COMINARDI CONTRO SALVINI
La crisi di Governo sta amplificando i dissidi tra Lega e Movimento 5 Stelle che stanno coinvolgendo anche gli interventi di riforma pensioni. Claudio Cominardi, sottosegretario al Lavoro, ed esponente pentastellato, secondo quanto riportato dal sito del Corriere della Sera ha infatti detto: “Più che un Capitano, Salvini si rivela un mozzo che scende dalla nave proprio quando deve iniziare a lavorare. Una nave che grazie ai ministeri guidati dal Movimento 5 Stelle aveva raggiunto risultati irripetibili: penso ai tassi di occupazione ai massimi storici dal 1977 grazie al decreto dignità, agli incentivi alle imprese, a quota 100 che sta garantendo la pensione a centinaia di migliaia di lavoratori creando nuove opportunità per i giovani; penso al mezzo miliardo di euro per le comunità locali, alle decine di miliardi di euro sbloccati dal ministero guidato da Toninelli per le infrastrutture utili al Paese, per non parlare dei tagli agli odiosi privilegi come le pensioni d’oro e i vitalizi”. Il quotidiano milanese ricorda che Cominardi, al secondo mandato, secondo le regole di M5s non potrebbe essere ricandidato in caso di ritorno alle urne.
DURIGON SUL DESTINO DI QUOTA 100
C’è un po’ di preoccupazione su quello che la crisi di Governo potrà determinare in tema di riforma pensioni. Claudio Durigon è stato interpellato da pensionipertutti.it, cui ha spiegato che “per quanto concerne la misura Quota 100 non succederà proprio nulla anche in caso di caduta del Governo in quanto la misura è triennale e la scadenza resta il 2021. Per quanto concerne opzione donna, la proroga la faremo nel governo che uscirà vincitore alle urne, così come finalmente verrà risolto il nodo esodati”. C’è però da dire che, vista la difficile manovra che ci si trova di fronte, a meno che non sia ancora questo esecutivo, o un altro con all’interno il Movimento 5 Stelle, non è così scontato che misure come Quota 100 e il Reddito di cittadinanza vengano rinnovate, tenuto conto che hanno un costo. Ci sarebbe poi anche da rinnovare l’Ape social. E teoricamente la proroga di Opzione donna, così come un provvedimento per gli esodati ante-Fornero, potrebbero essere varati da qualsiasi esecutivo, non per forza da quello che dovesse uscire dopo una nuova tornata elettorale.
SALVINI PROMETTE QUOTA 41
Ci si continua a interrogare sugli effetti della crisi di governo sulla riforma pensioni. Secondo quanto scrive Il Giornale, Quota 100 resterebbe in vigore fino alla sua naturale scadenza, fissata per la fine del 2021. “C’è però un nodo da sciogliere. Ed è quello di opzione donna”. Il riferimento è al fatto che la misura è stata prorogata fino alla fine dell’anno, ma si era ipotizzata un’ulteriore dilazione fino al 2020. “E su questo rinnovo, visti i venti di crisi, potrebbe pesare proprio l’incognita delle urne”. Intanto Matteo Salvini, da un comizio tenuto ieri a Peschici, promette, in caso di vittoria dopo il ritorno alle urne, il varo di Quota 41. “Il prossimo governo manderà tutti in pensione dopo 41 anni di lavoro. Noi saremmo i cattivi, mentre la sinistra ha approvato la legge Fornero che manda in pensione a 67 anni con la schiena rotta. Il prossimo governo arriverà all’obiettivo che dopo 41 anni di fabbrica e lavoro, la pensione e un sacrosanto diritto”, sono le parole del ministro dell’Interno riportate dal quotidiano milanese.
LE PENSIONI CHE NON VENGONO TAGLIATE
Si è parlato non poco della misura di riforma pensioni che prevede un contributo di solidarietà per gli assegni superiori ai 100.000 euro l’anno. A quanto pare, però, non tutte le pensioni ne sono interessate. Come spiega Italia Oggi, infatti, una circolare dell’Inps diffusa ieri ha chiarito che “le pensioni tassate sono solo quelle erogate dall’Inps con eccezione delle pensioni d’invalidità, di quelle ai superstiti e a favore di vittime del dovere o azioni terroristiche, nonché le pensioni liquidate dalle casse professionali. In merito a quest’ultima esclusione (pensioni liquidate da casse professionali), l’Inps spiega di aver avuto dal ministero del Lavoro nuove precisazioni per cui le pensioni da totalizzazione o da cumulo, nelle quali sia presente anche un solo periodo contributivo a carico delle casse, non sono soggette al ticket. Per contro, invece, sono soggette a ticket tutte le altre pensioni liquidate con il cumulo e la totalizzazione in cui non è presente contribuzione a carico delle casse”.
RIFORMA PENSIONI, IL PROBLEMA DI QUOTA 100
Si è parlato molto delle conseguenze che la riforma pensioni con Quota 100 avrà nel comparto scuola. E l’Anief evidenzia che i posti che resteranno liberi dopo l’ingresso in quiescenza a settembre “non sono rientrati nel computo delle immissioni in ruolo, né per i trasferimenti e ora si scopre che nemmeno sono stati utili nell’ultima fase della mobilità, quella delle utilizzazioni annuali e delle assegnazioni provvisorie”. Marcello Pacifico, Presidente dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori, evidenzia che “in un Paese dove i ministeri e l’Istituto di previdenza nazionale si parlano e collaborano per il bene dei cittadini lavoratori, si sarebbe fatto ampiamente in tempo a trasmettere l’elenco delle cattedre, degli assistenti, dei collaboratori scolastici e dei presidi che hanno aderito” a Quota 100.
LA POSIZIONE DELL’ANIEF
“Invece, si è riusciti a fare peggio delle previsioni peggiori, arrivando a non rendere utili quei posti non solo per dare possibilità a migliaia di ‘vittime’ dell’algoritmo impazzito della gestione Renzi-Giannini di tornare a casa, ma nemmeno per le immissioni in ruolo, né per i trasferimenti e adesso neppure per le assegnazioni provvisorie”. L’Anief esprime quindi l’auspicio che almeno in fase di “ricognizione dei posti lasciati liberi dai pensionamenti sui posti Quota 100 – dall’Inps sono stati forniti più stime, l’ultima delle quali parlava di 27 mila posti complessivi – si proceda alle necessarie rettifiche delle Assegnazioni provvisorie pubblicate e che saranno pubblicate”.