I SERVIZI INPS POTENZIATI
Come già detto negli aggiornamenti delle notizie di riforma pensioni, l’Inps si è trovata coinvolta in un caso di fake news che fortunatamente è stato presto smascherata. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha invece fatto ufficialmente sapere di aver deciso di potenziare i canali telefonici e telematici per dare assistenza e fornire servizi ai cittadini in questi giorni in cui sono invitati a restare in casa. In particolare tramite il Conctact Center, raggiungibile da rete fissa al numero 803164 o da cellulare allo 06164164, è possibile svolgere alcune operazioni tra cui il rilascio del Pin, la spedizione dei principali duplicati di documenti, l’acquisizione delle domande di prestazioni, come i sussidi alla disoccupazione, di congedi e di pensioni. È possibile anche richiedere l’invio del Mav per pagare i contributi dei lavoratori domestici o la ricevuta che attesti il pagamento degli stessi. Resta inoltre attivo il sito Internet, da dove sarà anche possibile accedere al servizio online “Inps Risponde”.
LA FLESSIBILITÀ NECESSARIA
Si continua a discutere di Quota 100, del suo superamento o delle misure di riforma pensioni da adottare a partire dal 2022, quando la misura in vigore dallo scorso anno sarà scaduta. Giancarlo Turchetti, Segretario dell Uil di Viterbo, ricorda che il suo sindacato ha sin da subito chiesto dei correttivi per migliorare Quota 100, non bocciando in tronco il provvedimento che ha dato comunque la possibilità di anticipare l’ingresso in quiescenza a diversi italiani. “Adesso però si dovrà ragionare col Governo su una flessibilità strutturale e di lungo periodo, più equa per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Bisogna poi affrontare il tema delle pensioni dei giovani e delle loro difficoltà visti i buchi contributivi causati da un lavoro povero e precario. E poi c’è il tema che riguarda la previdenza al femminile, come il lavoro di cura delle donne e della maternità ai fini previdenziali”, spiega il sindacalista secondo quanto riportato da orvietonews.it. Resta da capire quando il confronto tra esecutivo e sindacati potrà riprendere vista l’attuale emergenza coronavirus.
BARETTA APRE A REVISIONE DI QUOTA 100
Si sta parlando molto in questi giorni del destino di una misura come la riforma pensioni con Quota 100. Non solo per il confronto avviato tra Governo e sindacati in materia previdenziale, ma anche perché dalla stessa maggioranza si sono levate voci per rivedere tale strumento e ricavare risorse utili a fronteggiare l’emergenza determinata dal coronavirus. A Pier Paolo Baretta Il Foglio ha chiesto cosa sarebbe opportuno fare di Quota 100 e Reddito di cittadinanza e il sottosegretario all’Economia ha risposto: “Non è il momento, ora, di mettere in discussione questi strumenti. Ma quando, alla fine della crisi, tireremo le somme, allora bisognerà prendere decisioni coraggiose. Perché non basterà certo appellarsi solo alla flessibilità europea, per trovare le risorse necessarie a far ripartire il nostro sistema produttivo”. Dunque da un altro esponente del Partito democratico, e membro del Governo, arriva un’altra apertura alla revisione di due misure simbolo del precedente esecutivo guidato da Giuseppe Conte.
L’IMPATTO CORONAVIRUS SULLA PREVIDENZA
Si è già detto come l’emergenza coronavirus possa influire sul confronto tra governo e sindacati sulla riforma pensioni, data la necessità di destinare risorse al sostegno dell’economia. Sul sito di Ipsoa, Giuseppe Rocco evidenzia un altro aspetto importante: “L’attuale stagnazione, se non addirittura la prossima recessione economica, causata dall’emergenza coronavirus impatta anche sul sistema previdenziale nel duplice aspetto della sua sostenibilità finanziaria e dell’adeguatezza delle prestazioni. Non va poi dimenticato come il nostro sistema previdenziale si basa sul criterio della ripartizione, con i contributi versati dai lavoratori in attività che costituiscono la linfa di finanziamento dei trattamenti di quiescenza. La tenuta e l’auspicabile riavvio dei tassi occupazionali rappresentano il vero fattore di equilibrio prospettico di lungo periodo del nostro sistema pensionistico che già sconta gli effetti di un sensibile calo demografico”. Dunque c’è anche questo impatto dell’emergenza di cui tenere conto.
BUFALA PENSIONI APRILE, LA DENUNCIA DELLA CGIL
I sindacati, impegnati anche in un confronto con il Governo sulla riforma pensioni, che non è chiaro se potrà riprendere come previsto in questi giorni di emergenza coronavirus, non sono rimasti indifferenti di fronte all’ultima bufala riguardante la previdenza circolante su whatsapp. Come già vi abbiamo riferito ieri, infatti, ha cominciato a essere diffuso il testo di una finta circolare Inps in cui si annuncia che a causa dell’emergenza determinata dal Covid-19 le pensioni di aprile sarebbero state decurtate del 50%, salvo recuperare tale importo con la mensilità di agosto. La Segretaria regionale dello Spi-Cgil, come riporta La Repubblica di Firenze, evidenzia che “lo sciacallaggio è un vecchio sistema che cerca di intorbidare le acque spingendo verso lo scoramento e la rabbia”. “Una bufala fa sempre schifo, ma questa sulle poche sicurezze dei pensionati italiani fa pena, è ridicola e chiediamo che se ne dia evidenza”, denuncia il sindacato. Anche a Parma, come riporta parmareport.it, la Cgil sta mettendo in guardia i pensionati dall’evitare di credere a queste bufale.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SCHIRÒ
Angela Schirò ricorda che con le ultime misure di riforma pensioni è stata prorogata di un altro anno Opzione donna e che la misura “interessa anche le nostre emigrate che possono perfezionare i requisiti richiesti”. La deputata del Partito democratico eletta all’estero nella ripartizione Europa, secondo quanto riporta Askanews, evidenzia che a Opzione donna possono accedere “le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2019, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni (perfezionabile anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati nei Paesi di emigrazione con i quali l’Italia abbia stipulato una convenzione bilaterale o multilaterale di sicurezza sociale) ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome)”.
OPZIONE DONNA ANCHE PER LE ITALIANE ALL’ESTERO
Schirò non dimentica di specificare che è prevista una finestra, prima della decorrenza del trattamento pensionistico, pari a “dodici mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti”, che diventano diciotto per “le gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi”. La deputata consiglia “alle nostre connazionali in possesso dei requisiti previsti e interessate al pensionamento anticipato, e che abbiano ovviamente lavorato e versato contributi in Italia prima dell’emigrazione, di rivolgersi al patronato di riferimento in modo tale da verificare la convenienza” di Opzione donna, stante anche il ricalcolo contributivo dell’assegno previsto.