RISCATTO LAUREA E PENSIONI ANTICIPATE
Nella rubrica quotidiana su Repubblica “Esperto Pensioni” – gestito dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro – si punta oggi sul tema intricato del riscatto della laurea: «contributivo con 18 anni di contributi versati da lavoro dipendente che vanno dal 2002 ad oggi. Sto pensando di riscattare in maniera agevolata due anni della mia laurea per poter tagliare il traguardo dei 20 anni di contribuzione ed acquisire il diritto alla pensione anticipata contributiva. La mia laurea però si inquadra in un periodo ante 1996 per cui all’atto del riscatto dovrei utilizzare l’opzione per il calcolo contributivo della pensione», spiega il lettore nel chiedere consiglio ai Consulenti del Lavoro, «una laurea ante 1996 riscattata in maniera agevolata da un contributivo puro tiene fermi i diritti della pensione anticipata contributiva valida per i contributivi puri?». Per gli esperti, si dovrà prima riscattare una parte del titolo di studio e solo dopo optare per il metodo contributivo garantito dall’ultima riforma pensioni: «Solo dopo il resto del periodo in corso del titolo di laurea sarà riscattabile in modalità agevolata. A quel punto per accedere alla pensione anticipata contributiva rimarrebbe solo la opzione del computo in Gestione Separata». Nel caso specifico del lettore, conclude la Fondazione, «riscatto di periodi ante 1996 e la successiva opzione per il metodo contributivo inibiranno la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva». (agg. di Niccolò Magnani)
GORI VS PD SULLA RIFORMA DI QUOTA 100
La riforma pensioni di Quota 100 torna protagonista oggi in un passaggio molto aspro dell’intervista di Repubblica a Giorgio Gori dove il sindaco di Bergamo, esponente Pd, attacca il proprio partito (e la leadership di Zingaretti) considerati «troppo appiattiti su M5s e Conte». Nello specifico della critica, l’ex dirigente Mediaset elenca «Il dovere d’essere accanto alle forze produttive del Paese, l’impegno a varare lo Ius culturae e a cancellare i decreti (in)sicurezza voluti da Salvini. Non abbiamo toccato Quota 100 né corretto il reddito di cittadinanza. Abbiamo digerito la cancellazione della prescrizione e il decreto intercettazioni, non abbiamo risolto i casi Ilva, Alitalia e Autostrade; sulla legge elettorale abbiamo sacrificato la nostra proposta; dopo tre voti contrari abbiamo votato sì al taglio del 30 per cento della rappresentanza parlamentare…». In vista dei prossimi mesi dove assieme al piano di rilancio del Paese, il Governo dovrà varare importanti decisioni per sostenere il tema pensioni, la frattura che va delineandosi all’interno del Partito Democratico non sembra portare ad un roseo futuro di “serenità” politica. (agg. di Niccolò Magnani)
CONTE APRE ALL’AUMENTO DELLE PENSIONI INVALIDITÀ
Intervenendo ieri alla penultima giornata di Stati generali sull’economia a Villa Pamphilj, il Premier Giuseppe Conte ha parlato di pensioni di invalidità e della possibile riforma annessa nel piano di ripresa in corso di preparazione del Governo: «Un Piano di rilancio non può essere realizzato senza tenere conto delle persone con disabilità, senza pensare alla inclusione a tutti i livelli. Tra gli obiettivi strategici riteniamo prioritario quello per una Italia più equa e più inclusiva». Incontrando i direttivi di Fish e Fand nel mondo della disabilità, Conte ha spiegato che «oltre alla inclusione scolastica e universitaria e all’inserimento nel mondo del lavoro. Senza dimenticare il tema dell’aumento delle pensioni di invalidità che reclama una reazione immediata e incisiva. Ho conservato la delega alla disabilità per dare il massimo segnale di attenzione. Credo al vostro motto ‘nulla su di noi, senza di noi’». Non solo, sempre incontrando i presidenti di Fish e Fand il Capo del Governo ha aggiunto «La cosa più importante ora è realizzare il codice per le persone con disabilità che possa restituire l’attenzione per i bisogni non solo materiali ma esistenziali, relazionali, formativi, culturali delle persone con disabilità, favorendo percorsi di vita indipendente. Tra gli altri obiettivi – ha concluso Conte – la definizione di un quadro normativo e di tutela per i caregiver, per cui c’è un progetto avviato in Parlamento». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, QUATTORDICESIMA IN ANTICIPO
Anche per il mese di luglio, Poste Italiane anticipa il pagamento in contanti delle pensioni a partire da mercoledì 24 giugno fino a martedì 30, seguendo, come negli ultimi mesi in base a una turnazione alfabetica prevista dal calendario seguente: i cognomi dalla A alla B mercoledì 24 giugno; dalla C alla D giovedì 25 giugno; dalla E alla K venerdì 26 giugno; dalla L alla O sabato mattina 27 giugno; dalla P alla R lunedì 29 giugno; dalla S alla Z martedì 30 giugno. Da non dimenticare che le pensioni più basse, con questa mensilità riceveranno anche la quattordicesima. Inoltre, i pensionati over 75, che non hanno delegato qualcuno a ritirare il loro assegno in contanti in posta, potranno usufruire del servizio realizzato in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri per la consegna a domicilio dell’importo della pensione.
LE PENSIONI NELLA SCUOLA
L’Inps ha intanto fatto sapere che “al 3 giugno risultano lavorate circa il 97% delle cessazioni dal servizio trasmesse dal Ministero dell’Istruzione. In particolare, considerando le sole verifiche con esito positivo, risultano certificati i diritti a pensione per circa 39.700 nominativi (Personale docente: 29.990; Personale ATA: 8.860; Insegnanti religione: 446; Dirigenti scolastici: 363; Personale educativo: 99). Questo consentirà al Ministero dell’Istruzione l’apertura delle operazioni di mobilità del personale e di immissione in ruolo”. “L’obiettivo finale rimane quello di consentire a coloro che hanno diritto alla pensione di vedere erogato il trattamento pensionistico a settembre, senza interruzione con lo stipendio”.