LA NOVITÀ PER LA PENSIONE DI CITTADINANZA

Come noto, l’altro provvedimento oltre alla riforma pensioni con Quota 100 distintivo del Governo Conte 1 è stato il reddito di cittadinanza, che riguarda anche i pensionati over 65 tramite la cosiddetta pensione di cittadinanza. L’Inps, vista la particolare situazione determinata dall’emergenza coronavirus, ha fatto sapere di aver valutato positivamente “la possibilità di consentire ai cittadini di trasmettere la domanda di Reddito e Pensione di Cittadinanza anche attraverso il sito internet dell’Inps, come per tutte le richieste di prestazione che possono essere richieste all’Istituto, autenticandosi con Pin dispositivo, Spid, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica. Il servizio è raggiungibile nella sezione ‘reddito di cittadinanza/pensione di cittadinanza’ del sito”. Il richiedente dovrà in ogni caso “essere in possesso di una attestazione Isee valida o comunque dovrà avere presentato la dichiarazione sostitutiva unica al momento della presentazione della domanda di Reddito di Cittadinanza”.



COEFFICIENTE, IN CHE MODO INFLUISCE SU IMPORTO PENSIONI

Aggiornando i coefficienti di rivalutazione degli stipendi, l’Inps permette finalmente di calcolare con precisione l’importo delle pensioni con decorrenza nel 2020. In che modo influisce sull’importo? Bisogna partire da un presupposto: il calcolo retributivo della pensione si basa su due diversi elementi: numero di anni di contribuzione e media delle retribuzioni lorde aggiornate riferite agli ultimi anni di attività. La prestazione pensionistica è pari al 2 per cento del reddito pensionabile per ogni anno di contribuzione. Se ad esempio si hanno 25 anni di contributi, si ha diritto al 50 per cento della media degli ultimi stipendi, invece con 40 anni di contribuzione si ha diritto all’80%. Ma gli importi che vengono usati per il calcolo retributivo dell’assegno non sono quelli che effettivamente il neo pensionato ha incassato negli anni di lavoro. Si deve tener conto infatti dell’inflazione, per questo motivo gli importi percepiti ogni anno vengono rivalutati utilizzando il coefficiente di rivalutazione. Negli ultimi anni, a causa del basso trend di crescita dell’inflazione, è sempre più basso. Di conseguenza c’è un’ulteriore riduzione dell’importo degli assegni. (agg. di Silvana Palazzo)



INPS AGGIORNA COEFFICIENTI PENSIONI

Nell’ultima circolare del 4 aprile 2020, l’Inps ha aggiornato con esattezza l’importo delle pensioni con decorrenza nel 2020: in attesa di capire se vi saranno novità importanti in sede di riforma pensioni a partire dai prossimi mesi (la presentazione del Def è prevista nella giornata di oggi in CdM), l’Istituto ha aggiornato tutti i coefficienti di rivalutazione degli stipendi che consentono per l’appunto di determinare la “media” retribuzioni pensionabili percepite ai fini del calcolo retributivo nella quota ancora rimasta in alcuni tipi di pensioni. Si tratta, nello specifico, dei lavoratori autonomi come artigiani, commercianti e coltivatori diretti ma anche per le gestioni sostitutive come Ex-Inpdai, Telefonici, Elettrici e altri dello stesso settore. Si tratta poi anche di quella parte di pensionati che hanno maturato il diritto prima del 1 gennaio 1996 o comunque prima del 1 gennaio 2012 che coloro che entro il 31 dicembre 1995 hanno maturato almeno 18 anni di contribuzione. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, OPERATIVA LA FLAT TAX

In tema di riforma pensioni si è spesso parlato dei vantaggi fiscali che i pensionati italiani hanno in caso di trasferimento all’estero. Più recentemente anche il nostro Paese ha deciso di percorrere la strada dell’attrazione di cittadini stranieri (pensionati compresi) tramite vantaggi fiscali. Il Sole 24 Ore segnala in questo senso che “diventa operativa la flat tax del 7% per i pensionati esteri che si trasferiscono al Sud Italia con l’istituzione del codice tributo (1899) per il versamento entro il prossimo 30 giugno (salvo proroghe)”. Di fatto quindi coloro che dall’estero si sono trasferiti in uno dei comuni con non più di 20.000 abitanti di Sicilia, Calabria, Campania, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia potranno pagare le imposte in misura ridotta relative all’anno 2019 entro la fine del semestre. Sempre che il trasferimento sia avvenuto lo scorso anno e non nel 2020.

UNA CHANCE PER LA RIPRESA

In quest’ultimo caso, infatti, la flat tax “slitterà” al 2021 essendo riferita all’anno fiscale in cui si prende la residenza. Il regime agevolato potrà durare nove anni e, come segnala il quotidiano di Confindustria, “non appena il blocco degli spostamenti tra Paesi dovuto all’emergenza coronavirus sarà superato, si potrà puntare ancora di più sui regimi di attrazione del capitale umano in Italia (da estendere anche alle aziende) per attrarre investimenti e consumi nel nostro Paese che possano auspicabilmente contribuire alla ripresa”. Strumenti certamente utili per affrontare un periodo economicamente non facile.