IL BOTTA E RISPOSTA SALA-SALVINI
La riforma pensioni con Quota 100 finisce al centro di un botta e risposta tra Beppe Sala e Matteo Salvini, entrambi impegnati oggi in iniziative a Milano. Il Sindaco del capoluogo lombardo, come riporta il sito del Giorno, ha ricordato che che “Salvini è in perenne campagna elettorale, a lui probabilmente piace così. Non mi auguro di vederlo al governo ma se fosse vediamo cosa è capace di fare. Perché un conto è essere contro questo e contro quello, un altro è trovare soluzioni concrete e non di facciata per un Paese in cui le pensioni, anche grazie a lui, pesano per il 16% del Pil. Se la soluzione è quota 100, tanti auguri”. Il leader leghista ha subito replicato: “Il diritto alla pensione e al lavoro sono sacri, Quota 100 ha restituito dignità, certezze e futuro a centinaia di migliaia di Italiani e ne vado fiero. Sala? Non si occupi solo del centro di Milano ma anche delle periferie, in troppi casi dimenticate da tempo”. Sala ha ulteriormente replicato dicendo: “Salvini sa dire solo questa cosa. Non lo sentito tirar fuori un’idea intelligente su Milano che non sia questa affermazione”.
L’APPUNTO DEL CODS PER LE DONNE
C’è una certa delusione anche nel Comitato Opzione donna social per la scelta di bocciare gli emendamenti alla manovra in tema di riforma pensioni da parte della commissione Lavoro del Senato. Orietta Armiliato si chiede quando verrà il tempo in cui lo slogan della politica sarà “prima le donne”. Anche se riconosce che pur essendo le donne in credito, per via dei lavori di cura che svolgono, “è altrettanto vero che hanno lasciato che questo credito si formasse, lievitasse e ancora oggi, ogni giorno, tutti i giorni lo continui a fare tant’è che la mancanza di norme pensionistiche che consentano loro di affrancarsi da almeno uno dei mestieri cui sono, per le ragioni suddette, sottoposte ne é la prova provata”. Per l’amministratrice del Cods, dunque, è bene insistere “sui temi del riconoscimento e della valorizzazione del lavoro di cura, della parità salariale e quant’altro, ma, iniziamo soprattutto noi, donne di ogni età, a cambiare il nostro atteggiamento e le nostre consolidate, ma sbagliate e spesso pericolose attitudini”.
RISCATTO LAUREA E PACE CONTRIBUTIVA
Dopo le misure di riforma pensioni approvate lo scorso anno, il riscatto della laurea è diventato più richiesto che in passato. È bene però distinguere tra riscatto di laurea agevolato e pace contributiva, come fa la Fondazione Studi Consulenti del lavoro nel rispondere a un quesito posto da un lettore del sito di Repubblica all’esperto pensioni. Leggiamo quindi che esiste “il riscatto laurea agevolato (per chi ha studiato e conseguito il titolo in periodi di calcolo del metodo contributivo) che ha un costo forfettario (per il 2019 a 5240 euro)”, oltre che “il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione (cd. pace contributiva) che consente di riscattare i periodi di vuoto fra il primo contributo e l’ultimo, con un onere calcolato sull’ultima retribuzione imponibile ed accessibile solo a chi non ha contributi prima del 1996”. La differenza di fondo è che “il riscatto laurea agevolato dà diritto solo a una deduzione dall’imponibile fiscale; il secondo, vale a dire, la pace contributiva, dà diritto a una detrazione dalle imposte al 50%”.
IL PROGETTO OCCHIO ALL’ERRORE
Oltre a chiedere misure di riforma pensioni come l’innalzamento delle minime e il taglio delle tasse anche per i pensionati, la Confederazione italiana degli agricoltori è impegnata in un’operazione riguardante i cosiddetti diritti inespressi. Come viene spiegato da rec24.it, infatti, “una pensione su 5 è ‘sbagliata’: il 20% delle pensioni attualmente erogate potrebbero essere state calcolate su parametri errati. È quello che ha scoperto il patronato Inac-Cia, a livello nazionale, e i dati sembrano essere confermati anche in Capitanata, dove Cia Agricoltori Italiani, Associazione Nazionale Pensionati (Anp) e Inac-Cia stanno portando in tutte le città il progetto denominato Occhio all’errore”. Di fatto le pensioni vengono sottoposte a controllo per verificare se si abbia diritto o meno a delle integrazioni. In quel caso è poi il patronato ad attivarsi per fare in modo che il pensionato possa anche ricevere gli eventuali arretrati. “Proprio a Cerignola, grazie al patronato Inac Cia, due pensionati hanno recuperato ciascuno oltre 4mila euro di arretrati erroneamente non percepiti”, si legge ancora.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GALASSO
Uno dei temi di riforma pensioni che ricorrono spesso nel dibattito è quello relativo al futuro previdenziale dei giovani. In un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, Vincenzo Galasso ricorda che “con Quota 100 e con il blocco dell’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita, lo scorso anno si è tolto ai giovani per dare agli anziani”. Eppure i giovani non hanno protestato. Forse in parte perché non si preoccupano del futuro pensionistico e in parte perché, spiega il Professore di Economia politica alla Bocconi, “forse non sanno come funziona il nostro sistema pensionistico a ripartizione e non si rendono conto che i regali di oggi sono pagati a debito – e toccherà a loro pagare il conto”.
L’ESEMPIO DELLA SVIZZERA
Per quanto riguarda l’idea di una pensione di garanzia per i giovani, Galasso ricorda che in Svizzera già nel 1948 era stato creato il fondo di compensazione Avs, con il compito di “integrare il finanziamento delle pensioni future. Il fondo Avs è nato quindi per compensare gli squilibri creati dalle dinamiche demografiche”. Tale fondo è stato alimentato dagli avanzi di bilancio del sistema pensionistico. Ora il problema per l’Italia è proprio capire dove reperire le risorse per una pensione di garanzia. “Sempre la vicina Svizzera dedica una piccola parte del gettito dell’Iva al finanziamento delle pensioni. Potrebbe essere un’idea. Forse ancora più rilevante è il disegno di un eventuale fondo di compensazione. Se si vogliono aiutare i giovani è necessario che la missione del fondo sia di garantire le risorse e di farle fruttare. Obiettivo che mal si sposa con fondi autoctoni, costretti magari a investire in Alitalia”, conclude Galasso.