IL GIUDIZIO DI CAZZOLA SULLE PROPOSTE SINDACALI
Secondo Giuliano Cazzola, Mario Draghi non può condividere le proposte dei sindacati in tema di riforma pensioni, che prevedono una flessibilità a partire dai 62 anni di età (con almeno 20 di contribuzione) o dopo 41 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica. Proposte “che io giudico ‘fuori mercato’, se non addirittura irresponsabili, perché non si militano a ‘superare’ la riforma Fornero, ma pretendono di tornare indietro almeno a prima della riforma Damiano, allora ministro del governo Prodi 2, che aveva tenuto conto, nel redigere le norme poi inserite nella legge di bilancio 2007, di un accordo intervenuto nel settembre 2006 con le organizzazioni sindacali e da loro sottoposte alla consultazione dei lavoratori”, spiega l’ex deputato in un articolo su pensionipertutti.it. Cazzola ricorda anche che il Governo non si è pronunciato in materia previdenziale, un tema che del resto è “strettamente osservato da Bruxelles, dove si aspettano il ripristino della disciplina del 2011”.
ANNO BIANCO AUTONOMI, LE CONSEGUENZE SULLE PENSIONI
Il provvedimento del Governo sull’anno bianco fiscale è alle battute finali e non dovrebbe avere ripercussioni sulle pensioni: in attesa di una riforma strutturata del comparto previdenziale, la novità emersa nel provvedimento da 1,5 miliardi di euro agli autonomi iscritti all’Inps (1 miliardo ai professionisti delle casse private) non avrà effetti diretti sugli assegni pensionistici. A riportarlo è il portale “Pensioni Oggi” che illustra le novità nella bozza di decreto del Ministero del lavoro sull’esonero contributivo per le Partite IVA. «Tra i beneficiari ci sono anche medici, infermieri e altri professionisti ed operatori sanitari assunti per l’emergenza Covid 19 già in pensione a cui siano stati conferiti incarichi di lavoro autonomo. A questi ultimi, l’esonero verrà concesso solo per il periodo di tale lavoro», spiega ancora il portale esperto di pensioni. Anche per i professionisti iscritti alle Casse non ci saranno effetti negativi sulle pensioni, in quanto la misura posta dal Governo Draghi non incide sull’aliquota di computo.
L’AGEVOLAZIONE PER GLI ESODI INCENTIVATI
Durante questo periodo di blocco dei licenziamenti, per le imprese e i lavoratori è stato comunque possibile raggiungere degli accordi per incentivi all’esodo che, in alcuni casi, hanno portato i dipendenti a chiedere il riscatto delle posizioni maturate presso fondi pensione complementari. Come viene spiegato dal Sole 24 Ore, rispondendo a un interpello, l’Agenzia delle Entrate ha dato indicazioni a un fondo facendo capire che “il riscatto parziale della posizione contributiva maturata presso un fondo pensione a seguito di adesione alla procedura di incentivo all’esodo stabilita da un accordo collettivo durante il periodo di divieto di licenziamento imposto dalla legislazione emergenziale beneficia della tassazione più favorevole tra quelle previste dalle norme”. Di fatto quindi viene applicata la “fiscalità pro rata temporis con aliquota tra il 15 e il 9% (a titolo di imposta) per la quota maturata dal 2007 e tassazione separata con aliquota del trattamento di fine rappoto per le quote maturate dal 2001”.
GLI STRUMENTI INNOVATIVI NECESSARI PER I GIOVANI
Da tempo si chiede un intervento di riforma pensioni che possa incentivare l’adesione alla previdenza complementare, soprattutto per i giovani. Riccardo Ceretti, responsabile direzione Innovaction Lab di Arca Fondi Sgr, interpellato la scorsa settimana da Affari & Finanza, inserto di Repubblica, evidenzia che “per i giovani è concettualmente faticoso ragionare su un orizzonte temporale di un trentennio, senza contare che la mentalità del fare e volere tutto e subito, oggi predominante, di certo non aiuta”. Senza dimenticare che “a molti giovani appena entrati nel mondo del lavoro non vengono neanche presentate in modo chiaro le possibilità di impiego del Tfr e i relativi vantaggi fiscali”. Anche per questo, spiega Ceretti, occorre pensare a strumenti innovativi, come quello, per esempio, di dare la possibilità di effettuare versamenti ai parenti, un po’ come avviene in occasione di alcune festività attraverso una busta, semplicemente tramite un pc o uno smartphone, in modo che i soldi ricevuti in regalo possano andare ad alimentare la rendita futura di un giovane.
RIFORMA PENSIONI, QUANDO CONVIENE IL RISCATTO DELLA LAUREA
Conviene riscattare gli anni dell’università ai fini pensionistici? Massimo Famularo, in un articolo pubblicato recentemente su Econopoly, blog presente sul sito del Sole 24 Ore, evidenzia che “la risposta dipende essenzialmente da quanto il soggetto che deve prendere la decisione reputa importante anticipare di qualche anno la data di ingresso in pensione, tenuto conto che è molto difficile prevedere quali saranno le condizioni in vigore all’epoca in termini di importo della pensione che verrà corrisposta, età minima e quantità di contributi versati necessari”. Del resto le misure di riforma pensioni, come si è visto da inizio secolo, si succedono con una certa frequenza e dunque i requisiti possono cambiare abbastanza rapidamente. Senza dimenticare che sull’importo futuro della pensione giocano anche altri fattori come la crescita del Pil.
IL COSTO OPPORTUNITÀ DA CONSIDERARE
“Quello che è ragionevolmente certo – aggiunge Famularo nella sua analisi corroborata da molti dati – è che il costo opportunità in termini di alternative previdenziali è piuttosto rilevante, più o meno come un appartamento in una città di provincia, mentre il beneficio che si acquisisce con il riscatto è incerto sia nella data nella quale sarà disponibile, sia nel periodo per il quale potrà essere utilizzato”. Occorrerà quindi fare bene i propri conti e probabilmente il riscatto risulterà più conveniente per chi si trova più vicino all’accesso alla quiescenza e avrà quindi più contezza delle conseguenze pratiche della propria scelta. Sapendo anche di poter essere supportato da consulenti o patronati.