RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PERFETTO
Secondo Claudio Maria Perfetto, in tema di riforma pensioni “Professori e Sindacati propongono in questi tempi di pandemia, con debito pubblico in ascesa e Pil in picchiata (con lo spettro della disoccupazione di massa non appena verrà tolto l’obbligo di non licenziare) le stesse soluzioni pre-pandemia che già erano difficili da realizzare con debito pubblico alto e crescita bassa (ovvero con un aumento del Pil dello zerovirgola)”. Dal suo punto di vista, come spiega in un’intervista a pensionipertutti.it, “per risolvere il problema delle pensioni occorre una soluzione opposta a quella che ha prodotto la mancanza del ricambio generazionale. È su questo, sul mancato ricambio generazionale, che ha bloccato sia le pensioni che il lavoro, che ha messo in stallo le attività produttive (per cui si continua a crescere solo dello zerovirgola) che occorre discutere. Per la Riforma pensioni occorre trovare una soluzione opposta alla Riforma Fornero; e che sia al tempo stesso compatibile con i vincoli finanziari posti dalla Ue”.
LE RICHIESTE DI BOMBARDIERI
Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri è intervenuto questa mattina su Rai News24 sottolineando le gravi carenze e crisi che attanagliano i settori produttivi e non di questo Paese: dalla riforma pensioni alle crisi industriali, fino al nodo del lavoro. Di tutto questo il neo-segretario lancia un appello al Governo Draghi: «Il quadro occupazionale è pesante. Abbiamo già perso centinaia di migliaia di posti di lavoro, soprattutto tra giovani e donne, c’è il rischio che con lo sblocco dei licenziamenti si provochino ulteriori danni. Non possiamo permettercelo». Mentre Proietti nei giorni scorsi ha richiesto con forza la convocazione a Palazzo Chigi per discutere del destino previdenziale dopo la scadenza della riforma Quota 100, Bombardieri rilancia Basta col gioco dell’oca: per affrontare le crisi industriali è necessario istituire una cabina di regia a Palazzo Chigi. Non siamo disponibili a farci prendere in giro, non possiamo farlo sulla pelle dei lavoratori. Draghi ci convochi». (agg. di Niccolò Magnani)
LA RICHIESTA UIL A ORLANDO
Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo evidenziano che “a due mesi dall’insediamento del nuovo governo, non abbiamo ancora avuto la convocazione da parte del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale delle due commissioni istituzionali sulla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale e sui lavori gravosi. È un ritardo incomprensibile che sta pregiudicando l’obiettivo datosi dalle due commissioni all’atto del loro insediamento di produrre un primo rapporto per la fine di giugno”. Il Segretario confederale della Uil e il Segretario generale della Uilp chiedono quindi a Orlando di “calendarizzare al più presto le riunioni delle commissioni. Gli obiettivi devono essere quelli di certificare che per pensioni in Italia si spende intorno al 12% del Pil, perfettamente in media con quello che avviene negli altri paesi dell’Ue, e definire, in vista della scadenza di quota100, una flessibilità più diffusa intorno a 62 anni anche in riferimento ai lavori gravosi e usuranti”. I due sindacalisti ricordano anche l’opportunità che il Governo riprenda il confronto sulla riforma pensioni con le parti sociali.
LE INDICAZIONI INPS PER L’ESONERO CONTRIBUTIVO IN AGRICOLTURA
Come spiega pensionioggi.it, una nuova circolare dell’Inps ha dato indicazioni sull’esonero contributivo a favore delle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole, allevamento, ippicoltura, pesca e acquacoltura. “L’esonero si riferisce alla sola quota di contribuzione previdenziale e assistenziale posta a carico dei datori di lavoro privati, dovuta per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020 con esclusione, pertanto, dei premi e contributi dovuti all’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate dal datore di lavoro sulla retribuzione del lavoratore. In ogni caso, l’esonero riconosciuto non può superare l’importo dei contributi dovuti dai datori di lavoro, al netto di altre eventuali agevolazioni o riduzioni spettanti (che si possono cumulare)”, si legge sul portale specializzato in previdenza, che ricorda altresì che “per le aziende che svolgono attività non agricola, l’accesso al beneficio è limitato ai soli lavoratori eventualmente inquadrati ai fini previdenziali nel settore agricolo”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SILEONI
In un dibattito online organizzato dalla Fabi, il Segretario generale Lando Maria Sileoni ha ricordato che “l’entrata in vigore a regime del metodo contributivo determinerà una riduzione secca delle pensioni: gli assegni saranno nettamente più bassi, rispetto a quanto accadeva in passato, dell’ultima retribuzione”. A farne maggiormente le spese saranno i giovani con carriere discontinue e per questo “la previdenza complementare sarà cruciale per assicurare la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico e sarà importante per evitare un futuro di pensionati con vitalizi drammaticamente bassi”. Secondo quanto riporta Milano Finanza, il sindacalista ha quindi evidenziato la necessità che istituzioni e parti sociali promuovano campagne di informazione per far capre “che la pensione è la casa del futuro”.
IL RUOLO DEI FONDI PENSIONE PER IL RILANCIO DEL PIL
“Buona parte dei problemi della previdenza saranno ingigantiti dalla profonda crisi economica che viviamo. I limiti della previdenza complementare sono un sintomo di un riflesso culturale. Consideriamo purtroppo l’investimento sulla pensione come qualcosa di più facilmente rinunciabile, quasi superfluo”, ha sottolineato ancora Sileoni, secondo cui è importante che riparta il Pil e “i fondi pensione potrebbero comprare volontariamente titoli pubblici a lunga scadenza con rendimenti adeguati: mi riferisco a emissioni speciali di Btp emessi dal Tesoro con scadenze che vanno da 20 a 50 anni. Lo Stato così potrebbe avere importanti risorse da investire per esempio per le opere pubbliche. Si potrebbero far nascere speciali fondi di investimento che puntano all’economia reale, a cui i fondi pensione hanno già dimostrato di essere interessati”.