L’INCONTRO SINDACATI-FIORAMONTI

Lorenzo Fioramonti ha incontrato i sindacati di categoria della scuola e la Flc Cgil, il sindacato dei lavoratori della scuola e della conoscenza, ha accolto con “interesse” l’impegno del ministro “di discontinuità rispetto al passato, recente e più remoto”. Come spiega il sito di Rassegna sindacale, la Flc ha “riportato al tavolo del ministro i problemi legati all’emergenza precari, docenti e Ata, per i quali riteniamo si debba dare seguito all’accordo dell’11 giugno scorso, fra Miur e sindacati, in modo che si provveda subito all’approvazione del decreto che ne recepisce i contenuti. Inoltre, abbiamo chiesto di dar seguito all’impegno definito dall’Intesa del 24 aprile per un rinnovo del contratto nazionale di lavoro che abbia un respiro europeo nei salari e un’apertura alle materie di contrattazione oltre gli attuali vincoli di legge”. Un tema che si collega con gli effetti sul personale della scuola determinati dalla riforma pensioni con Quota 100, che saranno probabilmente più forti l’anno prossimo rispetto a quest’anno.



QUOTA 100, TRIDICO: NESSUNA RICHIESTA DI MODIFICA

Nelle scorse settimane si è parlato della possibilità che la riforma pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza possano essere oggetto di revisione da parte del Governo. Pasquale Tridico, però, spiega che non sono arrivate richieste di modifica. “Non mi sembra in programma e l’Istituto non è stato investito di nessuna richiesta di ulteriori valutazioni sui meccanismi di funzionamento”, ha detto il Presidente dell’Inps secondo quanto riportato da Radiocor. Tridico ha confermato che quest’anno ci saranno risparmi complessivi, dalle due misure, di circa 2,5 miliardi di euro, di cui 1,5 da Quota 100. “Come abbiamo certificato già nel decreto Salva-conti, si tratta di stime prudenti, ma non credo ci siano risparmi aggiuntivi”, ha aggiunto, evidenziando che per Quota 100 “abbiamo avuto meno uscite del previsto, siamo a 175 mila domande accettate, sta funzionando bene e abbiamo risparmi apprezzabili”. Vedremo comunque quali saranno le scelte dell’esecutivo nelle prossime settimane in vista della manovra.



QUANDO PRESENTARE DOMANDA CON INVALIDITÀ

Le novità di riforma pensioni portano spesso molti cittadini a chiedere chiarimenti agli esperti di previdenza per capire cosa potrà cambiare per loro nell’accesso alla quiescenza. Non mancano però quesiti che riguardano la normativa in generale, al di là dei provvedimenti che ogni anno riguardano la previdenza. Così, attraverso la risposta data a un lettore del sito di Repubblica, la Fondazione studi consulenti del lavoro ricorda che “la pensione di vecchiaia anticipata ex art. 1 c. 8 del D.Lgs. 503/1992 è riservata per i lavoratori invalidi (certificati da Inps a seguito dell’invio del modello SS3) non inferiori all’80%. Oltre al requisito contributivo pari a 20 anni è necessario avere, nel caso di assicurati di sesso maschile, almeno 60 anni di età con ulteriore adeguamento a speranza di vita (pari a 1 anno fino al 2020) con ulteriori 12 mesi di finestra di differimento mobile. Si suggerisce pertanto di presentare la domanda non più di 2 mesi prima della fine della finestra, in quanto la pensione non decorrerebbe comunque prima dell’esaurimento della stessa”.



LE RICHIESTE DI BARBAGALLO

Carmelo Barbagallo, dopo l’incontro avuto ieri dai sindacati con il Governo, chiarisce che “tocca all’esecutivo indicare una rotta certa a beneficio dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani. Ricordo che restiamo un Paese che ha bisogno di infrastrutture materiali e immateriali”. Il Segretario generale della Uil, intervistato dal Corriere della Sera, spiega anche che il sindacato non era contro la riforma pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza e che a Giuseppe Conte è stata chiesta “l’istituzione sia di una commissione scientifica sui lavori usuranti e onerosi, sia una commissione che esamini la separazione tra previdenza e assistenza”. Per Barbagallo il tema centrale in vista della Legge di bilancio resta “come ridurre la pressione fiscale su lavoratori e pensionati”. In questo senso ha voluto anche ricordare “che le tasse sui pensionati sono in Italia il doppio rispetto alla media europea”. Vedremo se il Governo ridurre il carico fiscale anche su chi è già in quiescenza e non solo ai lavoratori dipendenti.

