150.00 PENSIONI PAGATE CON QUOTA 100

Pasquale Tridico, nell’audizione alla commissione parlamentare sugli Enti gestori previdenziali, ha fatto sapere che nel 2019 sono state pagate 150.000 pensioni derivanti da Quota 100. Per Ezio Cigna questo dato conferma le stime di aprile dell’Osservatorio sulla previdenza della Cgil riguardo la misura di riforma pensioni introdotta lo scorso anno. Come riporta il sito di Rassegna sindacale, il responsabile previdenza pubblica della Cgil nazionale ricorda che “avremo quindi un risparmio considerevole rispetto alle risorse stanziate in legge di Bilancio. Nel triennio verranno risparmiati 9 miliardi e 615 milioni (2 miliardi e 258 milioni nel 2019; 3 miliardi e 924 milioni nel 2020; 3 miliardi e 432 milioni nel 2021). Un risparmio che sarà generato da una platea inferiore rispetto a quella preventiva dal Governo, solo il 35%, ossia 341.266 anziché 973mila persone”. Resta da capire come potranno essere usati i risparmi dell’anno prossimo, stante il fatto che quelli dello scorso anno e del 2020 sono già stati utilizzati dal Mef per altre voci del bilancio pubblico.



FERRERO CONTRO LA LEGGE FORNERO

Paolo Ferrero ha spiegato il suo appoggio alla lista L’Altra Emilia-Romagna evidenziando che “presentarsi in alternativa alla destra e al centrosinistra è un indirizzo politico che abbiamo a livello europeo. Anche Bernie Sanders negli Stati Uniti pone lo stesso tema de l’Altra Emilia-Romagna. La destra fascistoide e razzista che abbiamo in Italia è spuntata come frutto delle politiche neoliberiste del centrosinistra. Senza le politiche economiche, la riforma delle pensioni Fornero, le scelte sulle politiche abitative, il taglio alla sanità, non avremmo la destra razzista al 30 per cento. Se si continuano a fare politiche che alimentano l’acquitrino di Salvini, le cose non cambiano”. Stando a quanto riporta ilpiacenza.it, il Segretario di Rifondazione Comunista segue con interesse anche quanto sta avvenendo in Francia. “Noi sosteniamo il movimento di lotta. C’è un problema di pensioni, commercianti che chiudono, contadini che non ce la fanno, autotrasportatori, anche là. Dobbiamo fare anche noi le lotte, bisogna prendere i soldi da chi li ha. Per questo va costruita un’alternativa”, ha detto.



I PARERI CONTRO LA PROPOSTA MUCCHETTI

La proposta di Massimo Mucchetti di una riforma pensioni che consenta di versare dei contributi volontari in modo da aumentare il loro futuro assegno pensionistico non convince Giuliano Cazzola, che in una lettera al Foglio, che aveva ospitato la proposta dell’ex Senatore del Pd, ricorda come il sistema previdenziale italiano sia a ripartizione e che pertanto i contributi volontari versati finirebbero per finanziare le pensioni in erogazione e non quelle future. Natale D’Amico, sullo stesso quotidiano evidenzia che “proposte fantasiose come quella di Mucchetti rischiano di travolgere il sistema, accrescendo i rischi caricati sulla generalità dei contribuenti”. Del resto sarebbero loro a essere “chiamati a coprire la differenza fra i contributi volontari che saranno versati domani e le pensioni integrative maturate da chi versa oggi”. Al momento, quindi, quanto suggerito da Mucchetti non sembra trovare sostegno, anche se non è da escludere che lo stesso giornalista possa spiegare meglio la sua proposta nei prossimi giorni.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

In vista del confronto Governo-sindacati in programma il 27 gennaio, Domenico Proietti spiega la propria contrarietà a una riforma pensioni con Quota 102 evidenziando come sia necessaria una flessibilità tra 62 e 63 anni, come avviene nel resto d’Europa, “dove la media d’accesso è 63 anni. Ciò si può realizzare anche analizzando le diverse tipologie di lavoro, riprendendo cioè a far lavorare adeguatamente la commissione scientifica sui lavori gravosi, per arrivare dopo l’approfondimento a una flessibilità più diffusa che risponda alle esigenze dei lavoratori”. Intervistato da Tiscali notizie, il Segretario confederale della Uil ricorda che i sindacati hanno “molto a cuore il tema delle future pensioni dei giovani”, “per questo abbiamo avanzato proposte per un intervento di contribuzione figurativa per loro che coprano i buchi derivanti dalla precarietà dei rapporti di lavoro di questi anni.

LE MISURE PER DONNE, ESODATI E PRECOCI

Proietti non nasconde poi l’esistenza del “problema delle donne che nel nostro sistema previdenziale continuano ad essere i soggetti più penalizzati. Noi proponiamo di valorizzare, ai fini della contribuzione, il lavoro di cura e la maternità. Abbiamo proposte precise”. Dal suo punto di vista, inoltre, “bisogna naturalmente completare la vicenda degli esodati mettendovi positivamente fine. Sono rimaste poche migliaia di persone e va completata la salvaguardia”. “C’è infine, ma non ultimo per importanza, il tema dei 41 anni di contribuzione. E’ veramente assurdo che una persona con 41 anni di contribuzione non possa andare in pensione, a prescindere dall’età”, aggiunge il sindacalista.