DURIGON DIFENDE QUOTA 100

Secondo Claudio Durigon, la riforma pensioni con Quota 100 ha creato più posti di lavoro del reddito di cittadinanza. Intervistato da Libero, l’ex sottosegretario al Lavoro sostiene “con sicurezza che dei 217mila occupati in più su base annua registrati dall’Istat a ottobre, sono più i contratti da quota 100 che quelli del reddito”. Il deputato del Carroccio difende anche la misura voluta dal Governo giallo-verde evidenziando che “tra Ape social, Opzione donna e lavoratori andati in pensione con la misura fortemente voluta dalla Lega, si superano le 230mila unità. Ed è la migliore risposta a chi sostiene che Quota 100 andrebbe abolita”. Come noto, Quota 100 non sarà in ogni cancellata dalla Legge di bilancio, anche se non sono mancate richieste in tal senso all’interno della maggioranza. Anche quelle che chiedevano una modifica della misura, con una revisione delle finestre per il pensionamento. Tuttavia ancora la manovra deve approdare in aula al Senato e il Governo deve presentare il suo maxi-emendamento.



NANNICINI: SERVE RIFORMA PENSIONI COMPLESSIVA

Intervistato da formiche.net, Tommaso Nanncini ha ricordato che la riforma pensioni con Quota 100 andrà a esaurirsi nel 2022, “ma serve un intervento che anticipi il problema oggi, perché nel 2021 avremo persone identiche che andranno in pensione una a 62 anni e una a 67, il problema esploderà. Serve una riforma complessiva che la superi senza aspettare che il problema generazionale marcisca per altri 3 anni. Ma vedo veti politici molto, ma molto miopi. Il Senatore del Partito democratico ha anche evidenziato che Quota 100 rappresenta, tramite il veto posto da Movimento 5 Stelle per salvaguardarne il mantenimento, un macigno sulla Legge di bilancio. “Al Senato ho presentato emendamenti per uscire più velocemente da Quota 100 e per rimodulare l’Iva sui beni di lusso, in questo modo si sarebbe potuto ottenere un miliardo da una parte e due miliardi dall’altra, da investire su giovani, donne e natalità”, ha aggiunto. Ricordiamo che tra gli emendamenti di Nannicini c’è quello per riaprire l’ottava salvaguardia degli esodati.



VITALIZI, TAGLIO SOSPESO A 40 EX DEPUTATI

Come racconta Repubblica, in attesa di capire quale esito avranno i ricorsi di oltre 2.000 ex parlamentari contro il taglio retroattivo dei loro vitalizi, 40 di loro, ex deputati, in via cautelare non vedranno applicato il taglio “in nome ‘del diritto al mantenimento, all’assistenza, e a un’esistenza libera e dignitosa’. Anziani non più autosufficienti o vedove affette da Alzheimer, che senza il sostegno di una persona non avrebbero saputo più come fare”. Il tutto in base alla delibera voluta dal Presidente della Camera Roberto Fico: “se si era in grado di dimostrare valide ragioni sull’effettivo stato di bisogno, o sullo stato di salute, il Consiglio di giurisdizione della Camera” avrebbe potuto sospendere il taglio. Come è avvenuto appunto in questi 40 casi. Il Governo ha intanto approvato la misura di riforma pensioni chiesta da tempo dai Vigili del fuoco: lo stanziamento di fondi per stipendi e pensioni in linea con quelle degli altri corpi dello Stato.



LE RICHIESTE DEI SINDACATI E DI M5S

Annamaria Furlan, da Torino, come riporta Il Dubbio, ha ricordato che in questo mese di dicembre ci saranno tre manifestazioni unitarie sindacali “sulle tante crisi aziendali aperte, per sollecitare lo sblocco dei contratti pubblici, la rivalutazione delle pensioni e la legge sulla non autosufficienza, ma anche su tutte le altre questioni nodali della nostra piattaforma unitaria. Noi andiamo avanti con la nostra mobilitazione come deve fare un sindacato autonomo dalla politica”. Il direttivo della Filca-Cisl di Avellino, come riporta ottopagine.it, ha invece evidenziato la necessità di varare una riforma pensioni che riconosca che i “lavori non sono tutti uguali”, oltre a una riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati. I senatori del Movimento 5 Stelle della commissione Lavoro, come riporta ildesk.it, evidenziano invece la necessità di introdurre in Italia il salario minimo, provvedimento che aiuterebbe anche a evitare che i giovani in futuro abbiano pensioni sotto il livello di povertà.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CORBELLO

Spesso emerge nel dibattito sulla riforma pensioni l’importanza di incentivare la previdenza complementare, specie per quei lavoratori che si trovano a fare i conti con il sistema contributivo pieno, che pertanto non garantisce assegni pensionistici futuri generosi come quelli del sistema retributivo o misto. Sul tema, in un intervento sulle pagine di Milano Finanza, Sergio Corbello ha evidenziato come “le piccole imprese, nei fatti, sono ostili alla previdenza complementare, vuoi per il maggior costo rappresentato dalla (pure percentualmente modesta) contribuzione a proprio carico, vuoi, soprattutto, dalla conseguente sottrazione del Tfr maturando. Da questo, al di là delle belle parole, scaturisce la sostanziale indisponibilità delle parti datoriali a istituire forme di previdenza complementare ex contractu”.

QUANDO CONVIENE DARE IL TFR ALLA PREVIDENZA INTEGRATIVA

Secondo il Presidente di Assoprevidenza, tuttavia, “mi sembra ora che la questione possa essere riconsiderata nell’ottica dell’effettiva convenienza”. Infatti, per le imprese il Tfr non è più una forma di autofinanziamento a buon mercato, visto l’andamento attuale e prospettico dei tassi di interesse. Resta comunque conveniente per i lavoratori conferire il Tfr maturando nei fondi pensione, ha spiegato Corbello, “a condizione di non essere troppo prossimi al pensionamento e di avere cura di evitare, presso la forma complementare di riferimento, comparti garantiti o, comunque, eccessivamente prudenti”. Vedremo intanto se ci saranno nuovi interventi della politica sulla previdenza complementare.