LE DOMANDE SULLO SCIVOLO PER GLI STATALI

In una breve lettera pubblicata da tecnicadellascuola.it, l’insegnante “quasi 62enne” Daniele Orla dice di vedere di buon occhio “lo scivolo pensionistico proposto dal Ministro Brunetta”. Tuttavia non nasconde di essere “un po’ disorientato dai requisiti per fruire di questa opportunità, offerta – pare –  ‘unicamente a  quei lavoratori demotivati e che siano ritenuti inadeguati a rimanere al passo coi tempi, soprattutto coloro che non sono stati in grado di aggiornarsi con i nuovi dispositivi informatici’”. Parole che portano il docente a chiedersi: “Chi stabilisce se i lavoratori sono demotivati, non al passo coi tempi e informaticamente arretrati? Sarà sufficiente la parola degli interessati od occorrerà dimostrarlo in un qualche modo? Oppure deciderà univocamente chi deve dire se siamo degni o meno di andare a goderci il meritato riposo?”. Domande certamente non irrilevanti e che certo non possono trovare una risposta ora che la misura di riforma pensioni riguardante i dipendenti pubblici è stata solamente annunciata.



LE INDICAZIONI DI ELSA FORNERO

In un articolo pubblicato sulla Stampa, Elsa Fornero fornisce indicazioni utili in materia di riforma pensioni spiegando che “il welfare deve partire dall’infanzia anziché dall’ultimo tratto di vita – il pensionamento – come per troppo tempo è stato fatto”. Secondo l’ex ministra del Lavoro, “la generosità del sistema previdenziale – prima delle riforme – è in effetti la dimostrazione dell’impotenza della nostra società a cercare di dare a tutti le medesime opportunità. È il riflesso condizionato di chi, ancora oggi, di fronte ai problemi e alle privazioni dei giovani, offre loro una ‘garanzia pensionistica’ da far valere in un lontano futuro”. Dal suo punto di vista, quindi, “è necessario un cambiamento di priorità in modo da riequilibrare un welfare da troppo tempo sbilanciato. È nell’infanzia, nell’adolescenza, nella gioventù che si acquisisce resilienza”, anche mediante “la possibilità di frequentare asili nido, scuole dell’infanzia, dell’obbligo e anche percorsi universitari che allarghino le prospettive, preparino al lavoro, integrino nella società”.



L’IMPORTANZA DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE

Andrea Carbone, economista, Partner di Progetica, ricorda che è “molto alto l’interesse per il riscatto di laurea” e per le varie misure di riforma pensioni “che consentono di anticipare” l’addio lavoro. Tuttavia, sono le sue parole riportate da we-wealth.com, è bene evidenziare che “al termine di questo decennio i lavoratori dipendenti potranno attendersi una pensione compresa tra il 60% ed il 70% della propria retribuzione, mentre i lavoratori autonomi tra il 40% ed il 50%”. Dunque, “risparmiare per se stessi nel futuro, attraverso una forma di previdenza integrativa, è un dovere prima ancora che una necessità”. Certo, sottolinea Carbone, “qualcuno si trova nell’oggettiva impossibilità di pensare al domani, date le incertezze sul presente. Ma per tutti gli altri è necessario il cosiddetto accompagnamento”, ovvero “un supporto consulenziale di qualità”. Quindi, “nonostante siano tanti anni che si parla di pensioni, il mercato, le istituzioni e le aziende si devono impegnare a trovare parole nuove e aggiornate, che aiutino i cittadini a passare all’azione”.



LA PROTESTA DELLA CISAS

La Federazione pensionati della Cisas evidenzia che “le pensioni, bloccate da decenni, sono del tutto insufficienti a far vivere i pensionati che hanno bisogno, data anche l’età, di assistenza continua, cosa che le Regioni non fanno, anche a causa delle lunghe liste d’attesa. Il Governo dimentica che non trattasi di assegni assistenziali, senza alcuna contribuzione, ma di veri ex lavoratori con contributi versati”. Una protesta, cui, come segnala lavocedelvolturno.com. si aggrega anche la Segreteria della Confederazione Cisas Campania ricordando che “i sacrifici dei pensionati sono serviti per foraggiare, ancora una volta, i falsi disoccupati, i falsi pensionati ed gli pseudo imprenditori, che non assumono, facendo solo crescere l’evasione contributiva e il lavoro nero. In realtà, si sono tolti i soldi a chi ha lavorato per una intera vita per darli a chi non ha mai lavorato o lavorato a nero. Trattasi di solo inutile assistenzialismo al posto di un effettivo lavoro”. Sembra sempre più evidente, quindi, che il Governo dovrà presto affrontare il tema della riforma pensioni.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI OLIVETI

Alberto Oliveti, Presidente dell’Enpam, nonché dell’Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati italiani, dice di aver apprezzato il fatto che Draghi abbia ricordato “e le scarse tutele dei lavoratori autonomi come un problema da affrontare, e mi auguro che tra questi ci siano anche i professionisti ordinistici. Sono anni, infatti, che gli Enti dei professionisti chiedono di poter fare di più per rafforzare le reti di protezione per i propri iscritti e il riferimento che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto a una possibile riforma della tassazione lascia ben sperare”. Infatti, “la doppia tassazione, a cui siamo sottoposti, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, è un freno alla nostra capacità di fornire sempre una maggiore assistenza, anche strategica, ai nostri iscritti”, aggiunge.

LE INIZIATIVE DELL’ENPAM PER IL 2021

Intervistato da L’Opinione delle libertà, Oliveti evidenzia anche che “sostenere il lavoro e il reddito di medici e dentisti, vuol dire in ultima analisi garantire il puntuale versamento dei loro contributi e per questa via assicurare il pagamento delle pensioni. È per questo che abbiamo messo in campo, anche per il 2021, un piano molto articolato, con interventi di quello che noi definiamo un welfare generativo, del valore di circa 90 milioni di euro”. Come Presidente dell’Enpam ricorda anche che “in questo 2021, migliaia di medici e odontoiatri continueranno a beneficiare di un rinvio prolungato nel versamento dei contributi, già sospesi a causa del Covid, che potrà arrivare fino al 2022”.