L’ALIQUOTA PER LE FORZE DI POLIZIA NEL SISTEMA MISTO

Come ricorda firenzepost.it, in base a una disposizione tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio, il personale delle forze di polizia “in possesso di un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, ha diritto all’applicazione dell’aliquota del 2,44% per ogni anno utile, ai fini del calcolo della quota retributiva dell’assegno pensionistico”. Tale aliquota riguarderà anche “il personale della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria che abbia maturato un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni alla fine del 1995”. L’Inps, in una circolare diffusa la scorsa settimana, evidenzia che la norma” entrata in vigore dal 1° gennaio, “non ha effetti retroattivi e pertanto si applica ai trattamenti pensionistici con decorrenza successiva a tale data. Ai pensionati interessati alla ricostituzione della pensione vengono corrisposti i ratei maturati dalla data del 1° gennaio 2022, senza arretrati. Sarà l’Istituto di previdenza a procedere con il riesame d’ufficio delle pensioni per stabilire la rideterminazione, senza bisogno di fare domanda.



NOVITÀ SULLE PENSIONI NEL DL RIAPERTURE

Dal 1 aprile 2022 scatta in Italia il Decreto Riaperture con le novità sul fronte Covid che pongono fine dopo due anni allo stato di emergenza sanitaria nazionale: sul fronte pensioni, in attesa che riprendano i colloqui sulla riforma strutturale da lanciare per il 2023, una novità viene inserita nel medesimo decreto legge approvato lo scorso 17 marzo.



In sostanza, sino al 30 aprile 2022 in deroga al divieto generale la pensione Quota 100 resta cumulabile con redditi derivanti dal conferimento di incarichi di lavoro autonomo, anche per collaborazione coordinata e continuativa, alle seguenti categorie: dirigenti medici, veterinari e sanitari, personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza, ma anche operatori socio-sanitari collocati in quiescenza. (agg. di Niccolò Magnani)

LA SCADENZA DEL 31 MARZO

Come ricorda primapaginanews.it, il 31 marzo scade il termine “per presentare la domanda per la pensione di invalidità da amianto, chi rispetterà questi termini il settembre successivo potrà ottenere già la pensione. Le richieste presentate dal 1 aprile 2022 in poi, saranno istruite l’anno successivo”. Viene anche evidenziato che “le vittime dell’amianto che, con la maggiorazione contributiva, non riescono ancora ad arrivare al pensionamento, possono scegliere se andare in pensione subito con la pensione invalidità amianto. In questo caso rinunciano alla rendita Inail che non è cumulabile per cui va fatta una valutazione, se il lavoratore ha placche o ispessimenti pleurici, oppure altre patologie per le quali è riconosciuto un basso un indennizzo e magari è ancora giovane, è preferibile il collocamento in pensione. Una sorta di risarcimento in termini di tempo per chi, a causa dell’amianto, ha un’aspettativa di vita minore. Se invece si hanno già molti contributi e si è vicini alla pensione, a questo punto è meglio ottenere i benefici contribuiti amianto, e a questo punto maturare direttamente il diritto alla pensione e non rinunciare alla rendita Inail”.



LE PAROLE DI CONTE

Secondo quanto riportato da Adnkronos, oggi Giuseppe Conte dovrebbe incontrare Mario Draghi. Il leader del Movimento 5 Stelle con tutta probabilità ribadirà al Premier la contrarietà all’aumento delle spese militari che il capo del Governo ha paventato nei giorni scorsi, ma anche che non è sua intenzione causare una crisi di governo. “Il M5S è un pilastro di questa esperienza di governo. Non è il governo dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità”, “e in questo momento, con una pandemia energetica, riteniamo che ancor di più non si possa voltare le spalle agli italiani. Noi ci siamo”, sono le parole che Conte ha pronunciato a margine della plenaria dei Comitati pentastellati. L’ex Premier ha evidenziato che “ci sono vecchie battaglie su cui continueremo a insistere” e altre battaglie, “le priorità del paese: lavoro, giovani, contrasto al precariato, salario minimo, pensioni, politiche di genere”. Per i pentastellati, dunque, quello della previdenza resta un tema importante da affrontare.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

Domenico Proietti spiega che c’è consapevolezza “della gravità della situazione politica internazionale, ma chiediamo al Governo di riprendere il confronto con i sindacati per continuare gli approfondimenti necessari a rendere la riforma pensioni più equa e socialmente sostenibile”. Il Segretario confederale della Uil, intervistato da pensionipertutti.it, evidenzia che “bisogna già nel prossimo Def inserire gli interventi necessari a introdurre flessibilità di accesso alla pensione con il doppio canale, intorno ai 62 di età o con 41 anni a prescindere dall’età; a istituire un meccanismo che dia pensioni adeguate e dignitose ai lavoratori del sistema contributivo; al varo di misure che valorizzino pienamente il lavoro di cura e la maternità; al rilancio forte della previdenza complementare”.

RIFORMA PENSIONI, GLI INTERVENTI NECESSARI ANCHE SULLE PENSIONI IN ESSERE

Secondo il sindacalista, “è necessario avviare un confronto che porti alla predisposizione di misure a sostegno della riforma pensioni come ad esempio, l’estensione ed il potenziamento della 14° mensilità per le pensioni fino a 1.500 € mensili restituire ai pensionati ed alle pensionate Per la Uil, inoltre, è necessario riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare attraverso una campagna di informazione istituzionale e un nuovo semestre di silenzio assenso. L’obiettivo deve essere quello di incrementare l’adesione ai fondi, soprattutto tra le donne e i giovani, poiché la previdenza complementare oltre ad essere una necessità è una vera e propria opportunità per le lavoratrici e per i lavoratori”. Vedremo quale sarà la risposta dell’esecutivo a queste sollecitazioni.

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