SALVINI E LA LEGGE FORNERO

Si avvicinano le elezioni regionali in Umbria e durante un incontro al teatro comunale di Gubbio, in provincia di Perugia, Matteo Salvini ha parlato anche di riforma pensioni, evidenziando che il Governo sarebbe pronto a cancellare Quota 100 per tornare alla Legge Fornero. Il leader della Lega ha anche evidenziato che proprio l’ex ministra del Lavoro, come riporta blastingnews, “adesso è tornata a ridere in televisione.” “Io prego per chi mi vuole male e per i miei avversari, ma a volte mi fermo”, ha poi aggiunto. “Questi non vanno d’accordo su nulla”. “Oggi hanno votato divisi, sulla giustizia la vedono diversa, sulle tasse la vedono diversa, sul lavoro, sul jobs act, sulle pensioni”, ha detto ancora l’ex ministro dell’Interno, facendo capire che di fatto dal suo punto di vista non bisogna fidarsi delle rassicurazioni riguardanti il mantenimento di Quota 100 fino alla sua scadenza. Intanto in televisione Salvini potrà presto rivedere anche Tito Boeri: l’ex Presidente dell’Inps sarà infatti ospite, una volta al mese, della trasmissione Piazzapulita.

LE PAROLE DI MANTOVANI

Oltre che Quota 100, il Governo Conte-1 ha previsto altre misure di riforma pensioni che hanno inciso in particolare su chi in quiescenza c’è già. Mario Mantovani, presidente della Cida, ricorda che “i dati fornitici dal Centro studi e Ricerche Itinerari Previdenziali dimostrano che il 12% dei contribuenti italiani versa quasi il 58% dell’Irpef nazionale: in quella percentuale vi sono dirigenti, professionisti, manager privati e pubblici, in servizio e in pensione, circa 2 milioni di lavoratori preparati e qualificati che hanno sempre fatto il loro dovere di contribuenti, ma sui quali si accanisce una campagna mediatica che li dipinge come dei privilegiati e sui quali si concentrano sempre nuovi interventi legislativi di riduzione del reddito. È il caso delle pensioni di importo medio-alto, con il mancato adeguamento all’inflazione e il cosiddetto contributo di solidarietà, ma anche di proposte che puntano a ridurre deduzioni e detrazioni fiscali per i percettori di redditi medi”, aggiunge Mantovani.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CIGNA

In un’intervista a RadioArticolo 1, Enzo Cigna ha spiegato come la riforma pensioni con Quota 100 rappresenti “una risposta sbagliata a un problema vero. In termini di flessibilità, avevamo bisogno di una riforma organica che superasse la legge Fornero. Il grande errore del governo giallo-verde è che ha messo a punto una misura che non riguarda chi effettivamente aveva bisogno di uscire dal mondo del lavoro”. In questo senso il responsabile previdenza pubblica della Cgil ha fatto l’esempio delle donne, “che non possono andare via con quota 100, perché 38 anni di contribuzione sono davvero tanti per la vita delle lavoratrici, soprattutto per il lavoro di cura che ancora oggi non viene loro riconosciuto”. Dal suo punto di vista, però, Quota 100 va tenuta in vita fino alla fine del 2021, anche se andranno attuati dei correttivi. Anche non direttamente alla norma, considerando, per esempio, che nel pubblico impiego rischia di crearsi un vuoto di organico da evitare con un piano corposo di assunzioni.

I COSTI DI QUOTA 100

Secondo quanto riportato dal sito di Rassegna sindacale, Cigna ha parlato anche dei costi di Quota 100, evidenziando che saranno sostenibile. “In ogni caso, alla fine del 2021, avremo un risparmio considerevole per le casse dell’Inps, di quasi 10 miliardi, secondo le nostre stime. Una parte cospicua di questi risparmi, ce lo auguriamo, dovrebbero essere destinati al superamento della ‘Fornero’, a partire dalle donne e da chi effettua mansioni usuranti o saltuarie”, ha aggiunto il sindacalista, secondo cui “è arrivato il momento di instaurare tavoli veri di confronto di natura tecnica, che prendano in esame anche le pensioni di garanzia per i giovani”.