LE PENSIONI E IL RISCHIO ‘FORNERO’

E se alla fine la riforma pensioni del Governo non fosse “complessiva” ma solo con qualche “aggiustata” sui temi più spinosi? Negli osservatori delle politiche del lavoro e nei sindacati si teme infatti che il Governo Draghi possa essere “distratto” dalla enorme crisi economica e sanitaria tanto da non comportare nei prossimi mesi alcuna reale riforma pensionistica strutturale: l’irritazione di Cgil, Cisl e Uil, ancora non convocate dal Ministro Orlando per il tavolo sulle pensioni, potrebbe portare mobilitazioni nei prossimi giorni (secondo il Manifesto). Il timore è che si possa arrivare ad una riforma assai vicino alla legge Fornero, senza invece aprire definitivamente alla flessibilità in uscita dai 62 anni di età con penalizzazioni, con l’aggiunta della pensione di garanzia per giovani e precari. Questo chiedono i sindacati ma finora non hanno trovato la giusta sponda nell’esecutivo: non bastano Opzione Donna e Ape Sociale per sostituire la Quota 100, il punto resta questo e su tale si discuterà nei tavoli del Ministero appena saranno convocati. (agg. di Niccolò Magnani)



LE RICHIESTE DELLA FNP CISL PIEMONTE

Nel suo discorso di insediamento nella Fnp Cisl Piemonte, il nuovo segretario generale (appena eletto) Giorgio Bizzarri ha rilanciato le proposte al Governo sulla riforma pensioni da attuare nei prossimi mesi, andando in contro alla scadenza della Quota 100: «Bisogna riportare al centro dell’attenzione politica i 16 milioni di pensionati italiani». Per Bizzarri le richieste della Fnp Cisl (l’ala dei pensionati del sindacato cattolico, ndr) devono rivolgersi in primis ad una rivalutazione effettiva delle pensioni al costo della vita, ma anche – aggiunge il neo segretario generale regionale – «l’estensione della 14^ fino a 1.500 euro di pensione e un abbassamento della pressione fiscale simile a quello ottenuto dai lavoratori dipendenti: 100 euro al mese per le pensioni medio basse e poi a scalare». Da ultimo, lo sguardo deve tornare anche alla vita nel territorio degli stessi pensionati seppur in pandemia: «La più bella attività è la nostra: centinaia di pensionati che tutti i giorni operano nelle sedi sindacali per dare informazioni, consigli e servizi. Tra le novità che proporremo c’è lo Sportello socio-sanitario, un luogo dove condividere informazioni, ma anche un modo per fare pressione sul sistema dei servizi pubblici al fine di renderli più efficienti per cittadini e pensionati» conclude Bizzarri. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

Secondo Domenico Proietti, i dati diffusi dall’Osservatorio Inps sulle pensioni “mostrano l’assoluta necessità di una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione. Il dato relativo all’età media, infatti, è cresciuto fino ad arrivare a 64 anni e 3 mesi, questo vuol dire che la stragrande maggioranza dei lavoratori vi accedono con un’età prossima a 67 anni. Una maggiore flessibilità di accesso alla pensione sarebbe utile, anche, per gestire la fase di ricostruzione produttiva delle imprese”. Il Segretario confederale della Uil giudica preoccupante il dato relativo all’importo delle pensioni, in particolare delle donne che in larga misura percepiscono assegni con importi inferiori ai 750 euro mensili. Per la Uil è, quindi, importante fare interventi che valorizzino il lavoro di cura e la maternità ai fini previdenziali così da sostenere le pensioni delle donne”.



LA RICHIESTA AL MINISTERO DEL LAVORO

Un tema importante che i sindacati hanno già posto all’attenzione del precedente Governo nell’ambito del confronto avviato sulla riforma delle pensioni e per questo Proietti ci tiene a ricordare che il ministero del Lavoro “ha una struttura specifica sui temi previdenziali che sarebbe opportuno attivare per intraprendere subito un confronto con le parti sociali”, senza per questo tralasciare l’emergenza lavoro derivante dagli effetti della pandemia. Dal suo punto di vista si deve anche “agire per tempo per garantire ai giovani future pensioni adeguate. In questi anni causa la precarietà i giovani lavoratori hanno avuto carriere sempre più discontinue che vanno coperta ai fini previdenziali”.