornerà quindi a effettuare il versamento all’Inps potendo usufruire di una rateazione che può portare fino a una dilazione in 24 mesi (a partire da gennaio) di metà dell’importo dovuto, considerando che l’altra metà andrebbe invece versata entro la fine dell’anno in quattro rate di importo uguale, la prima delle quali in scadenza proprio oggi.