BOMBARDIERI (UIL): SEPARARE PREVIDENZA E ASSISTENZA
Intervistato dal Tempo, Pierpaolo Bombardieri ricorda che i sindacati hanno sollecitato il ministro del Lavoro Andrea Orlando a riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni, visto che a fine anno scadrà Quota 100. “Prima però chiediamo di separare le spese per l’assistenza da quelle prettamente previdenziali”, aggiunge il Segretario generale della Uil, evidenziando che “se dal costo totale dell’Inps togliamo il 3 o il 4% del Pil usato per i sostegni al reddito scopriamo che la spesa pensionistica è in linea con quella dei Paesi europei”. Una battaglia, questa sulla separazione tra previdenza e assistenza, su cui i sindacati insistono da molto tempo, in particolare la Uil. Bombardieri spiega anche che dal suo punto di vista occorrerebbe “avviare una graduale uscita dei lavoratori tenendo conto della classificazione della gravosità dei lavori”. Un altro tema, come quello della separazione tra previdenza e assistenza, che è stato affidato a una commissione tecnica che si spera possa fornire utili suggerimenti in vista delle prossime misure previdenziali.
ATTESO IL VERTICE GOVERNO-SINDACATI
Mentre i sindacati attendono una convocazione imminente per discutere del nuovo Decreto Sostegno pronto all’approvazione nella giornata di domani, resta ancora sospeso il confronto sulla riforma pensioni e sulle novità nel mondo del lavoro da approntare nei prossimi mesi. La probabilità è che in vista della presentazione del PNRR entro il 30 aprile, il Governo Draghi acceleri anche sul fronte previdenza inquadrando le possibili riforme da attuare dal 31 dicembre 2021 con la fine della Quota 100: «è necessario e urgente disegnare una riforma strutturale del sistema previdenziale che superi le attuali rigidità e che decorra dal gennaio 2022, alla scadenza di Quota 100» hanno scritto ieri in una lettera indirizzata a Palazzo Chigi e al Ministero del Lavoro i segreteria confederali Cgil-Cisl-Uil Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti, aggiungendo «Dovrà prevedere la possibilità di accesso flessibile alla pensione, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la valorizzazione del lavoro di cura e del lavoro delle donne. Inoltre, è il momento di prevedere un meccanismo che tuteli le future pensioni dei giovani, in particolare coloro che hanno carriere discontinue con basse retribuzioni, garantire un maggior potere d’acquisto per i pensionati e promuovere le adesioni alla previdenza complementare». (agg. di Niccolò Magnani)
L’INCENTIVAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Come ricorda il sito di Ipsoa, “l’intesa tra le parti sociali del settore metalmeccanico sul nuovo CCNL prevede alcuni rilevanti novità”, tra cui “un importante capitolo incentrato sul rilancio della previdenza complementare di settore che mette al centro della strategia contrattuale una sfida per incentivare i lavoratori ad aderire in maniera ancor più massiccia al Fondo Cometa”. In particolare è prevista “una specifica incentivazione per favorire l’iscrizione a Cometa, il fondo di previdenza complementare di settore, da parte dei lavoratori sotto i 35 anni di età anagrafica”. Nello specifico, “per i lavoratori di nuova adesione che rientrino in tale fascia di età e destinino al fondo una contribuzione mensile almeno pari all’1,2%, mediante trattenuta mensile in busta paga, a partire dal 1° giugno 2022 viene infatti previsto che l’azienda versi un contributo pari al 2,2% dei minimi contrattuali”. Questo è uno dei vantaggi della previdenza complementare, cui i sindacati chiedono tra l’altro di dare attenzione tra le misure di riforma pensioni.
LE RICHIESTE DI CONFSAL E SNALS
Come ricorda orizzontescuola.itm anche Confsal e Snals hanno preso parte all’incontro con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi relativo al Patto per l’Istruzione. Salvatore Margiotta, vicesegretario Confsal, ha sollecitato “la predisposizione sia di un piano pensionistico anticipato per i lavoratori fragili sia di piani flessibili di pensionamento per il resto del personale scolastico”. Margiotta ha anche ricordato che “le cospicue risorse economiche che saranno disponibili con l’approvazione del Recovery Plan dovranno essere utilizzate in modo oculato ed efficace, evitando in tutti i modi che vengano sperperate. Per farlo è importantissimo attuare una programmazione precisa sugli investimenti e delle spese che dovranno essere effettuate per la Scuola”. Anche secondo la Segretaria generale dello Snals Elvira Serafini con questa misura di riforma pensioni, insieme ad altri interventi specifici, si andrà nella giusta direzione per realizzare una scuola “a misura di chi la vive e di chi ci lavora”.
RIFORMA PENSIONI, L’INIZIATIVA DI 50%PIÙ
L’associazione dei pensionati 50&Più aderente a Confcommercio in Val d’Aosta ha deciso, tramite un mandato al Presidente Pierantonio Genestrone da parte del Consiglio direttivo, di promuovere un coordinamento tra tutte le organizzazioni valdostane che rappresentano i pensionati. “I pensionati costituiscono una categoria a rischio per i tagli alla sanità pubblica, il mancato adeguamento delle pensioni, l’assenza di strategie politiche per garantire un futuro dignitoso”, si legge in una nota riportata da gazzettamatin.com. “I pensionati, siano essi delle categorie lavoratori autonomi che delle categorie dei lavoratori dipendenti hanno tutti pari diritti, ma soprattutto, hanno uguali necessità in materia di previdenza e di servizi sociali”, spiega Genestrone.
LE PAROLE DI MARINO
Che ha anche già scritto ai rappresentanti di tutte le organizzazioni dei pensionati in regione proponendo di “avviare un percorso comune che ci consenta di giungere ad un coordinamento che sia strumento di promozione per politiche a sostegno degli anziani e dei nostri associati”. Intanto Mauro Marino, in un articolo su pensionipertutti.it, a proposito dell’incertezza sulle misure di riforma pensioni, ha scritto: “Ma è mai possibile che non si riesca ad avere in Italia una legge previdenziale degna di questo nome e che abbia una durata almeno decennale? E mai possibile che con ogni nuovo governo ci sono ‘rumors’ di mettere mano al sistema previdenziale? Ma è tanto difficile in Italia avere una legge semplice, lineare, e che dia ai cittadini la sicurezza che le cose non cambino dopo due/tre anni?”