GLI OBIETTIVI DEL CODS

Con un post pubblicato sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, Orietta Armiliato ricorda quelli che sono gli obiettivi del Comitato stesso: “Riconoscimento e Valorizzazione del Lavoro di cura domestico ordinario (anche via QuotaCentoRosa); Riconoscimento della possibilità di cumulare i contributi versati nelle diverse casse previdenziali per accedere all’istituto dell’Opzione Donna; Proroga dell’Anticipo Pensionistico – Ape Social; Proroga della misura dell’Opzione Donna al 2023”. Armiliato che l’attuale complesso frangente fa sì che possa essere accolta positivamente “ogni strada che potrà apportare un miglioramento delle condizioni pensionistiche per le lavoratrici”, anche con la “promulga di leggi con valenza ‘di anno in anno’”. Perlomeno in via transitoria, finché le condizioni non renderanno possibile una riforma pensioni organica e funzionale “e non più come è stato negli ultimi anni costellata di eccezioni e precariato, ma, propriamente, nel suo assetto ordinario”.



TORNA IL DIBATTITO SU MES E PENSIONI

Dopo l’Eurogruppo di ieri si torna a parlare del Mes e della possibilità che ricorrervi per l’Italia possa aprire poi la strada a una riforma pensioni dolorosa. Il tema è stato ripreso da trend-online.com che scrive: “Permangono in più di qualcuno lo scetticismo e la paura legati al ricorso al Mes che, pur non prevedendo condizioni di sorta, come definito e annunciato ieri dall’Eurogruppo, continua ad essere letto da più parti come il primo passo per un intervento da parte della Troika. Il primo pensiero corre così al pericolo di tagli sociali che riguarderebbero in primis il mondo delle pensioni e della sanità. Stando alle indicazioni arrivate ieri dall’Eurogruppo, non ci sarebbe nulla da temere per gli assegni previdenziali, visto che non ci sarà alcuna visita della Troika dopo la richiesta del finanziamento al Mes. La paura però resta perché di fatto i soldi presi in prestito prima o poi dovranno essere restituiti, anzi per la precisione entro 10 anni. Un periodo indubbiamente lungo, ma che potrebbe rivelarsi anche breve per un Paese fortemente indebitato come il nostro”.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

Secondo Domenico Proietti, dopo due mesi di inevitabile stop, è ora di riprendere il confronto sulla previdenza avviato tra Governo e sindacati, in particolare “su due aspetti specifici”. Intervistato da pensionipertutti.it, il Segretario confederale della Uil evidenzia che il primo aspetto specifico riguarda un tema che, nel dibattito sulla riforma pensioni, i sindacati hanno sempre sostenuto: la necessità di arrivare a una flessibilità che consenta l’accesso alla quiescenza “intorno ai 62 anni”. Secondo Proietti, “la flessibilità diffusa e mirata diventa ora più che mai uno strumento utile per gestire la fase di ricostruzione economica del Paese. Una flessibilità che aiuterebbe anche il sistema produttivo e le imprese. Per questo è importante insidiare quanto prima la commissione sui lavori gravosi che rappresenta uno strumento per definire in quali settori sarà possibile estenderla”.



LE RICHIESTE OLTRE LA FLESSIBILITÀ

Il sindacalista spiega quindi il secondo aspetto specifico, riguardante le pensioni già in essere. “Veniamo da 8 anni di blocco della rivalutazione delle pensioni che hanno indebolito il loro potere di acquisto. La proposta è quella di estendere la famosa quattordicesima alle pensioni fino a 1500 euro. Questa scelta servirebbe a dare più reddito ai pensionati e sostenere i consumi e la domanda interna in una fase di drammatica recessione”, afferma il sindacalista, evidenziando altresì che va completata la salvaguardia degli esodati e che vanno previsti interventi per le donne, i giovani, i lavoratori precoci e il rilancio della previdenza complementare.